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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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Lettere inviate al presidente della Camera 16/05/2006

Al Presidente della Camera On. Fausto Bertinotti

Nella Sua alta carica di Presidente della Camera dei deputati, ivi compresi gli eletti con i voti degli Ebrei italiani e dei loro connazionali che non vogliono dimenticare, Lei dovrebbe formulare una chiara condanna al giornale del Suo partito, LIBERAZIONE, per aver pubblicato il 12 maggio 2006 un’ignobile vignetta nella quale, parafrasando la scritta “Arbeit macht frei ” del famigerato cancello di Auschwitz con l’espressione “La fame rende liberi”, si discredita pesantemente Israele con l’accusa immaginaria di avervi edificato un altro, identico, per internarvi sarcasticamente tutta la Palestina. Ricordo come Lei anni fa nel primo “Gay Pride” celebrato a Roma si riconoscesse con gran foga oratoria come gay, ebreo, palestinese, nero, donna… e in qualsiasi altra condizione di minorità e disagio. Mi piacerebbe che oggi Lei, dall’alto del Suo ruolo istituzionale, evocasse la Sua identità ebraica - quella che ha conosciuto davvero: Lager, Arbeit, morte per fame, sevizie dei dott. Mengele di turno, scheletri ambulanti, odore di corpi bruciati nei forni, sterminio di milioni d’innocenti e sopravvissuti con un numero tatuato sul braccio- si dichiarasse personalmente offeso, pretendendo da LIBERAZIONE le scuse dovute a tutti quelli che la vignetta ha vilipeso insieme all’impegno d’essere in futuro più responsabili ed ONESTI nel trattare le tragedie della Storia.

Distinti saluti, Alberto Hammerman

"Illustrissimo Presidente della Camera dei Deputati,
voglio farLa partecipe del mio sdegno a proposito del paragone tra lo Stato di Israele e il Terzo Reich proposto da una vignetta (che qui allego) pubblicata  da Liberazione , il giornale del Suo partito.
Considero aberrante utilizzare l'immagine del cancello d'ingresso di Auschwitz  per costruire un vergognoso ed innammissibile parallelo tra il Terzo Reich ed Israele.
Indipendentemente dalle Sue -e mie- opinioni sulle scelte politiche del Governo d'Israele, sono fermamente convinta che Lei non deve tacere di fronte ad un simile episodio poiché il Suo silenzio sarebbe interpretabile come assenso, tanto più grave data la Sua alta carica istituzionale. 
Lei ha il dovere di formulare una chiara condanna così come fermamente  fece in occasione di dichiarazioni inaccettabili -a proposito dell'esistenza dello stato di Israele e sui nostri soldati a Nassiriya- da parte di un candidato del Suo partito.
Voglio continuare a tributarLe la stima che sino ad oggi ho nutrito per Lei.
Gradisca i miei migliori auguri di buon lavoro.
Tina Fronte

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