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Deborah Fait
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19 anni, israeliana,stuprata, accoltellata, decapitata: arrestato l'assassino palestinista 11/02/2019
11.02.2019 19 anni, israeliana,stuprata, accoltellata, decapitata: arrestato l'assassino palestinista
Commenti di Fiamma Nirenstein, Deborah Fait

Testata:Il Giornale-Informazione Corretta
Autore: Fiamma Nirenstein-Deborah Fait
Titolo: «La filglia del rabbino uccisa a 19 anni, i minitri 'pena di morte al terrorista'-19 anni, ebrea,massacrata»

Sull'assassinio di Ori Ansbacher pubblichiamo oggi, 11/02/2019 due commenti, Fiamma Nirenstein sulGIORNALE a pag.13, Deborah Fait su IC
IC ha commentato ieri l'orrendo crimine:
http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=6&sez=120&id=73659

Il funerale di Ori

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Il Giornale-Fiamma Nirenstein: "La figlia del rabbino uccisa a 19 anni, i ministri 'pena di morte al terrorista'

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Fiamma Nirenstein

A volte la persecuzione terrorista (solo l'anno scorso 13 morti, centinaia di feriti alle fermate degli autobus, bambini neonati uccisi, impiegati innocenti giustiziati da compagni di lavoro, 341 missili da Gaza su case e scuole) cui è sottoposta Israele arriva all'estremo, e allora si solleva di nuovo la richiesta della pena di morte. Così è stato anche questa volta: il viso sorridente di Ori Ansbacher, figlia di un noto rabbino, bella quanto lo si può essere a 19 anni, stringe il cuore a tutta Israele dopo che nel week end è stato ritrovato il suo corpo accoltellato e nudo in un parco di Gerusalemme. Immediatamente le ricerche della Shin Beth, i servizi di sicurezza interna, e della polizia hanno condotto tramite l'incrocio sofisticato di informazioni a un ventinovenne di Hevron, Arafat al Rifaiyeh. Il giorno stesso aveva lasciato la sua casa con un coltello per raggiungere Beit Jalta, presso Betfemme. Da là e facile raggiungere Gerusalemme evitando i check point, e l'uomo è andato a caccia. Dopo avere ucciso Ori, una volontaria della natura, nei boschi che hanno segnato il suo destino, è stato rintracciato e catturato a Ramallah, dove aveva probabilmente sostegno e amici. E da cui ogni giorno parte il messaggio ripetuto senza fine dalle moschee alla tv ufficiale ai discorsi politici: parla della santità del terrorismo antiebraico, distribuisce stipendi ai terroristi e alle loro famiglie, premia i «martiri» cui vengono dedicate piazze e scuole. Lo Shin Beth fra pietre e spari dei difensori di Arafat ha catturato l'assassino, e mentre Netanyahu lodava l'efficienza dell'ordine pubblico e il Paese risuonava dei pianti per Ori, ieri alcuni chiedevano la pena di morte, altri il taglio definitivo del premio in denaro che arriva, tramite l'Autorità Palestinese, nelle tasche dei terroristi, e in quelle di Rifaiye stesso. Secondo la legge palestinese ha diritto a decine di migliaia di euro fino alla fine dei suoi giorni. La Ap ha allocato sul suo budget del 2018, 183 milioni di dollari per le famiglie dei martiri, spende il 7% del bilancio per stipendi e compensi, e alla minaccia di Israele di trattenere il denaro Abu Mazen ha risposto che «non accetteremo un taglio dei salari alle famiglie dei martiri e prigionieri...anche se ci resterà un solo penny». Ma probabilmente il Gabinetto taglierà tutti i finanziamenti che possono finire nelle mani dei terroristi, Netanyahu lo ha già promesso, mentre si tiene più coperto sulla pena di morte anche se ritiene legittimo porre il problema. La ministra della Giustizia Ayelet Shaked la richiede, e così il ministro della sicurezza Gilad Erdan. La possibilità già esiste in Israele, ma è stata usata una volta sola, nel 1962, quando è stato giustiziato Adolf Eichmann dopo il processo epocale che mise a nudo le sue responsabilità nella Shoah. La pena di morte per i terroristi ha sempre trovato dei sostenitori, ma alla fine non si è mai staccata dai preliminari parlamentari. Nel 2015, quando Yvette Lieberman la portò in discussione, fu Netanyahu che vi si oppose fino a sconfiggerla 94 voti contro 6. Adesso probabilmente andrà più vicina all'obiettivo perchè siamo in campagna elettorale, mentre la Corte Suprema discute la misura della distruzione della casa del terrorista, l'unica forse efficace per distogliere dalle sue intenzioni una persona che sostiene di amare la morte quanto noi amiamo la vita.

