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Il caso Regeni 12/09/2017

Concordo nel ''non mi interessa sapere perché era in Egitto'' ma è importante sapere il perché è stato ucciso. Io non vorrei trovarmi in Egitto e commettere gli stessi ''errori'' di Giulio ...e come me chiunque altro ...purtroppo stiamo parlando di un paese ''poco'' democratico ed ''errori'',se così si possono chiamare, li può commettere chiunque. Ero in Egitto circa 8 anni fa e all'uscita, ai controlli, mi hanno sequestrato il passaporto perché a dir loro era ''falso'' (''not real sir'' mi continuavano a dire) ...ho passato le due ore più lunghe della mia vita seduto in un sedile d' auto in un ufficio di polizia in aeroporto con nessuno che parlava inglese! nel mentre sono stato supportato dai nostri legali locali e alla fine è andato tutto liscio a parte l'aereo perso. Se non avessi avuto un supporto locale non so come sarebbe andata ...Direi che chiarire cosa sia successo è un obbligo da parte delle istituzioni di entrambi i Paesi perchè in Egitto tutti potremmo trovarci nella situazione di Giulio e ben vengano le maniere forti.

Nicola Piovesan

Gentile Nicola,
Lei ha perfettamente ragione, è sempre molto pericoloso andare a curiosare, se questo è stato il caso di Giulio Regeni, in un paese che non conosce la democrazia. Senza arrivare fino in Egitto ricordo quanto fosse azzardato, nell'ex Jugoslavia, mettersi a discutere con un poliziotto anche per una semplice multa. Credo che qualcuno dovrebbe chiedere spiegazioni alla coordinatrice di Regeni a Londra, è stata lei, egiziana, a mandare il ragazzo nel suo paese e non si sa perchè se non che lui ci ha rimesso la pelle. Spero che la verità salti fuori molto presto ma credo che il povero Giulio si sia trovato invischiato in qualcosa di molto più grande di lui, che sia stato semplicemente usato e che il segreto di tutta la storia sia a Londra.
Un cordiale Shalom


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