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Giorgia Greco
Libri & Recensioni
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Alyson Richman, Un giorno solo, tutta la vita 31/12/2012

Un giorno solo, tutta la vita                 Alyson Richman
Traduzione di Isabella Zani
Piemme                                                    Euro 18,00


“….voglio che tu ne diventi la custode. Che ne conosca la storia. E lo veda non solo come un simbolo di resistenza, ma anche di amore eterno”.
Con queste parole l’autrice offre in dono alla nipote un quadro dipinto “con il sangue e con il cuore” da Lenka Josefina Maizel (protagonista dell’affascinante romanzo di Alyson Richman), un’opera realizzata nell’orrore del campo di Terezin per conservare viva la Memoria di un’amica e fissare per l’eternità l’attimo in cui l’amore immenso di una madre per il proprio bimbo si oppone con la forza della disperazione alla crudeltà degli aguzzini nazisti.
Il ricordo dello sterminio del popolo ebraico non può rimanere circoscritto alla Giornata della Memoria perché la cultura della Shoah si costruisce giorno dopo giorno e ogni nuovo romanzo o testimonianza sono tasselli preziosi che contribuiscono ad approfondire e accrescere la conoscenza di eventi storici che è dovere delle nuove generazioni non dimenticare mai.
Alcuni giovani israeliani sfidando proibizioni religiose hanno scelto di farsi tatuare sull’avambraccio il numero che nonni o zii scampati ad Auschwitz portavano a memento di quella tragica esperienza, perché dopo settant’anni “la nostra generazione non sa più nulla sulla Shoah” e anche questo è un modo per legarsi intimamente ai sopravvissuti.
Leggere, dunque, continuare a leggere sulla Shoah è il minimo che ciascuno di noi può fare per tenere viva la fiaccola della Memoria.

Il libro della scrittrice americana Alyson Richman, divenuto un bestseller in poche settimane, è un inno alla forza dei ricordi, un omaggio alla tenacia dell’animo umano e all’intensità di un amore che nonostante i lutti, le sofferenze e la guerra sopravvive per più di sessant’anni.
Ispirata a persone realmente esistite le cui vicende si intrecciano nella trama, la storia prende avvio nell’anno 2000 a New York in occasione del matrimonio di Eleanor e Jason , nipoti di due anziani che sembrano incontrarsi per la prima volta. Ma qualcosa nello sguardo della donna anziana, la carnagione di piuma, gli occhi azzurro ghiaccio colpiscono il vecchio Josef fino a quando percependo sotto il tessuto trasparente di una manica i numeri blu tatuati è colto da un brivido e dalla consapevolezza che quella donna che lo fissa come in trance è sua moglie Lenka, la bellissima giovane donna che sessant’anni prima aveva sposato a Praga.

Ed è proprio a Praga dopo un incipit così travolgente che il lettore viene catapultato per ripercorrere la storia struggente di due giovani, Lenka e Josef, che la vita prima ha unito con un sogno d’amore, poi crudelmente diviso.
Con uno stile poetico, arricchito da una grazia stilistica non comune, l’autrice ci racconta l’infanzia di Lenka attorniata dall’affetto dei genitori e dalla vivacità della sorellina Marta, l’adolescenza spensierata all’Accademia di belle arti di Praga dove studia disegno con le care amiche Veruska ed Elsa, lo sbocciare di un amore tanto puro quanto intenso per Josef e infine la decisione di unirsi per la vita.
Ma dall’autunno del 1938, dopo le dimissioni del presidente Benes, la situazione politica diventa insostenibile per le famiglie ebree: insulti, provocazioni, pestaggi sono solo i primi accenni di una persecuzione che nel giro di pochi mesi si allargherà a macchia d’olio in tutto il paese e a quel punto nel gennaio del 1939 l’invasione tedesca della Cecoslovacchia è solo questione di tempo.
Il registro narrativo della scrittrice muta da uno stile lento, pacato attento ai minimi dettagli ad una prosa più veloce, quasi più urgente per seguire l’incalzare degli avvenimenti che si dispiegano nella seconda parte del libro: il matrimonio, la volontà della famiglia di Josef di emigrare in America e la decisione sofferta di Lenka di non seguire il marito per non abbandonare i genitori e la sorella, ancora sprovvisti di passaporto, in balia dei nuovi terribili eventi.
E’ a questo punto che le vite di quei giovani che si erano giurati amore eterno si dividono: Josef parte alla volta dell’America ma nel naufragio della nave Athenia assiste alla morte dei genitori e della sorella, Lenka viene deportata a Terezìn con la famiglia e grazie alla sua straordinaria attitudine per il disegno trova impiego nei laboratori di Lautscher Wekstatte dove insieme ad altri artisti dipinge cartoline e quadri per la vendita in Germania. Nelle pagine che raccontano del campo di Terezìn prima e di quello di Auschwitz poi c’è tutto l’orrore del progetto di sterminio degli ebrei, quello che Primo Levi definì la “demolizione dell’uomo” ma anche il tenace e coraggioso tentativo di rendere testimonianza con un movimento clandestino di resistenza che si occupa di portare all’esterno i dipinti di alcuni artisti per far sapere al mondo e “raccontare” meglio di tante parole la tragedia che incombe su uomini, donne, bambini ebrei. Ogni qual volta dispongono di un pezzetto di carboncino ciascuno di quegli artisti, affamati, infreddoliti, privati di tutto combattono muti la loro guerra contro la crudeltà nazista e dipingono ciò che vedono su tele improvvisate che poi nascondono in contenitori metallici sottoterra, con l’intento di recuperarle alla fine della guerra. Così farà anche Lenka con quel dipinto struggente che ritrae l’amica Rita e il suo piccolo bebè morto appena nato e del quale farà dono alla nipote alla vigilia del suo matrimonio.
Con una scrittura che lascia fluire l’intensità delle emozioni la scrittrice, a capitoli alterni, ripercorre la vita di Lenka e Josef dopo la guerra, gli affetti con i quali hanno tentato di colmare il vuoto nei loro cuori: la delicata Amalia, silenziosamente accompagnata dai fantasmi della sua famiglia morta in Europa, che per trentotto anni ha riscaldato la minestra di Josef al suo ritorno dall’ospedale dove, seguendo le orme del padre, era diventato ostetrico, il bellissimo e generoso Carl Gottlieb, un uomo che aveva donato a Lenka una figlia saggia e forte e il cui amore “aveva trasformato una persona che voleva morire in una donna dalla vita piena e bellissima”.
E infine, con un risvolto imprevedibile come solo la vita può offrire, l’autrice ci regala pagine di autentica emozione nel racconto di un amore ritrovato in vecchiaia, un sentimento dolcissimo che finalmente si rivela al mondo perché la persona amata non è più un fantasma sognato per anni e racchiuso nel cuore, ma un miracolo di vita in carne e ossa.
Alyson Richman, i cui romanzi hanno ottenuto un vasto consenso di pubblico e critica, si conferma un’autrice di talento capace di descrivere, con squisita arte narrativa e accuratezza storica, i personaggi e gli avvenimenti che fanno da sfondo ad una storia d’amore d’altri tempi dove, fra rimpianti e certezze, speranze e delusioni, trovano albergo i valori imprescindibili dell’esistenza umana: la dedizione alla famiglia e il sacrificio della propria vita per chi si ama.


Giorgia Greco


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