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Deborah Fait
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Una legge esistente in molti Paesi europei in Israele è considerata 'discriminatoria' 04/08/2018

Una legge esistente in molti Paesi europei in Israele è considerata 'discriminatoria'
Commento di Deborah Fait

A destra: la Knesset

Come dicevo, nulla in Israele è facile, qui tutto si complica, tutto viene contestato, tutto viene criticato, condannato e, soprattutto, travisato. Quello che in altri paesi è l'ovvio, se riguarda Israele diventa razzismo, nazismo, apartheid. Parlo naturalmente, e temo che se ne discuterà ancora per molto tempo, della legge Stato-nazione del Popolo ebraico. Le polemiche continuano sia in Israele dove sono strombazzate dalla sinistra, dagli arabi, dai drusi e adesso anche dalla Chiesa cattolica. "Discrimina i palestinesi" afferma il Patriarcato latino di Gerusalemme. "La legge che qualifica Israele come stato nazionale del popolo ebraico è discriminatoria e causa di profonda preoccupazione".

Inoltre il portavoce della sede della Chiesa cattolica invita alla protesta! A queste stupide e ipocrite parole vorrei contrapporre l'analisi di Eugene Kontorovich, uno dei massimi esperti di diritto internazionale, professore alla Northwestern University, autore di molti articoli sul Washington Post e sul Jerusalem Post: “La Legge fondamentale di Israele non sarebbe fuori luogo tra le costituzioni democratiche liberali dell’Europa, che includono disposizioni simili e che non hanno suscitato polemiche. La legge dichiara che Israele è un paese creato per adempiere al “diritto all’autodeterminazione del popolo ebraico”. E ne costituzionalizza i simboli, dall’inno nazionale al calendario. “Non c’è nulla di antidemocratico o addirittura insolito in questo. Tra gli stati europei, sette hanno disposizioni costituzionali simili sulla nazionalità”. Così riporta Giulio Meotti sul Foglio e aggiunge:" Prendiamo la Costituzione slovacca, che si apre con le parole “Noi la nazione slovacca”, e rivendica “il diritto naturale delle nazioni all’autodeterminazione”. Così nei Paesi Baltici, che hanno grandi minoranze. La Costituzione lettone si apre invocando la “ferma volontà della nazione lettone di avere il proprio stato e il suo inalienabile diritto all’autodeterminazione”. https://www.ilfoglio.it/esteri/2018/07/21/news/la-legge-di-israele-e-simile-a-quella-di-molti-paesi-europei-parla-kontorovich-206802/
E perchè non parlare della Spagna dove la lingua nazionale è il castigliano che anche i baschi devono parlare o della Francia dove le lingue delle minoranze sono solo un "fatto culturale"! E' emblematico che tutti abbiano crisi isteriche ogni volta che Israele fa qualcosa di sgradito agli autoproclamati intellettuali di sinistra. David Grossman, uno della triade intellettuale sinistrorsa israeliana, gli altri sono Amos Oz e A.B. Yehoshua, ha addirittura scritto di una "potenziale di divisione e di distruzione contenuto nella legge..." , di " aver fatto mancare la terra sotto i piedi a un quinto della popolazione", di "aver umiliato l'idioma di un altro popolo".

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La democrazia israeliana: tutti i cittadini hanno pari diritti

