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Religione e clericalismo 02/01/2019

Mi permetto di criticare il vostro commento all'articolo della Stampa poiché quest'ultimo - se lo avete ripreso integralmente - permette di comprendere a sufficienza che il grave provvedimento ha motivazioni che non si limitano al solo rifiuto del militare di partecipare a una messa. Per quanto io non sia cattolico, inoltre, non ravviso ingerenze ecclesiastiche tali da giustificare il paventare un "assaggio" di prossima "sharia cattolica". Con i migliori auguri di un prospero anno nuovo e il più caloroso Shalom.

Enrico Alberti

Gent.ma Sig.ra Fait, Ho letto l'episodio del militare italiano condannato per "non aver eseguito l'ordine di presenziare a una Messa in memoria di un compagno caduto". Mi rammento di come siano cambiati i tempi da quando indossavo le stellette (parlo del 1957-58). Una volta ebbe luogo una cerimonia alle Fosse Ardeatine in commemorazione dell'eccidio nazi. Un mio compagno ebbe l'ordine di presenziare, ma questi motivò il suo rifiuto appunto con il fatto di non credere. Fu esonerato dall'ordine né ebbe altre rogne. O i soliti due pesi e due misure oppure i tempi sono cambiati. Comunque anche le stesse autorità ecclesiastiche continuano a ribadire che in chiesa ci si deve andare solo se credenti e non per obbligo. Quindi a che gioco giochiamo? Shalom

Mario Salvatore Manca di Villahermosa

Gentile Enrico, Gentile Mario Salvatore
Il problema non è la religione ma la chiusura della mentalità clericale. Dal mio punto di vista non riesco a capire il motivo per cui a un soldato non sia concesso di essere ateo e quindi di non partecipare alla messa, seppur pasquale. Credevo che l'esercito italiano fosse laico, come mi auguro lo siano tutti gli eserciti del mondo occidentale. In Israele, ad esempio, nessun soldato è obbligato ad andare in sinagoga se non vuole farlo. Il venerdì i soldati israeliani escono dalle basi per andare a casa e succede anche durante le grandi ricorrenze religiose, ma, una volta usciti, è affar loro quello che fanno dal punto di vista della fede. In ogni base militare c'è un edificio adibito a sinagoga per chi ci vuole andare, non esiste nessun obbligo. Così dovrebbe essere. Trovo assurdo condannare il militare italiano per la colpa di non essere credente, cosa assolutamente privata. E' esagerato definirlo sharia cattolica? Può darsi ma è un brutto segnale di fanatismo che non può condurre a nulla di buono. Come scrive giustamente Mario Salvatore Manca di Villahermosa, i tempi sono cambiati e in peggio.
Un cordiale shalom e un felice anno nuovo.
http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=6&sez=120&id=73207


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