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La menzogna di 'Gesù palestinese' 15/12/2015

Pubblichiamo volentieri la lettera Alberto Tancredi, Presidente Associazione Romana Amici D'Israele, a Maria Beatrice Marongiu su un tipico caso di falsificazione della storia in funzione anti israeliana.

Eccola:

Alla c.a. della docente Vice Preside sig.ra Maria Beatrice Marongiu, apprendo con sgomento da un articolo apparso su Il resto del Carlino edizione di Modena a firma della giornalista Valentina Reggiani, che lei afferma che "Se vogliamo essere precisi – sottolinea la vice preside – Gesù è nato in Palestina, era arabo." http://www.ilrestodelcarlino.it/modena/isla-natale-scuola-1.1562920
Ora,in base a documenti storici incontrovertibili si può tranquillamente affermare che la "Palestina" è la denominazione romana della provincia che risale all'epoca dell'imperatore Adriano, nel 135 d.C., quando il nome ufficiale Syria Palaestina sostituì il precedente Iudaea includendo anche altre entità amministrative: Samaria, Galilaea, Philistaea e Perea. Il cambio di denominazione avvenne dopo la terza e ultima guerra giudaica condotta da Simone Bar Kokhba contro l'impero Romano: con la sconfitta degli Ebrei in rivolta, i Romani cambiarono addirittura il nome a Gerusalemme e la chiamarono Aelia Capitolina. Yehoshua, a lei noto come Gesù, nacque a Beith Lehem (che in ebraico significa Casa del Pane) da Maria di Nazareth figlia di Gioacchino (della stirpe di David) e di Anna (della stirpe di Aronne) e suo padre "legale" era Giuseppe falegname (della stirpe di David). Ora spero di non doverle spiegare chi fossero David e Aronne: di certo non erano "arabi"! Erano Ebrei!
Ebbene, Giuseppe e Maria, gli Ebrei di cui le parlavo, erano talmente "tanto" Ebrei che otto giorni dopo la nascita di loro figlio Yehoshua (meglio noto come Gesù), lo portarono al Tempio (ebraico) per la prescritta circoncisione (Brith Milà). Erano talmente "tanto" Ebrei che quaranta giorni dopo la nascita di Yehoshua (sempre Gesù di cui parlavo prima) a Betlemme, Giuseppe e Maria (gli Ebrei di cui sopra della stirpe di David di cui sopra ... Ebreo pure lui per la cronaca), secondo la pratica religiosa ebraica del tempo, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore, così come prescritto dalla legge mosaica. Secondo Lv. 12, 2-8, la madre di un figlio maschio doveva presentarlo, quaranta giorni dopo la nascita, davanti al tabernacolo del Tempio Ebraico, e offrire in olocausto, come purificazione per sé, un agnello o, per i più poveri, una coppia di colombe o di tortore, che nell’icona della festa sono portate da Giuseppe, rimarcando le modeste condizioni economiche della Sacra Famiglia. La presentazione di un primogenito maschio aveva anche il significato di riscatto, perché apparteneva a Dio (Nm. 18, 14-18). Sulla base di quali testi lei invece afferma che Gesù era "arabo"? Le sarei profondamente grato se potesse fornirmi lumi su questa sua sensazionale scoperta! Saranno graditi documenti e fonti storiche da consultare: sono bandite però tutte le notizie provenienti dall'Autorità Nazionale Palestinese, notoriamente di parte e poco attendibile. Se non sbaglio infatti il primo a dire che Gesù era addirittura "palestinese" fu Yasser Arafat, non proprio uno storico di chiara fama con anni di studi alle spalle per potersi avventurare in simili affermazioni. Nel caso non potesse fornire elementi utili a identificare l'Ebreo Gesù come "arabo", sarà gradita una rettifica a mezzo stampa per evitare di continuare a confondere le persone fornendo informazioni errate. Cordiali saluti

Alberto Tancredi
Presidente Associazione Romana Amici D'Israele


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