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Deborah Fait
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Occupazione, apartheid e adesso genocidio, le tre parole dell'odio 29/01/2024

Occupazione, apartheid e adesso genocidio, le tre parole dell'odio
Diario di guerra di Deborah Fait


UNRWA collaborava con Hamas: la scoperta dell'acqua calda

Abbiamo visto come nella Giornata della Memoria della Shoah, i nemici di Israele si siano molto impegnati a sporcarla con tentativi mal riusciti di cortei, impediti dalle forze dell’ordine, e con i loro slogan assurdi, beceri e ignoranti. Abbiamo una prova della loro ferocia e totale assenza di pluralismo e democrazia dalle minacce di morte rivolte a quel giovane eroe, un ragazzo che dalla finestra di casa sua ha messo bene in mostra un cartello con la scritta “Free Gaza from Hamas”. Ha fatto bene a non scendere, lo avrebbero linciato in nome della Palestina. Una volta di più devo ammettere che ritengo inutile celebrare il 27 gennaio, sono ormai anni che ce lo sporcano con innumerevoli idiozie e cattiverie, con malvagità. Gli anni scorsi ci dicevano “ e gli zingari…e i pellerossa…e…e…?”non sapendo, ignoranti e scellerati, che vi sono altre giornate per commemorare le disgrazie subite da tanti popoli perseguitati. Il 27 gennaio è per i 6 milioni di ebrei inghiottiti dalle bocche dei forni crematori. PUNTO! La Giornata della Memoria non è stata decretata per gli ebrei che non hanno bisogno di una data specifica per ricordarlo, quella tragedia è dentro di noi, sempre e per sempre. È stata istituita nel 2005 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite perché il mondo intero non dimentichi mai ciò che è stato il genocidio degli ebrei, studiato a tavolino dai nazisti, eseguito su scala industriale nell’indifferenza del mondo intero. Per questo motivo quando sento i fanatici del terrorismo palestinese, ignoranti e volgari, blaterare di “genocidio dei palestinesi”, sono percorsa da un brivido di rabbia cieca.
È immorale equiparare la Shoah, un delitto atroce per l’eliminazione di un popolo pacifico che non era in guerra con nessuno in Europa, a dei palestinesi che purtroppo muoiono a causa di una guerra incominciata da loro stessi.
È immorale far credere che Israele ammazzi per vendetta i civili palestinesi.
È immorale non riconoscere che ogni palestinese che muore debba essere addebitato a Hamas che usa i civili come scudi umani impedendo loro di fuggire in zone sicure e tenendoli prigionieri nelle loro case requisite come depositi di armi.
È immorale tacere sui quintali di armi ed esplosivi trovati nelle case private, nelle scuole, negli ospedali, sotto i lettini di bambini. Ogni edificio, sia pubblico che privato, di Gaza è una santabarbara, ogni cittadino di Gaza è un possibile terrorista anche se non membro ufficiale di Hamas.
È immorale sostenere che Hamas non è i palestinesi. Hamas è parte del popolo palestinese, lo vive e lo rappresenta.
È immorale infine paragonare 25 mila morti in bombardamenti sempre preceduti da avvisi alla popolazione, a 6 milioni di persone, di ebrei, rastrellati in tutta Europa, trascinati in treni bestiame fino ai campi della morte e da là nelle camere a gas o ai lavori forzati per morire anche là, di freddo, di fame, di fatica, di frustate. Purtroppo la morale e l’onestà non sono argomenti che interessino i palestinesi e i loro sostenitori, al contrario, sanno perfettamente che le loro parole non sono inutili, sanno che diventano in un battibaleno slogan ripetuti milioni di volte contro Israele. Da provetti propagandisti sanno perfettamente quali termini toccano il nervo scoperto dell’Occidente, astutamente ci marciano e, purtroppo, vincono, con la propaganda più cinica, l’informazione corretta che qualcuno ancora tenta, cocciutamente e coraggiosamente di diffondere. Dunque, le tre parole chiave per farci odiare dal mondo intero sono:
