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Deborah Fait
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Netanyahu-Obama, uno a zero 06/03/2015
 Netanyahu-Obama, uno a zero
Commento di Deborah Fait

A destra: "Qual è la risposta al discorso di Netanyahu?"
"Non l'ho sentito, le centrifughe stanno lavorando a pieno regime"

Rivolto a Eli Wiesel, seduto accanto a Sara Netanyahu, il nostro Primo Ministro ha detto:

”Eli, your life and work inspires to give meaning to the words, "never again." And I wish I could promise you, Eli, that the lessons of history have been learned. I can only urge the leaders of the world not to repeat the mistakes of the past.”

“Eli, la tua vita e il tuo lavoro danno un significato alle parole 'Mai più'. E vorrei poterti assicurare, Eli, che è stata imparata la lezione della storia. Io posso solo spronare i leader del mondo a non ripetere gli errori del passato”.


Obama: "L'Iran è solo un piccolo Paese..."

Basterebbe questa frase rivolta al premio Nobel per fare grande un discorso! Basterebbe questa frase per far capire come Israele viva il pericolo di un secondo olocausto promesso varie volte da un Iran che ha sempre negato la Shoà, da un Iran che ha finanziato il terrorismo contro Israele, da un Iran che ha organizzato attentati mortali contro gli ebrei nel mondo (basti ricordare il più feroce attentato alla comunità ebraica argentina, 85 vittime e più di 200 feriti a Buenos Aires, nel 1994), un Iran che finanzia e arma Hezbollah e Hamas, due gruppi terroristici che giurano, un giorno sì e un altro pure, di voler distruggere Israele; un Iran con cui oggi l’America e l’Europa trattano come grandi amici.

Come è possibile fare accordi con una dittatura che ha nei suoi programmi l’eliminazione di un’intera nazione? Non me lo spiego perché lo trovo amorale. Firme prestigiose a livello internazionale, da Fiamma Nirenstein a Daniel Pipes, hanno commentato l’epico intervento di Bibi Netanyahu, unico leader, oltre a Winston Churchill, ad essere invitato per ben tre volte a parlare al Congresso americano e, probabilmente, il più applaudito (dalla trascrizione del suo discorso ho contato 45 applausi di cui 25 Standing Ovation), i migliori giornalisti e analisti di politica internazionale hanno apprezzato le parole di Netanyahu; altri, più piccoli e miseri, lo hanno criticato e persino deriso. Nancy Pelosi, ad esempio, membro democratico del Congresso, ha detto che “le veniva da piangere per il tempo perso ad ascoltare il Premier israeliano che ha insultato l’intelligenza degli Stati Uniti”.

Veramente l’intelligenza degli Stati Uniti ha già pensato a insultarla il suo Presidente Obama quando si è inchinato all’Islam, quando ha tradito l’alleato Mubarak per mettere al suo posto la Fratellanza Musulmana, organizzazione fanatica, fondamentalista e jihadista, con Mohamed Morsi presidente, dando il via alle cosiddette primavere arabe che, secondo gli ispirati discorsi di Obama, avrebbero dovuto portare la democrazia - a tutti i costi - in paesi dove era impossibile anche solo pensarla.

L’intelligenza degli Stati Uniti ha fatto cadere uno ad uno tutti i dittatori storici che davano stabilità al Medio Oriente, per sostituirli col caos più profondo, così la Libia del dopo Gheddafi non esiste più, la Siria sta annegando nel sangue della guerra civile ed è finita nelle grinfie dello Stato Islamico, la Turchia di Erdogan è diventata una dittatura islamica pur facendo parte della NATO, L’Egitto, per fortuna, è stato momentaneamente salvato dal caos in cui era caduto con Morsi, dal generale Al Sisi.

Tutta questa grande intelligenza io non la vedrei proprio, cara Nancy Pelosi, anzi, al contrario, vedo ottusità, vedo grande spocchia e arroganza, totale assenza di acume politico. Ciliegina sulla torta, dopo tutti questi danni, dopo aver distrutto in pochi anni il Medio Oriente e la sua difficile stabilità, dopo aver messo in crisi l’alleanza storica con Israele, ecco che Obama vuol fare con l’Iran un accordo che potrebbe portare il mondo intero sull’orlo della morte nucleare.

