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Il Foglio e i foglianti 01/10/2018

Gentile Deborah, seguo con immutato interesse informazione corretta da sempre, ma sono stato anche un appassionato 'fogliante' del giornale diretto prima da Giuliano Ferrara poi da Claudio Cerasa, continuo a leggerlo, anche se i pezzi di Ferrara contro Trump li trovo peggio che inaccettabili, persino rivelatori di un probabile regresso mentale. Pazienza, mi accontento degli ancora tanti articoli interessanti e condivisibili. Che qualcosa nella 'voce del padrone' non funzioni del tutto continuo però ad avvertirlo, ed è per questo che le scrivo per avere il suo parere. Nel Foglio di ieri ho letto la recensione di Giulio Meotti a un libro americano che racconta la storia dei 'muri' attraverso i secoli, arrivando sino ad oggi. Un libro interessante, peccato che non sia tradotto in italiano. La morale dell'autore, condivisa da Meotti, è una forte difesa di tutte quelle civiltà che si sono difese costruendo muri invece di ponti, incluso Israele. L'unico a non essere giudicato positivamente è l'ungherese Orban, che Meotti definisce il costruttore "dell'infame muro". Come mai, mi chiedo, l'unico muro ad essere giudicato negativamente è quello di Orban? Un omaggio al Ferrara-pensiero? Con stima,

Raniero Tabellini

Gentile Raniero,
L'articolo di Giulio Meotti sui tanti muri antichi e moderni, molti dei quali sconosciuti, è interessante e, come sempre capita con gli articoli di Meotti, di lettura scorrevole e piacevolissima. La storia dei muri, da Gerico a quelli moderni, è importante per capire gli accadimenti umani, millennio dopo millennio, secolo dopo secolo, e il conseguente sviluppo delle civiltà. Speriamo davvero che il libro di David Frye trovi quanto prima un editore italiano. Quanto alla 'voce del padrone' è purtroppo vero che Giuliano Ferrara ha dato al Foglio, forse l'unico giornale che ancora tenta, grazie agli ottimi giornalisti, di essere una voce fuori dal coro, un'impronta strana. Da un lato gli articoli di Ferrara contro Trump, illeggibili, la sua omofobia, la sua difesa del Papato di Bergoglio, il suo essersi dimenticato di Israele che un tempo difendeva a spada tratta; dall'altro giornalisti del calibro di Meotti, Andrea Marcenaro e altri come il direttore Cerasa. Purtroppo i 'foglianti' devono ogni tanto dare un contentino a Ferrara ma, nonostante tutto e per fortuna, il Foglio è ancora l'unico giornale italiano che si legge con piacere senza essere colpiti da troppi attacchi di fegato.
Un cordiale shalom


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