Informazione Corretta-Deborah Fait: "19 anni, ebrea,massacrata"

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Deborah Fait

Arafat Arfiyeh, 29 anni, arabo originario di Hebron, è uscito di casa armato di coltello. Cercava una preda. Si, era affiliato di Hamas ma questo non fa testo, chi non sta con Hamas sta con l'OLP, stessa cosa, stessa barbarie. Al di là delle varie fazioni gli arabi palestinesi sono affiliati all'odio. Ori Ansbacher, 19 anni, ebrea residente a Tekoa, un villaggio del Gush Etzion vicino a Gerusalemme, è uscita di casa per fare una passeggiata. Lui, trovata la preda, l'ha stuprata, le ha dato 12 coltellate e l'ha decapitata. Ori stava facendo il servizio civile, amava la natura e nella natura, in un bosco vicino a casa, è stata aggredita dal mostro e massacrata. 
Tekoa è un villaggio tristemente noto per l'assassinio di due ragazzini tredicenni, Kobi Mandell e Yosef Ishran. Anche loro erano andati a giocare nelle grotte a pochi minuti dal villaggio, era il 2001, furono aggrediti dai mostri arabi che li fecero a pezzi in modo talmente bestiale che dovettero aspettare per celebrare i funerali perché pezzi dei corpi non erano riconoscibili. Un vicino di casa che li aveva trovati dopo ore di ricerche, così descrisse la scena al Time " Una pietra della grandezza di un computer aveva schiacciato la testa di Kobi, le pareti della grotta erano state imbrattate con il sangue e il terreno era diventato una fanghiglia scivolosa mista a terriccio e al sangue dei due bambini. I corpi erano cosi' orrendamente mutilati che hanno potuto riconoscere chi fosse Kobi e chi Yosef solo dalle impronte dei denti." 
Ricordo come all'epoca fossi indignata per l'assenza di notizie sui media italiani, si era in piena seconda intifada e gli organi di infomazione erano troppo impegnati a santificare i palestinesi, parlare dei loro delitti sarebbe stato contro le regole del "tutti contro Israele. Questa volta invece alcuni media, non tutti, ne hanno parlato descrivendo il massacro con correttezza salvo un paio di titoli de La Repubblica web e del Corriere del Ticino:"Pena di morte per chi ha ucciso la giovane figlia del rabbino".https://www.cdt.ch/mondo/politica/pena-di-morte-per-chi-ha-ucciso-la-giovane-figlia-di-un-rabbino-EM835754 . 
Allora mettiamo in chiaro una cosa, se lo mettano bene in testa, la pena di morte in Israele non esiste! Con le migliaia di attentati efferati contro i civili da parte araba palestinese, gli assassini, se arrestati e non uccisi nei conflitti a fuoco, venivano condannati alla prigione a vita. Le dichiarazioni di Ayelet Shaked, ministro della giustizia, la sua proposta sulla pena di morte, sono solo propaganda elettorale e farne dei titoloni come se fosse vero, come se, per chi non sa, in Israele esistesse una legge del genere, è fuorviante e disonesto. Quello che fa schifo però sono le due posizioni da cui i media non si sottraggono mai: o non parlano degli attentati terroristici per non dover accusare gli arabi palestinesi di barbarie oppure, se e quando lo fanno, riescono comunque a trovare qualcosa, qualsiasi particolare anche inventato, per colpire Israele. 
Già li vedo cavalcare questa notiziona fresca fresca e appettitosa: Pena di morte, Israele vuole la pena di morte invece di perdonare i poveri frustrati palestinesi, vergogna su Israele! Sempre e comunque vergogna su Israele. 
Delle decine di attentati contro i cittadini israeliani forse i media italiani ne riportano uno, se capita, dipende dagli ordini e dipende dalle veline che ricevono dalle fonti "palestinesi" che sono le uniche prese in considerazione. 
Quante volte leggiamo "secondo fonti palestinesi"! 
Tutti sappiamo, lo sanno anche i sassi, che le fonti palestinesi sono scritte secondo Taqiya, l'abitudine alla dissimulazione prescritta dal Corano. Scrivono quello che vogliono, 50 morti arabi diventano 500 (Jenin), 30 morti israeliani diventano -nessuno- (Sempre Jenin) e tutti ci credono e ne fanno persino un film di un regista arabo finanziato dalle Ong pacifiste. Il film viene distribuito per anni, ancora oggi, in tutte le sale possibili, nelle parrocchie, nelle sedi di partito: menzogna creduta, l'odio cresce, obiettivo raggiunto! 
I palestinisti vincono sempre la guerra dell'informazione, che dico, della disinformazione! Adesso aspettiamo le reazioni dopo i titoloni sulla pena di morte. Sono curiosa. Intanto Ori è stata massacrata e la ricordermo solo noi, come solo noi ricordiamo Kobi e Yosef e le migliaia di altre vittime ebree ammazzate in Israele e nel mondo. 
Loro sono impegnati a replicare spettacoli teatrali su Rachel Corrie, facendola passare per pacifista uccisa da un bulldozer israeliano. Non era una pacifista era una fanatica odiatrice di Israele che si trovava in zona di guerra dove, ai civili, era vietato stare. L'ultima notizia, se sarà confermata, è che l'Autorità Palestinese ha già assegnato la pensione a vita allo stupratore, torturatore assassino di Ori Ansbacher , dichiarato eroe, come lo sono tutti gli assassini di ebrei. 
Non c'è che dire, un popolo di "eroi" i palestinisti. 
Solo noi ricorderemo Ori che amava la natura e faceva il servizio civile per Israele. Possa riposare in pace.


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