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Giorgia Greco
Libri & Recensioni
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Massimo La Verde, Con la testa sotto la sabbia 20/02/2012

Con la testa sotto la sabbia                                       Massimo La Verde
Sovera                                                                             Euro 15

Il rifiuto che la collettività oppone all’ideologia antisemita quando si esprime in contesti pubblici e con manifestazioni di violenza è sempre immediato e netto.
Non è così nei luoghi privati, in famiglia o fra amici quando l’antisemita può manifestare liberamente il suo pensiero senza incorrere in “sanzioni morali” o nell’ostracismo pubblico.
Il libro di Massimo La Verde, dal titolo emblematico Con la testa sotto la sabbia, offre un’occasione preziosa per affrontare il tema dell’antisemitismo e delle sue nefaste conseguenze attraverso la storia di giovane, l’autore stesso, che ha avuto il coraggio e la maturità di intraprendere la strada di un cambiamento interiore che lo ha portato a riconsiderare le idee nelle quali credeva fino a cambiarle radicalmente.
E’ la storia appassionante - narrata con uno stile semplice privo di virtuosismi letterari ma forse per questo ancor più immediata - di un ragazzo che nel suo percorso formativo diventa di destra quasi per seguire la moda della scuola o del quartiere nel quale cresce (“….era molto difficile per un ragazzo della mia età mantenere una posizione neutrale, sia per la naturale ricerca di ideali da seguire che per le difficoltà che l’essere neutrale comportava”). In questo contesto assiste, seppur senza parteciparvi direttamente, ad un pestaggio perpetrato nei confronti di due ragazzini ebrei e un giorno vestendo i panni del perfetto fascistello con una croce celtica al collo incontra un giovane ebreo dalla carnagione olivastra, fisicamente più alto e sviluppato di lui che adocchiando quell’oggetto non può fare a meno di mollargli uno schiaffo.
“Da questo schiaffo, più morale che fisico, comincia un percorso lunghissimo, durato anni, che mi porta oggi, alla soglia del mio quarantaduesimo anno di età, ad essere una persona completamente diversa”.
Il lettore segue con grande partecipazione il percorso che ha portato l’autore ad accostarsi con umiltà e coraggio all’ebraismo e a Israele con quel rispetto e quell’onestà intellettuale che hanno caratterizzato ogni suo gesto o azione in difesa della “verità”.
Al conseguimento di tutto questo ha contribuito la sua indole buona e generosa, l’impegno nella disciplina sportiva che lo ha forgiato nel fisico e nel carattere, la passione per il suo lavoro di poliziotto svolto con grande rettitudine morale, la sua sete di conoscenza che lo ha condotto a studiare tutti gli aspetti della questione ebraica – sotto il profilo religioso, sociale e politico – coltivando amicizie e condividendo i suoi traguardi con persone eccezionali come gli amici Mauro e Marco.
Sono pagine bellissime quelle che narrano del suo “approdo” in Israele, dello stupore dinanzi a città così diverse come Gerusalemme e Tel Aviv, della profonda commozione suscitata dalla visita al Museo della Shoah di Yad Vashem, della partecipazione emotiva con la quale ha seguito la vicenda del soldato israeliano rapito da Hamas, Gilad Shalit, adoperandosi con forza una volta tornato in Italia per far conoscere il più possibile questa drammatica vicenda nella sua città e nel contempo per far sentire la solidarietà del popolo italiano ai genitori Noam e Aviva.
Il libro di La Verde, che si legge con vero piacere per la scorrevolezza della prosa, ha anche il pregio di offrire molti spunti di riflessione rappresentando una lettura particolarmente preziosa per le nuove generazioni.
Oggi come non mai i giovani hanno bisogno di messaggi chiari: cambiare idea non è un segno di debolezza bensì di forza ed inoltre non aver paura di andare contro l’ideologia del gruppo è segno di maturità e forza. Da ultimo l’autore si sofferma in alcune pagine del libro su tematiche che ritengo molto educative per gli adolescenti: saper provare gratitudine per i traguardi che si conseguono nella vita e nel lavoro e non porsi mai nella posizione di “giudice” o di “critico” senza aver prima studiato e conosciuto a fondo la problematica che si vuole affrontare.
Tutto ciò insegna il rispetto e l’umiltà, doti tanto rare quanto preziose.
E’ un libro da leggere e da regalare perché, attraverso la vicenda di un giovane che saputo cambiare il corso della sua vita, offre un contributo imperdibile per abbattere l’ignoranza di chi non vuol sapere e di chi vuol tenere la testa sotto la sabbia.

Giorgia Greco


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