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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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Se Amos Oz fosse stato ammiratore di Bibi 30/12/2018

Gentilissima Signora Fait,
sono anch’io addolorata per la morte di Amos Oz, di cui, purtroppo, per mancanza di tempo, ho letto solo Una storia di amore e di tenebra e Contro il fanatismo (entrambi ricevuti in dono). Sull’invio al terrorista ergastolano Marwan Barghouti di una copia, con dedica, di Una storia di amore e di tenebra (in traduzione araba, che, secondo quanto disse Oz in un’intervista, era stata finanziata da un arabo di Gerusalemme, padre di una vittima del terrorismo), dissento dalla Sua critica. Lessi a suo tempo su ynetnews.com il testo o la traduzione di quella dedica: “This story is our story. I hope you read it and understand us better, as we attempt to understand you. Hoping to meet soon in peace and freedom”. L’ho trovata bellissima: un invito a comprendere Israele, alla cui nascita il romanzo dedica pagine indimenticabili, ma, soprattutto, l’augurio di ‘incontrarci presto in pace e libertà’: che continuo a pensare che fosse non tanto un augurio a Barghouti di essere scarcerato, quanto ad Israele di conseguire la pace con i palestinesi, perché, per quanto Israele ci tenga a fargli scontare l’ergastolo, non credo rinuncerebbe ad una pace giusta e nella sicurezza solo per negargli la grazia, dopo aver scarcerato migliaia di individui non migliori di lui solo in cambio di alcuni israeliani o delle loro salme. Più in generale, non ricordo di aver letto, in italiano o in inglese, interventi di Oz che non grondassero amore per Israele, inclusa quella netta affermazione del dovere di combattere ‘per la vita e per la libertà’ (in Contro il fanatismo, nel ricordare le guerre del 1967 e del 1973 in cui combatté), che mi sembra riassuma perfettamente la storia di Israele dalla ricostituzione della sua sovranità e da prima ancora. Segnalo gli articoli di Susanna Nirenstein sul sito di Repubblica, il più bello di quelli che ho letti, e di Alessandro Zaccuri su quello di Avvenire (e, immagino, anche nelle rispettive edizioni cartacee di oggi, 29 dicembre).

Con i più vivi auguri di un felice anno nuovo,
Annalisa Ferramosca

Gentile Annalisa,

Conosco la dedica scritta da Amos Oz a Marwan Barghouti, indubbiamente bellissima e degna di un grande uomo che ingenuamente credeva in una possibile pace. Comunque fu contestato fortemente per quel dono a un pluriassassino mai pentito che ancora oggi reclama il dovere di distruggere Israele. Per gli israeliani quel dono fu come ricevere un colpo al cuore dopo l'orrore della seconda intifada di cui Barghouti fu uno dei maggiori interpreti del terrorismo. Ricordo il suo ordine di mettere al muro e fucilare due ragazzi di Tel Aviv che erano andati a mangiare humus in un locale di Tulkarem, proprio all'inizio dell'intifada quando lui era stato nominato da Arafat capo dei Tanzim e gli israeliani ancora non avevano capito che recarsi nei villaggi arabi era molto pericoloso. Tutti i media in assoluto hanno scritto bellissimi articoli su Amos Oz ma IC non può certo pubblicarli tutti tuttavia non basta un bel articolo sul grande scrittore israeliano per assolvere quotidiani che per 365 giorni all'anno ne pubblicano di trerribili contro Israele. Se Amos Oz, che io amo immensamente come scrittore, fosse stato di destra, e simpatizzante della politica di Benjamin Netanyahu, anzichè di sinistra non credo che la sua morte avrebbe avuto tanta ammirata copertura.
Un cordiale shalom e un augurio sincero di un felice anno nuovo


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