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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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Mike Pence alla Knesset 26/01/2018
Gentilissima Signora Fait, ho letto stanotte, sul Jerusalem Post, il testo del discorso di Pence alla Knesset: posso solo dire “kol hakavod!” o, in latino, “macte virtute esto!”, perché è veramente bellissimo, sei pagine di trascrizione che si leggono d’un fiato e conquistano mente e cuore. C’é tutto: la storia di Israele e degli Stati Uniti, gli ideali comuni, la fede religiosa (degli ebrei e dei cristiani) e la libertà religiosa (per tutti), gli impegni concreti, i pericoli e la speranza. Non mi stupisce che un commentatore di Israel Hayom l’abbia definito come il discorso che gli israeliani attendevano da settant’anni. Spero che qualcuno lo traduca in italiano (e in arabo) e che molti lo leggano. Inclusi, naturalmente, Abu Mazen e tutti i politici palestinesi ed arabi in generale. Con i più cordiali saluti,

Annalisa Ferramosca

P.S.: Ci sono molte cose che mi fanno temere e, a volte, tremare per il futuro dell’Italia e delle altre nazioni europee, ma il comunicato dell’Ordine degli Avvocati di Bologna sul caso della praticante con il velo (foulard, stando agli articoli di stampa) non è fra quelle. La norma sul capo scoperto in udienza nasce in un contesto (sia di tutte le prescrizioni contenute nel medesimo art. 129 c.p.c., sia storico: la formulazione risale ai codici preunitari dell’Ottocento) che indica l’espressione di una manifestazione di deferenza per la Giustizia e per i giudici che l’amministrano. Per inciso, mi chiedo se la norma sia mai stata applicata alle donne in epoche in cui non si usciva di casa senza cappello e l’etichetta prescriveva solo per gli uomini di toglierlo in luoghi chiusi, né mi risulta che si chieda alle suore di togliersi il velo (l’art. 129 c.p.c. non distingue fra parti, avvocati, testimoni, periti e pubblico). In ogni caso, il rispetto per la libertà religiosa mi sembra debba prevalere (come già ha stabilito il CSM con un parere valido per la magistratura ordinaria), si tratti di velo islamico (purché copra solo il capo e non il viso), kippà (o copricapo delle donne sposate per le ebree ortodosse osservanti), turbante dei sikh o altro. Mi sembra di ricordare che Lei abbia scritto che in Israele vi sono giudici musulmane che indossano il velo in udienza: se è così, è un altro aspetto che apprezzo di Israele.

Gentile Annalisa,
Il discorso di Mike Pence alla Knesset è stato stupendo e emozionante, le assicuro che ascoltarlo in diretta e vedere le reazioni dei presenti ( escludendo i deputati arabi) e i loro occhi lucidi, compresi quelli del Premier Netanyahu che non stava più nella pelle, è stata un'esperienza unica e irripetibile che, come scrive giustamente Israel Hayom, gli israeliani aspettavano da 70 anni. Sicuramente verrà tradotto in italiano, in arabo sarà già stato tradotto, sarà possibile leggere le reazioni dei media del mondo arabo sul Jerusalem Post del venerdi dove, ogni settimana, c'è una pagina dedicata a loro. Quanto al fatto di Bologna, sono d'accordo con lei che la libertà di culto debba essere assicurata per tutti, il giudice è stato incauto e precipitoso, credo che ne pagherà le conseguenze ma quello che ha dato fastidio è stata la manipolazione dell'accaduto fatto sia dalla praticante musulmana ( che oggi tutti chiamano avvocato anche se ancora non lo è) che da chi le stava dietro. Mi chiedo se avremmo avuto la stessa reazione se quel giudice avesse fatto lo stesso errore con un rappresentrante di un'altra religione. A mio figlio in una scuola italiana dove teneva una conferenza, fu chiesto con arroganza di togliersi la kippà perchè considerata un simbolo "provocatorio". Naturalmente Lui se l'è tenuta in testa ma nessuno ha condannato la persona (il preside) che aveva fatto l'assurda richiesta. La morale di questa storia è che il giudice pagherà le conseguenze del suo errore e la ragazza ne uscirà vincente. E' vero che in Israele il velo delle musulmane è normale amministrazione e nessuno si sogna di vietarlo, è parte fondamentale della nostra assoluta libertà e rispetto per tutte le religioni presenti nel paese.
Un cordiale shalom

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