Riduci       Ingrandisci
Clicca qui per stampare

Israele e il Vaticano 28/01/2019

Gentile Amica, è mai possibile che almeno UNA volta il referente del Vaticano non possa essere chiamato al ministero degli esteri per una "gentile" reprimenda sul fatto che lui è l'ambasciatore del vaticano presso lo Stato di ISRAELE e non di terra santa? Possibile che sia così complicato? E che i vari pellegrinaggi che si svolgono hanno accesso dal Ben Gurion dove una mega scritta in inglese recita Benvenuti in Israele?. Cavolaccio devi farti sentire sia tu che altri ai piani alti. Il coraggio non ti fa certo difetto. Con affetto

Giorgio Bressan

Gentile Giorgio,
Le proteste da fare allo stato Vaticano sarebbero più di una e sono certa che l'ambasciatore di Israele presso la S.S. (Santa Sede) avrà modo di riferirle a chi di dovere anche se più diplomaticamente di quanto potremmo fare noi. Ho già scritto che, chi sente essere Israele e Gerusalemme la casa spirituale per ogni cattolico credente, è libero di pensare alla "Terra Santa" in modo privato e personale. I referenti del Vaticano devono invece usare un linguaggio politico e chiamare Israele per nome dal momento che non esistono carte geografiche moderne che usino altri termini, se non quelle dei paesi che non lo riconoscono. Il Vaticano che ha già la vergogna di aver riconosciuto lo stato ebraico con 35 anni di ritardo rispetto alla sua fondazione, dovrebbe avere più sensibilità al riguardo ma credo sia utopico aspettarselo.
Un cordiale shalom


Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui