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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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Bravo Dragor, quasi Ugo Volli 03/06/2010

dal sito web de La Stampa:

Pensate un po’, in un sondaggio della BBC su un campione di 29.000 persone  in 28  paesi  Israele ha riportato soltanto il 19% di opinioni positive, quasi tutte grazie all’apporto degli Stati Uniti e del Kenya (forse perché Obama è di origine keniota).  I paesi dove Israele è meno amato sono l’Egitto, malgrado 30 anni di pace, e  la Turchia, pure legata a Israele da un trattato di cooperazione. Ma non fatevi illusioni, l’islam c’entra solo in parte. Anche il Brasile, la Germania e la Thailandia hanno una pessima opinione d’Israele.  In  Francia le opinioni positive sono il 20 %, in Spagna e Portogallo precipitano a 9, in Giappone a 2.

 

 

   

 

 

   Non vi sembra strano? Israele avrebbe tutto per farsi amare. E’ un bellissimo paese. Il suo livello culturale è straordinario in ogni campo.  Le sue realizzazioni sul piano sociale,  agricolo, tecnico , artistico e scientifico non hanno pari. Gli ebrei sono generalmente simpatici e hanno molto senso dell’humour, non per niente hanno sempre dato al mondo i migliori comici. Eppure a Israele non si perdona niente. Dappertutto, nel mondo, sono in corso conflitti che fanno sembrare la questione israelo-palestinese  una scazzottata da osteria ma la gente se ne infischia. Chi protesta se i coreani del Nord fanno fuori 10 loro cugini del Sud? Se i talebani  trasformano in colabrodo 50 loro fratelli? Se gli iracheni fanno saltare in aria 100 loro connazionali in coda all’ufficio di collocamento?  Se i pakistani trasformano in hamburger 200 fedeli che pregano in una moschea? Tutte questi massacri hanno diritto solamente a uno svogliato trafiletto nelle pagine interne dei giornali. E per la maggior parte vengono ignorati dalla gente. Nessuno si scomoda a scendere in piazza, nessuno manifesta sotto l’ambasciata dell’Iran o dell Corea, nessuno brucia bandiere con la mezzaluna.

 

 

 

 

 

 

   Ma  a ogni eccesso degli israeliani succede il finimondo. La gente se la prende perfino con le sinagoghe. Sarebbe come prendersela con le chiese a causa della politica di Obama. Che i morti siano 10, 100 o 1000 poco importa. Conta una  provocati da Israele.  La connessione europea della questione mediorientale, le sue ramificazioni religiose, la sua strumentalizzazione nelle agende politiche dei paesi arabi fanno si’ che Israele sia un caso a parte. Tutte le regole sono sovvertite. Finito il periodo coloniale, a ogni paese si riconosce il diritto di costituirsi in Stato indipendente ma per Israele si fa eccezione. Molti ritengono che non abbia il diritto di esistere e occupi illegalmente il suolo della Palestina. S’ignora il fatto che i palestinesi siano sempre stati dominati da partiti fondamentalisti per i quali la distruzione d’Israele è più importante della creazione di uno Stato palestinese.  S’ignora il fatto che questi partiti fondamentalisti hanno rifiutato di costituire uno Stato palestinese negli anni Trenta, che negli anni 40 si sono alleati con Hitler,  che a ogni guerra si sono alleati con gli aggressori d’Israele, che nel 1948 e nel 2000 hanno nuovamente rifiutato di costituire uno Stato palestinese. Per forza, con la creazione di questo Stato finirebbe ogni conflitto e i fondamentalisti vivono di conflitti. Non accetterebbero mai il confronto con uno Stato d’infedeli ai propri confini.

 

 

 

  

 

 I fondamentalisti  conoscono bene la situazione e sanno  di poter vincere a ogni colpo. Se tirano i razzi su Israele e fanno fuori qualcuno, bene: qualche israeliano di meno. Se Israele reagisce e fa fuori qualche palestinese, meglio ancora: fa la figura dell’aguzzino. Se poi la reazione è sproporzionata, come accade spesso, è il massimo: Israele finisce sulla lista nera e diventa il paese più odiato del mondo. Per questo Hamas prende il suo popolo in ostaggio, lo usa come scudo umano e gli impedisce di avere uno Stato, per questo i fondamentalisti  travestiti da pacifisti organizzano spedizioni “umanitarie” dove sanno di poter vincere comunque, per questo l’armata israeliana dovrebbe affidarsi a un esperto di pubbliche relazioni.  Un esperto che per prima cosa direbbe: miei cari, avete un grosso problema d’immagine. Prima di tutto, via la mano dal grilletto. Che cattivo gusto, reagire con una sparatoria a qualche  bastonata, e per giunta  fuori dalle acque territoriali. Queste sono cose da pirati, da talebani e da pasdaran, non da gente perbene. E vi meravigliate di essere il paese più odiato del mondo?  Fate un po’ le vittime come una volta, forse diventereste più simpatici.

 

 

   

 

 

       Dragor

 

 


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