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Deborah Fait
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La mela non cade lontano dall'albero 08/11/2020
La mela non cade lontano dall'albero
Commento di Deborah Fait

A destra: Marwan Barghouti, terrorista pluriassassino detenuto in Israele

I proverbi spesso dicono la verità, soprattutto quelli più antichi e saggi. Leggendo l'articolo pubblicato su Il Venerdì di Repubblica a firma Davide Lerner dal titolo "E Barghouti spera ancora" mi è venuto alla mente il detto che "la mela non cade lontano dall'albero" e, in questo caso, la mela Davide Lerner ha avuto la sfortuna di cadere proprio vicinissimo, quasi dentro, l'albero Gad Lerner. Stesse idee nefaste, stessa malcelata comprensione, quasi affetto, per il terrorismo palestinese, stessa ammirazione per tutto ciò che è contro Israele. Dicono che spesso i figli di genitori troppo presi da idee politiche estremiste, prendano la strada inversa, proprio per una sorta di ribellione, beh, per Davide non è stato così, lui e il padre sono uguali, talmente in simbiosi da poter firmare l'uno gli articoli dell'altro senza che nessuno se ne accorga, forse nemmeno loro.
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Davide Lerner

Il giovane Lerner inizia il suo racconto da fantascienza con queste parole: " Per diversi anni ho preso in prestito l'automobile di una cugina israeliana - unica raccomandazione, quella di non entrare per nessun motivo nei centri abitati palestinesi. «Vedrebbero la targa israeliana e ti lancerebbero le pietre» mi disse quando, per la prima e unica volta, le chiesi il permesso di usarla nella West Bank. L'Oktoberfest all'ottimo birrificio di Taybeh, l'unico villaggio al 100 per cento cristiano nei territori, doveva aspettare. In verità non esisteva nessun rischio reale. Avrei avuto modo di verificarlo in seguito, arrivando tranquillamente con targhe israeliane nel centro del campo profughi di Jenin, a casa dell'attivista palestinese Ahed Tamimi a Nabi Saleh, o anche, per questa intervista, in pieno centro a Ramallah dalla moglie di Marwan Barghouti, considerato uno dei leader della seconda intifada."

E qui ho avuto il primo restringimento dello stomaco, sono sincera, mi sembrava di far parte della pubblicità di Gaviscon, quello contro l'acidità di stomaco. Vorrei ricordare a Davide il linciaggio seguito da cannibalismo di due riservisti israeliani entrati per errore a Ramallah, sono stati catturati portati nei locali della polizia palestinese, ammazzati a bastonate, fatti a pezzi, tolto il cuore e il fegato, che qualcuno ha azzannato e esistono le foto ricordo, e poi gettati dalla finestra dove la gente ha fatto il resto, camminando sui poveri cadaveri fino a ridurli in poltiglia. Era l'ottobre del 2000, si chiamavano Vadim Nurzhiz e Yossi Avraham, erano giovani ragazzi, la moglie di Vadim aspettava un bambino nato dopo la sua morte. Ricordo ancora con orrore uno dei cannibali affacciarsi alla finestra dell'edificio urlando di gioia con le mani e le braccia rosse del loro sangue. Quella foto ha fatto il giro del mondo ma non è stata sufficiente a far cambiare idea sui palestinesi ai tanti adoratori di Arafat &co. Ricordo anche l'episodio di due ragazzi israeliani che, incoscienti del pericolo, poveretti, erano andati in un villaggio arabo palestinese per mangiare dell'ottimo humus, mentre erano seduti al tavolo della trattoria sono entrati gli scagnozzi Tanzim di Marwan Barghouti ( si, proprio quello che Lerner considera un eroe), li hanno presi, portati all'aperto, messi contro un muro e fucilati sul posto. Che ne dici Davide Lerner? Di episodi del genere potrei raccontartene a decine. Fino a quando l'esercito israeliano non ha vietato ai cittadini israeliani di recarsi nei territori, le aggressioni con assassinio di inermi cittadini israeliani sono continuate nell'indifferenza del mondo e in alcuni casi, con la complicità e il divertimento dei tanti nemici di Israele che godevano di ogni nostra lacrima di disperazione. Ma andiamo avanti nella lettura. Sorvoliamo sulla santificazione di Marwan Barghouti, da Davide Lerner descritto come uomo di pace, in realtà una vera serpe, capo dei Tanzim, uno dei tanti gruppi terroristici al soldo di Fatah, il partito di Arafat e, oggi, di Abu Mazen.

Vediamo come parla dell'inizio dell'intifada: "Fu la passeggiata dell'allora capo dell'opposizione israeliana Ariel Sharon sulla spianata delle moschee a Gerusalemme, considerata il terzo luogo più importante dell'Islam, a fornire nell'autunno 2000la scintilla per l'esplosione dell'intifada. Israeliani e palestinesi non ne hanno mai superato il trauma. «Io non guido mai in Cisgiordania, le targhe verdi dei palestinesi mi terrorizzano, saranno pure freedom fighters ma se ti sparano?» ci dice il famoso storico israeliano Benny Morris. In Israele autobus e ristoranti saltavano in aria a distanza di giorni. Gli oltre mille morti fino al 2005 - più di tremila invece quelli dalla parte palestinese durante la repressione della rivolta-condannarono il campo pacifista israeliano a un'irrilevanza politica che ad oggi non riesce a scrollarsi di dosso. Secondo Luisa Morgantini, ex vicepresidente del Parlamento europeo oltre che attivista filo-palestinese vicina a Fadwa e Marwan Barghouti, non fu solo la sfiducia verso la parte avversa ad accendere la guerriglia palestinese. «Non dobbiamo dimenticare che il 2000 fu anche l'anno del ritiro delle truppe israeliane dalla cosiddetta fascia di sicurezza nel sud del Libano» racconta. «All'epoca fu interpretato come una resa israeliana ai miliziani sciiti di Hezbollah, e persino leader moderati come Barghouti rivalutarono l'opzione della resistenza armata».