Grossman definisce la legge addirittura "un atto di barbarie". Dunque, questa legge "barbara" dice che Israele è la patria storica del popolo ebraico, che ha diritto all'autodeterminazione. Dice che lo stato si chiama Israele, il suo inno è la Hatikvà, il suo simbolo la Menorah e la sua bandiera è bianca con in mezzo il Magen David. Fin qua non trovo nulla di barbaro. Ma adesso probabilmente per certi intellettuali di sinistra le cose si complicano perchè la legge dice anche che "Gerusalemme, integra e unita, è la capitale di Israele" Questo loro, i vari Grossman e compagna, non lo possono accettare visto che vorrebbero vederla divisa, metà per gli arabi. E la lingua? Come la mettiamo con la lingua? "La lingua ufficiale è l'ebraico" ehhh no, fascistissimi che non siete altro, gridano gli intellettuali, e l'arabo? "L'arabo ha il riconoscimento speciale dello stato" dice la legge e ancora " Questo non pregiudicherà lo status riconosciuto alla lingua araba nelle normative preesistenti" quindi non cambia niente. Allora perchè Grossman parla di umiliazione dell'idioma arabo? Così, tanto per fare il progressista, tanto per andare contro questo odiato governo che pensa agli ebre pur senza discriminare le altre minoranze. Non esiste un solo comma che parli di non riconoscere i diritti sacrosanti di tutti i cittadini di Israele, indipendentemente dall'etnia e dalla religione, sanciti dalla Dichiarazione di Indipendenza del 1948 e sempre valida. Infatti al comma 10 si legge " I non ebrei hanno diritto a rispettare i loro giorni di riposo e le loro festività".

Più chiaro di così. Non capisco proprio la barbarie di questa legge e quello che capisco meno è la paura che la Chiesa cattolica di Gerusalemme vuole insinuare tra i cristiani di Israele che sono gli unici di tutto il Medio oriente ad avere diritti e legittima libertà di praticare la propria fede. La nuova legge parla troppo di ebrei? Beh, finalmente! Era ora, l'unico difetto è che doveva essere varata nel 48, insieme alla dichiarazione di Indipendenza. Forse alla fondazione dello Stato nemmeno Ben Gurion poteva immaginare fino a che punto di odio sarebbero arrivati gli arabi, forse pensava davvero che ci avrebbero accettati e avremmo potuto convivere. Oggi però la situazione è cambiata e chi crede ancora in una possibilità di convivenza tra ebrei e arabi-palestinisti è un povero illuso. Se non ha capito che il loro unico scopo, l'annientamento di Israele, sta scritto chiaro e tondo nella loro costituzione è anche poco intelligente anche se intellettuale. Liat Collins sul Jerusalem Post di venerdiì 3 agosto, fa alcune giustissime osservazioni. Innanzitutto parla delle patetiche comiche di Saeb Erekat, Segretario generale dell'OLP, il quale considera la possibilità di presentare una petizione all'Assemblea generale dell'ONU per scacciare Israele dall'Organismo internazionale, cioè di togliere lo stato di membro allo stato ebraico. Non contento vuole portare Israele, una volta di più, davanti al Tribunale dell'Aja. Perchè parlo di "patetiche comiche"? Perchè la Collins ricorda un particolare dimenticato: l'ANP, l'amatissima ANP tanto difesa dal mondo occidentale, ha sempre dichiarato, sia con Arafat che con Abu Mazen, che mai nessun ebreo potrà mettere piede in un futuro stato di Palestina e che qualunque ebreo già insediato in un territorio diventato palestinese dovrà essere immediatamente espulso! La Palestina dovrà essere completamente Judenrein. A queste dichiarazioni di puro stampo razzista nessuno si è scandalizzato, nessuno ha reagito, nessuno ha parlato di apartheid.

Il Patriarcato latino di Gerusalemme non ha avuto niente da dire. Ebrei scacciati? Non sarà mica una novità di cui scandalizzarsi! Ricordo di averne scritto tanto tempo fa, spiegando che in Israele gli arabi sono cittadini ma che in una futura Palestina gli ebrei non avrebbero avuto nemmeno il diritto di entrata, una vera e propria apartheid che non ha schifato e continua a non schifare nessuno, nemmeno David Grossman. Il silenzio è la risposta. Israele invece non ha il diritto di proclamarsi stato ebraico e di decidere dei propri diritti in una zona del mondo molto pericolosa e instabile senza provocare sdegno e proteste internazionali. Vorrei dire a Ben Gurion che Israele ormai ha anche le puttane ma non è ancora considerato dal mondo un paese normale. Lo sarà mai? No, finchè esisterà il virus dell'odio.

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Deborah Fait
"Gerusalemme, capitale di Israele, unica e indivisibile"


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