Da cattiva, mi piace pensare che ogni standing ovation dedicata a Netanyahu sia stata per il presidente americano una stilettata al fegato e un piccolo travaso di bile. Un discorso perfetto, brillante, intelligente (Daniel Pipes) che, dopo i balbettii di Obama durante un’intervista della sera prima, quando, tra decine di patetici ehm, well, ahhh, nel tentativo di arginare l’entusiasmo per un oratore del calibro del Primo Ministro di Israele, ha fatto comprendere il motivo del deciso rifiuto della Casa Bianca alla visita del nostro Premier: il timore di una miserevole figuraccia.

In 50 minuti sono state smontate, in alcuni casi ridicolizzate, tutte le proposte di negoziato USA – Iran mettendo il popolo americano di fronte alla consapevolezza che il suo Presidente sta trascinando il mondo verso il baratro. Per una strana circostanza Bibi ha parlato dell’obiettivo dell’Iran di arrivare alla distruzione di Israele proprio poche ore prima che il mondo ebraico ricordasse, con la festa di Purim, lo scampato pericolo di genocidio degli ebrei nell’antica Persia di re Assuero quando il malvagio Aman, consigliere di corte, convinse il re a uccidere tutti gli ebrei residenti nel Paese: “Vi è un popolo segregato e anche disseminato fra i popoli di tutte le province del tuo regno, le cui leggi sono diverse da quelle di ogni altro popolo e che non osserva le leggi del re; non conviene quindi che il re lo tolleri. Se così piace al re, si ordini che esso sia distrutto”. Il Popolo ebraico fu salvo grazie alla regina Ester, la giovane ebrea di cui Assuero si era innamorato, e il perfido Aman fu impiccato.

Per un altro strano caso del destino proprio oggi, giorno di Purim, il Grande Ayatollah, Alì Khamenei, il moderno Aman, è stato ricoverato in ospedale in condizioni critiche. Uno può crederci o meno, essere scettico fin che vuole ma... i fatti sono fatti... chissà se l’Ayatollah conosce la storia di Purim... quando la forca preparata per impiccare Mordechai, il giudeo, cugino di Ester, fu usata per il gran Visir...

Concludo dicendo che Netanyahu ci ha resi, una volta di più, orgogliosi di essere israeliani. Sicuro, diretto, educato, intelligente, brillante come sempre, perfetto oratore, ha smontato, una per una, le certezze di Obama e dell’Europa al suo seguito, lo ha fatto senza arroganza ma, come ha scritto qualcuno, in modo chirurgico, toccando tutti i punti del problema e - cito Daniel Pipes - “intrecciando l’intelligenza del ragionamento con appelli emotivi”, a mio parere il massimo del successo per un oratore.

Non contento dei ripetuti fallimenti e figuracce, Obama ha voluto dare l’ennesima vergogna agli Stati Uniti quando, dopo aver rifiutato di incontrare Netanyahu, ha fatto srotolare il tappeto rosso per ricevere in pompa magna l’emiro del Qatar, paese base dell’estremismo jihadista, finanziatore del terrorismo islamico internazionale. Obama preferisce la stupidità del terrorismo islamico all’intelligenza della democrazia israeliana. Povera America, povero Mondo! E per restare in tema di stupidità vi invito a leggere questo link di PMW in cui l’ANP di Abbas, con cui Israele dovrebbe fare la pace, invita all’odio, alla violenza e al martirio: http://palwatch.org/main.aspx?fi=157&doc_id=1424 “Buon Giorno, martiri di Palestina...” Come dire che nel mondo palestinese, arabo-islamico in genere, l’intelligenza, obnubilata dall’odio, sia veramente un optional quasi introvabile.


Deborah Fait
Gerusalemme Capitale di Israele, unica e indivisibile


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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