venerdi 19 aprile 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






Media e dissimulazione islamica 23/08/2018

Gentile Deborah, ho appena letto sull’edizione internazionale del New York Times la recensione al libro di Yossi Klein Halevy, pubblicato in Usa “lettere ai miei vicini palestinesi”, affidata a una intellettuale araba che vive,così scrive,nei territori dell’Anp. Ne ho tratto due riflessioni, le sarò grata se mi dirà che ne pensa. La prima: affidare a una palestinese militante la recensione può avere un senso se c’è un contradditorio, allora non è più una recensione ma un confronto. Così non è stato, la palestinese rovescia tutte le vicende della storia mediorientale, secondo la propaganda che si propone la scomparsa di Israele per lasciare il posto a uno solo stato, la Palestina. Vecchia solfa, che però fa sempre presa sui media occidentali, spacciata ancora con l’etichetta ‘due stati per due popoli’. La seconda: credo che Trump faccia benissimo a criticare il New York Times e Associati, la sua è una accusa precisa, scrivono menzogne per screditarlo, la solita tecnica dell’intellighenzia de sinistra, in questo caso anti-israeliana, scrivendo che vuole minare la libertà di stampa. Si occupassero dei paesi dove veramente questo accade (Iran,Turchia ecc.) ma se ne guardano bene, anche in Italia. Coraggio, teniamo duro, never give up! Grazie per il vostro lavoro,

Rosanna De Vincenzi

Gentile Rosanna,
affidare a un'araba palestinese la recensione del libro di un israeliano è come fare le conferenze sul conflitto israelo-palestinese chiamando solo arabi, senza cercare il contradditorio e il dialogo. E' così che la propaganda viene diffusa sempre più usando intellettuali arabi molto abili nel capovolgere la verità e assolutamente immuni ad ogni tipo di etica. La famosa Taqiyya è parte preponderante della loro cultura: per il bene dell'islam è necessario mentire quando serve, in nome di Allah. Purtroppo sia i media occidentali che i lettori cadono regolarmente nel tranello e rifiutano di capire quanto la cultura islamica sia completamente diversa da quella occidentale. Su questa leggerezza gli arabi ci marciano e lo fanno da anni. Le accuse di Trump contro i media americani sono giustissime, ormai i media più importanti sono quasi tutti di sinistra e il presidente americano come Israele e Benjamin Netanyahu sono i loro capri espiatori. Altro che minare la libertà di stampa. Credo che sarebbe ora di smetterla con la libertà di insultare e di mentire spudoratamente.
Un cordiale shalom


Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT