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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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Amos Oz, continua il dibattito 31/12/2018

Amos Oz andato al suo mondo all'età di 79 anni, ha senz'altro nella sua opera peccato di utopia, malattia questa comune a molti letterati di talento che proiettano sugli altri, anche se malvagi, le loro aspirazioni ideali. Difatti inviare una copia del suo libro famoso'' Una storia di amore e di tenebra'' al sig. Barghouti con una precisa dedica, è senza dubbio un atto illusorio di poter dialogare con un terrorista. E' difficile credere che Amos Oz non si rendesse conto di questa sua ingenuità(irresponsabilità?)ed allora c'è da chiedersi:''Perchè tutto questo?'' Probabilmente lo scrittore intendeva parlare con se stesso con la sua parte oscura, che proiettava ed identificava con il terrorista. Dal suo punto di vista questo processo psicologico veniva considerato positivo, perchè liberava forze nascoste nel suo animo. Ma c'è un ma. Agendo in questo modo Amos Oz si rendeva conto dei danni che il suo comportamento arrecava agli altri? Secondo me no, perchè egli riteneva di stare nel giusto!

Fulvio Canetti

Gentile Fulvio,

Il motivo di quel dono, anche secondo me, resterà un mistero. Amos Oz, pur volendo la pace e credendo in essa, non era un pacifista, era , come ho scritto, un utopista quindi l'unica spiegazione è che, nel suo io più nascosto, credesse in una specie di redenzione del mostro. La sua dedica a Marwan Barghouti è abbastanza chiara "...spero che ci capirai meglio...". Quindi la sua era la speranza di trasformare il terrorista in amico. Credo sia inutile cercare spiegazioni che solo lui avrebbe potuto dare e ricordiamolo come un grande scrittore che, nonostante tutto, ha dato lustro a un Israele che amava.

Un cordiale shalom


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