Occupazione. Inesistente. In Cisgiordania (Giudea e Samaria) governa Abu Mazen, eletto nel lontano 2005, da allora niente più elezioni nella sua dittatura. A Gaza governa, ancora, Hamas che nel 2006, dopo aver eliminato fisicamente, sparando loro addosso o scaraventandoli giù dai tetti dei palazzi, tutti gli avversari di Fatah, ha vinto le elezioni. Quindi occupazione da parte di Israele zero ma fa ancora tanta audiens tra i politici e i media occidentali. Sono sempre stupita e amareggiata dalla facilità con cui tutto il mondo beve le menzogne contro Israele, senza porsi il minimo dubbio. Usano i se e i ma solo per dubitare dei nostri morti. Non è strana sta cosa? No, non lo è, tutto fa parte del pacco di odio che si portano sulle spalle e che allegeriscono sputandolo fuori alla prima occasione.
Apartheid. Inesistente. Gli arabi di Israele hanno tutti i diritti che una democrazia prevede per i propri cittadini. In Israele esistono scuole miste in cui si insegna in entrambe le lingue, negli ospedali più della metà del personale medico e paramedico è araba, nell’esercito servono giovani arabi e non è raro trovare arabi ai massimi livelli dell’esercito. Arabi possono essere i rettori delle università se meritevoli. Il presidente della Corte Suprema era un arabo che, tra l’altro, mandò in galera il presidente di Israele Katzav, per stupro. Quindi non esiste alcuna apartheid nei confronti degli arabi di Israele. Dirò di più, dopo il massacro perpetrato dai palestinesi il 7 Ottobre, non un solo arabo israeliano è stato oggetto di ritorsioni personali o di semplici insulti. Abbiamo vissuto quella tragedia con sgomento e orrore insieme. A dirla tutta, l’apartheid in Israele esiste solo nei confronti dei cittadini ebrei che, per divieto del Waqf, una fondazione giordana adibita alla salvaguardia dei luoghi santi islamici, possono salire sul Monte del Tempio, il luogo più santo per l’ebraismo, solo dietro permesso degli arabi, solo in determinati giorni e ore. Agli ebrei è vietato in assoluto pregare quando sono sul Monte, vengono regolarmente accolti da urla, sputi e tiri di pietre da parte di donne e bambini palestinesi. Questo nessuno lo dice e, soprattutto, nessuno si scandalizza per un simile sopruso degno del peggior fanatismo e intolleranza religiosa. Stiano attenti in Europa, invece di dare addosso a Israele, imparino da quello che accade in un paese non islamico e democratico, circondato dall’islam. Stiano attenti alla libertà religiosa cui sono abituati. Stiano attenti alle loro chiese. L’islam è abuso, prepotenza, morte della democrazia. L’Europa patria del buonismo, dell’ipocrisia e dell’antisemitismo non ha mai detto una sola parola per questo trattamento barbaro contro gli ebrei in casa loro. Il Papa, sapendo che anche i cristiani sono soggetti a restrizioni dal potere che i palestinesi esercitano sui luoghi santi, non ha mai proferito verbo. Quindi, come dimostrato, anche l’accusa di apartheid è falsa. Eppure la ripetono ogni momento, insieme alle altre: occupazione, apartheid e adesso genocidio. Le tre parole dell’odio. Le tre parole usate per arrivare all’eliminazione di Israele, prima fiaccandolo moralmente con continue accuse false, poi fisicamente. Quanto scommettiamo che non riusciremo a liberarci di nessuna delle tre? Possiamo contestarle e dimostrane la falsità per l’eternità, non cambieranno mai idea. Tutto quello che dice Israele sono parole al vento. Ne abbiamo avuto proprio in questi giorni l’esempio chiaro e lampante. Per anni il nostro governo ha avvisato l’ONU, gli USA e il mondo delle attività terroristiche dell’agenzia URNWA che, attraverso le scuole e il suo potere, fa il lavaggio del cervello ai giovani palestinesi, da piccolissimi in su. Diffonde odio, i suoi testi scolastici negano il diritto di Israele ad esistere e ribadiscono il diritto dei palestinesi al martirio incoraggiandoli ad ammazzare ebrei per raggiungere il paradiso di Allah. Adesso finalmente è scoppiato il bubbone. Israele ha dimostrato, attraverso immagini e video, la partecipazione di almeno 12 membri dell’URNWA coinvolti nel pogrom del 7 Ottobre. Guterres, capo dell’ONU, si dice “orripilato”, Lazzarini, capo dell’URNWA, dice che non ne era a conoscenza…lui non c’era e se c’era non vedeva e non sentiva. Bugiardi e malvagi! Sapevano tutto o sono completamente rincretiniti. Io opto per la prima possibilità. I 12 terroristi/impiegati sono stati licenziati per salvare la faccia. Vari paesi hanno sospeso le donazioni, tra i quali, per fortuna l’Italia, e una montagna di miliardi non arriverà più a quella banda di delinquenti.

Deborah Fait
Deborah Fait

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