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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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Il vizietto cattolico 05/01/2018

Gentilissima Signora Fait, condivido quasi tutto della ‘Cartolina’ odierna (“Un assordante silenzio”), ma mi chiedo in base a che cosa il Prof. Volli sostenga che “insegna il papa” che “tutto quello che viene dall’Islam... è buono e giusto”. Non so se il Prof. Volli abbia letto il testo del Messaggio del Papa per la Giornata Mondiale della Pace 2018 (pubblicato sul sito della Santa Sede e che accludo) o solo il commento ad esso del sito jihadiwatch.org, ma il Papa si è riferito a tutti i profughi, rifugiati e migranti, senza menzione di alcuna nazionalità o religione. Anche il riferimento ai “tesori delle loro culture native” indica solo il meglio delle diverse civiltà umane e, nell’insegnamento della Chiesa, quanto di compatibile con il Decalogo e con il Vangelo vi è in esse. Tra l’altro, nel Messaggio, prima di biasimare chi fomenta la paura verso i profughi e migranti, il Papa ricorda espressamente (e ribadisce anche verso la fine del testo) la “virtù della prudenza” e la responsabilità dei governanti verso le proprie comunità, delle quali devono “assicurare i giusti diritti e lo sviluppo armonico”. A scanso di equivoci, non sono affatto favorevole ad un’accoglienza illimitata e senza filtri e mi piacerebbe che si trovasse un modo per dare la precedenza a profughi e migranti cristiani. Però il Papa non insegna affatto che sia “buono e giusto” “tutto quello che viene dall’Islam”. Con i più cordiali saluti, Annalisa Ferramosca P.S.: Sono in disaccordo con Avvenire su molte cose (ius soli, armamenti ed altro ancora), ma l’articolo odierno di Luca Geronico non merita il biasimo riservatogli da IC. Esso contiene: a) una puntuale esposizione (dodici righe, nell’impaginazione di IC) della legge su Gerusalemme appena approvata dalla Knesset e della mozione del Likud sugli insediamenti in Giudea e Samaria, con una breve menzione (due righe e mezzo) della reazione della ‘controparte’ palestinese; b) la notizia del bombardamento, da parte dell’aviazione israeliana, di “basi di Hamas”, non di quartieri residenziali, con la precisazione che non vi sono state vittime, sicché non vedo quale lettore possa pensare a “crimini di guerra”; c) le affermazioni del ministro della difesa israeliano sui finanziamenti iraniani ad Hamas e sui tentativi di Hamas e di gruppi salafiti di scatenare un conflitto; d) la menzione di una frase pronunciata (come precisato nell’articolo) il 1° gennaio dall’Amministratore Apostolico mons. Pizzaballa sul fatto che “non serve chiedere la pace dai grandi e non costruirla nel nostro piccolo”. Con ogni evidenza, non si tratta di un commento politico, ma di un invito a tutti a costruire relazioni umane pacifiche: in effetti, si tratta dell’omelia pronunciata nella S. Messa del 1° gennaio, pubblicata sul sito del Patriarcato Latino di Gerusalemme, dedicata per metà al commento del Vangelo del giorno e per l’altra metà a come i fedeli presenti cui è rivolta possono contribuire alla pace nella vita quotidiana: neanche un accenno ad israeliani e palestinesi né ad alcun evento concreto fuori della nascita di Gesù. Ci si può chiedere perché citare la frase nell’articolo, ma per un lettore cattolico è sempre gradito avere notizie della Chiesa madre in Gerusalemme. A questo punto, dove sarebbero le “menzogne omissive e doppio standard contro Israele”?

Annalisa Ferramosca

Gentile Annalisa,
come ho già scritto, quello che appare chiaro nel comportamento della Chiesa e in particolare del Papa attuale, è la schizofrenia che li caratterizza. Quando un Pontefice dice che il Corano è un libro di pace e parla a braccio, senza leggere discorsi scrittigli da altri, significa che esprime esattamente il proprio pensiero. Bergoglio più e più volte, direi in ogni occasione, si è lasciato scappare chiari sentimenti di simpatia per l'islam mettendo in allarme chi ne conosce il pericolo e la voglia di sopraffazione sulle altre fedi e culture. Non dico che i messaggi ufficiali ( esempio il Messaggio per la Giornata della Pace) non abbiano importanza ma sono scritti da diplomatici e in genere servono a gettare fumo negli occhi. Quello che conta sono le azioni e le parole dette spontaneamente, senza pensarci troppo come fa Bergoglio lasciando tutti sorpresi, spesso, in alcune situazioni, indignati. Quanto all'articolo di Luca Geronico quello che manca è la precisazione, da anni, quando i media parlano di bombardamenti israeliani su Hamas, si scatena sempre una campagna di odio contro Israele, accade regolarmente. Il vizietto dei giornalisti è di scrivere come prima notizia Israele che bombarda e dopo, solo dopo, quando ormai l'impatto emotivo c'è stato, aggiungono che il bombardamento era la risposta ai razzi sparati contro Israele. Sono sottigliezze che non tutti notano ma sono molto importanti psicologicamente. E' tanto difficile invertire i fattori e scrivere che Hamas ha lanciato su Israele tot missili e che Israele si è limitato a rispondere? Dare le notizie in questo modo significherebbe capovolgere completamente l'impatto emotivo dei lettori e usare correttamente l'informazione.
Un cordiale shalom
http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=1&sez=120&id=68947
http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=68936


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