Allora, Davide Lerner, probabilmente tuo padre non ti ha detto che il Monte del Tempio, per te spianata delle moschee, è il primo luogo sacro più importante dell'ebraismo, solo il terzo, come scrivi giustamente, dell'islam e non ti avrà detto che, trovandosi in territorio israeliano, anche gli ebrei potrebbero salirvi per pregare. Metto il condizionale perchè evidentemente per te, per gli arabi palestinesi e i cosiddetti pacifisti israeliani e internazionali, non è così. In tutto il mondo i luoghi santi di ogni religione sono aperti, i musulmani di Israele possono andare a pregare nelle loro tante moschee senza problemi MA, e qui l'assurdo diventa realtà, sul Monte gli ebrei, bambini compresi, vengono presi a pietrate, sputi, spintoni e urla terrorizzanti di Allahu Akhbar. Era pacifico quindi che Ariel Sharon, in occasione del Capodanno ebraico, potesse recarsi sul Monte senza creare una rivoluzione, la seconda maledetta intifada. La verità è che questa, durata poi cinque anni, fino alla morte di Arafat, era stata decisa già tre mesi prima, in giugno, aspettavano solo l'occasione giusta che si presentò quando Ariel Sharon salì al Tempio degli ebrei. Tempio degli ebrei, capisci Lerner? Il nostro Tempio distrutto, costruito 3000 anni prima della moschea di Al Aqsa. E poi, ciliegina sulla torta, mi citi anche Luisa Morgantini, Davide Lerner, Luisa Morgantini, nooo! La peggior nemica di Israele, quella che, in adorazione di Arafat, incolpava sempre Israele del terrorismo palestinese, quella che, nei suoi anni migliori, andava a tirar pietre contro i nostri soldati.

Ma adesso viene il bello, ecco che Davide Lerner continua con la sua tranquilla, molto ben pensata, assurda e lucida disinformazione, citando, senza aggiungere un minimo contrasto, le parole della moglie di Barghouti : " Gli israeliani ne fecero il capro espiatorio perché era il leader più popolare (si riferisce sempre a Barghouti, suo idolo n.d.r). Già progettavano di uccidere Arafat, come poi fecero (la congettura che non sia morto per cause naturali è diffusa nel campo palestinese, ndr), e volevano mettere fuori gioco i suoi possibili eredi». Barghouti, dal 2002 rinchiuso in una prigione israeliana, rimane il leader palestinese che raccoglie maggiori consensi, simbolo laico e progressista di unità trasversale fra fazioni in perenne conflitto .Il suo volto compare di fianco a quello di Arafat a Qalandiya, il check-point che divide Ramallah da Gerusalemme, e in molti altri punti del muro di separazione costruito da Israele alla fine dell'intifada per prevenire gli attacchi suicidi " Parliamo dunque della dipartita di Arafat!

Gentile giovane Lerner, Yasser Arafat è morto marcio di AIDS per le sue molteplici frequentazioni di giovani fanciulli che poi faceva eliminare dai suoi centurioni, finendo spesso spiaccicati al suolo da qualche piano alto. Probabilmente quel demonio non sapeva che esistessero i preservativi. Gli israeliani diedero persino il permesso di trasportarlo su un aereo privato a Parigi dove fu curato fino alla morte (mai abbastanza benedetta) mentre al suo capezzale, la vedova Suha e l'entourage del dittatore moribondo già litigavano su chi si sarebbe beccata l'eredità miliardaria. Una buona parte del malloppo se lo prese, a giusto risarcimento di anni dovuti passare accanto a un simile mostro, Suha che continua ancora oggi a fare la vita da riccona tra Francia e Inghilterra. Ai palestinesi, legittimi eredi di quei soldi donati dal mondo per loro, non per le tasche di Arafat, non toccò un centesimo. Eppure, anziché odiare i loro capi mafia, sono ancora là a inveire contro Israele, l'unico paese che li aiuta a non crepare di inedia. Il resto dell'articolo è tutto un inno a Marwan Barghouti, alla moglie che vive di fronte alla Mukata nella speranza di vedervi entrare un giorno, come presidente, il marito galeotto e ai figli tanto bravi ragazzi, lavoratori, e di buone maniere. Dei gioiellini, insomma. E qui finisce l'articolo di Davide Lerner, un articolo del tutto inutile, colmo di false notizie, scritto a mo' di propaganda per un assassino che, mi auguro, non possa mai rivedere la luce del sole.

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Deborah Fait 
"Gerusalemme, capitale di Israele, unica e indivisibile"


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