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Un ripasso sulle foibe 13/02/2018

Sono ancora esterrefatto per quanto avvenuto a Macerata e a Milano nel week end appena trascorso. Sicuramente quel pazzo (Traini: avevo un commilitone con quel nome, proprio di Macerata, mi pare impossibile che il padre, era proprio il ritratto della calma e del buonumore) aveva torto marcio, ma da qui a inneggiare alle "foibe" (l'altra faccia dei lager nazi), ce ne corre. Ne ho discusso con dei miei vicini, che mi han risposto che "io non so quello che dico" (?!). Shalom

Mario Salvatore Manca di Villahermosa

Gentile Mario Salvatore,
Quelli che hanno inneggiato alle foibe, non solo a Macerata ma in tutte le città in cui si sono svolte le manifestazioni "contro il razzismo", sono esseri inqualificabili senza coscienza e senza anima. Ho letto che hanno urlato anche slogan deridendo i morti di Nassirya. Io sono stanca di chiamarli fascisti rossi perchè il comunismo è stato una dittatura feroce e disumana quanto il fascismo, quindi li chiamerò col nome che gli spetta: comunisti. Sulle foibe c'è molta disinformazione e una enorme mistificazione grazie al silenzio cinquantennale voluto proprio dai governi democristiani e socialisti che hanno governato l'Italia. Nelle scuole furono volutamente dimenticate le persecuzioni antiitaliane di quel periodo storico per parlare solamente dei crimini fascisti. Suppongo, e credo di essere nel giusto, che ai manifestanti comunisti di Macerata sia stato raccontato che le migliaia di vittime delle foibe altro non erano che fascisti quindi meritevoli di essere puniti in quel modo atroce. Non sanno che il repulisti dell'apparato fascista in Istria e Dalmazia ebbe inizio già nel 1943, quando furono ammazzati dai partigiani titini, i maestri di scuola, i magistrati, semplici impiegati, i poliziotti, tutti quelli che lavoravano per il regime. Nel 1945 ebbero inizio gli eccidi su larga scala che continuarono anche dopo il 1946. In quel periodo furono infoibati e fucilati tutti gli italiani catturati. Si parla di 20.000 vittime. Erano famiglie, giovani donne e giovani uomini, bambini, contadini, persone che niente avevano a che fare col fascismo, erano italiani quindi automaticamente colpevoli. Io, essendo triestina quindi molto sensibile all'argomento, nutro la speranza che di quella tragedia non si parli soltanto ogni 10 febbraio ma che si insegni nelle scuole quello che è accaduto perchè non si ripetano mai più i fatti vergognosi di Macerata.
Un cordiale shalom


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