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Deborah Fait
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Finalmente Hamas davanti alla Corte internazionale dell'Aja 23/02/2019

 Finalmente Hamas davanti alla Corte internazionale dell'Aja
Commento di Deborah Fait

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Avihai Shorshan

Per anni Israele è stato travolto dalla propaganda sia palestinese che di gruppi israeliani di estrema sinistra, uno tra questi composto da ex presunti soldati, tutti vilmente anonimi, che, finanziati dall'Europa, diffamano Israele e il suo esercito nel mondo.
Mi riferisco naturalmente al famigerato Breaking the Silence.
Finalmente qualcuno ha pensato di contrastarli non solo a parole che, se in difesa di Israele, non sono mai prese in considerazione, ma a fatti. 

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Tribunale internazionale dell'Aja

E' nato un gruppo di riservisti dell'esercito israeliano che ha presentato una denuncia contro Hamas e il suo capo Ismail Haniyeh alla Corte Internazionale dell'Aja.
E' la prima volta che succede, la prima volta che dei terroristi palestinisti vengono portati a processo presso un Tribunale internazionale. E' incredibile che mai nessuno lo abbia fatto ma è così. Finora è sempre accaduto il contrario, finora è sempre stato Israele ad essere denunciato di ogni immaginaria nefandezza per il diritto/dovere di difendersi dai criminali terroristi arabo-palestinesi.
Il gruppo, fondato da Avihai Shorshan, si chiama "Haemet shelì- La mia verità" e ha preparato un dossier con fotografie e testimonianze di soldati che avevano partecipato all'operazione Margine Protettivo del 2014 a Gaza e le prove della violazione dei diritti umani anche durante gli 11 mesi di attacchi al confine con Israele. 
Finalmente qualcuno ha deciso di averne abbastanza di storie inventate, fabbricate apposta per diffamare Israele e l'esercito che, più di ogni altro al mondo, rispetta i codici dell'etica militare e morale nei confronti del nemico.
Le 70 pagine del dossier preparate da Avihai Shorshan e dai suoi compagni raccontano delle violenze sistemastiche di Hamas contro civili sia palestinesi che israeliani, della totale assenza del rispetto dei diritti umani. Le testimonianze sono state portate all'Aja dal Forum Legale Internazionale e dall'Istituto di Giustizia di Gerusalemme e sono soprattutto relative a quanto sta accadendo settimanalmente da ormai quasi un anno al confine tra Gaza e Israele: ambulanze palestinesi che trasportano armi e terroristi, missili lanciati dall'interno delle scuole materne, naturalmente presenti i bambini. Uomini, donne e bambini usati come scudi umani e pagati per andare a rischiare la vita e la salute tra i fumi neri dei coppertoni, minacce e torture cui vengono sottoposti quelli che si rifiutano. 

L'avvocato Uri Morad del Jerusalem Justice Institute, che rappresenta il gruppo all'Aja, spera che il dossier induca Tribunale Internazionale a dimostrare serietà di fronte a questa rara opportunità di far sapere al mondo che nessuno può mettere in pericolo popolazioni ovunque esse siano e per nessun motivo. 
Ismail Haniyeh è colui che contribuisce ad infiammare le organizzazione terroristiche e la popolazione di Gaza, è colui che, come ogni altro boss palestinese fa da 70 anni ad oggi, nutre di odio e violenza i giovani fin dalla più tenera età, è ora quindi che il mondo prenda provvedimenti contro di lui. 
Probabilmente è solo un'illusione dal momento che tutti i criminali palestinesi, da Arafat a Marwan Barghouti (pluriassassino di civili israeliani), a Abu Mazen, sono considerati eroi dall'Occidente che si crogiola nell'odio contro Israele.
Il gruppo Haemet shelì-La mia verità è un'organizzazione che vuole presentare un'immagine completa di quello che i soldati devono affrontare ogni venerdì quando si trovano a difendere i confini di Israele non da semplici dimostrazioni come riportato dai media occidentali ma da attacchi terroristici veri e propri per penetrare in Israele. 
Non esiste nessun paese al mondo che condivida i propri confini con organizzazioni terroristiche, Israele deve difendersi a sud da Hamas, Jihad islamica e altri gruppi minori, a nord da Hezbollah e Iran e a ovest da Fatah, OLP e FPLP. A est abbiamo il mare dove i nostri vicini ci augurano di finire.
Avihai Shorshan attacca giustamente l'informazione internazionale che parla solo di Israele, incolpa solo Israele, accusa solo Israele e pensa sia giunta l'ora di raccontare quello che fa Hamas dal 2005, non solo contro i civili israeliani ma contro la popolazione palestinese distruggendo generazione dopo generazione. 

Personalmente, anche se sono molto felice che questo gruppo vada ad aggiungersi ad altri di brave persone stanche di vedere il proprio paese perennemente sul banco degli imputati, sono pessimista perché l'odio contro Israele è troppo diffuso e perennemente alimentato dalla propaganda antisemita/antisionista.
Mi auguro che la verità vinca anche se sarà quasi impossibile scalfire il muro di granito delle menzogne contro Israele. Dicono che la goccia scavi la roccia ma la roccia dell'odio è troppo dura, resistente e antica. Tutto vero, ma sta a noi a far sì che il risultato sia un altro.

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Deborah Fait
"Gerusalemme, capitale unica e indivisibile dello Stato di Israele"


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