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Deborah Fait
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Il furto della memoria: ribelliamoci 20/01/2015
 Il furto della memoria: ribelliamoci
Commento di Deborah Fait

Nella Rubrica dei lettori pubblichiamo una lettera inviataci dall' On. Emanuele Fiano (PD), nella quale il Sindaco di Magenta informa di avere cancellato l'annuncio dal manifesto comunale delle iniziative e che la stessa mostra è stata ritirata. Sarà bene controllare che l'ordine sia stato eseguito.


Cari amici, questo non è un articolo, non è una lettera. E’ una denuncia, è un appello davvero accorato a tutti voi che mi leggete! Il 27 gennaio, Giorno della Memoria istituito per commemorare le vittime della Shoà celebrando la liberazione del campo di Auschwitz, è diventato ormai il furto della memoria, ogni anno qualcuno, mosso da odio o da immensa stupidità, fa qualcosa per offendere, per confondere, per delegittimare, per fare lo scambio di vittime, quelle vere ammazzate dai nazisti con quelle finte, inventate dalla propaganda palestinese.

Ogni anno, da anni, io scrivo che bisognerebbe eliminare questa giornata dell’ipocrisia in cui tutti piangono per gli ebrei passati per i camini dei lager della morte per urlare il giorno seguente “A morte Israele”. Capisco che annullare la ricorrenza non sia giusto perché nel giro di un batter di ciglia si dimenticherebbero di tutti i nostri fratelli ammazzati per odio però bisogna pure fare qualcosa per protestare contro questa ignobile strumentalizzazione che stanno facendo le organizzazioni filopalestinesi, i comunisti e i fascisti, tutti insieme appassionatamente.

Ogni anno qualche idiota, privo di ogni coscienza umana, sventola nelle manifestazioni la bandiera palestinese, ogni anno qualche antisemita scrive che è giusto ricordare anche le vittime palestinesi, ogni anno qualche demente dice che bisogna ricordare tutte le vittime del mondo non solo gli ebrei. Dà fastidio a tutta quella masnada di antisemiti che qualcuno abbia pensato di istituire una giornata per ricordare internazionalmente 6 milioni di ebrei ammazzati solo perché si chiamavano Sarah o David, Jakob o Rachel, solo perché erano ebrei. Allora ecco che ogni anno si inventano qualche mascalzonata in più per strumentalizzare il 27 gennaio, per delegittimare la ricorrenza, per sputare il loro odio sulla Memoria della Shoà.


Ecco una immagine dei bambini di Jenin: paragonabili al milione di bambini ebrei uccisi dai nazisti ?

Gli arabi, avallati dai loro complici, hanno rubato tutto, si chiamavano arabi e hanno rubato agli ebrei il nome “palestinesi” che veniva usato prima della rifondazione di Israele. Si sono insediati a Gerusalemme e la esigono come capitale di uno stato mai esistito, di un popolo mai esistito, hanno persino rubato Gesù trasformandolo in arabo. Hanno rivoltato la storia, l’hanno cambiata, falsata, riscritta, hanno fatto per anni una propaganda miliardaria per distruggere Israele prima spiritualmente e poi fisicamente, lo stesso lavoro dei nazisti nei confronti degli ebrei d’Europa. Hanno fatto risorgere l’odio antisemita sempre latente, hanno tentato di annullare la credibilità di Israele e i suoi diritti. Hanno avvolto il mondo nelle loro menzogne creando una enorme ragnatela di bugie e di falsità storiche. Ma tutto questo non basta, vogliono rapinare anche la Shoà perché loro, amanti della morte, non credono che l’assassinio di un popolo sia un lutto talmente violento, assurdo e disumano da rendere impossibile ogni consolazione, ogni elaborazione del dolore. Ne sono invidiosi, fa loro una rabbia immensa che per un giorno all’anno il mondo ricordi quella tragedia iniziata con il desiderio di eliminare un popolo dalla faccia della terra e conclusasi con il genocidio di 6 milioni di persone appartenenti a quel popolo.

Muoiono di rabbia per una tragedia che mai nessuno potrà, spero, ripetere allora tentano di sporcarla e di usarla per i loro fini propagandistici. Questo lavoro da cinici becchini non è soltanto appannagio dei palestinesi, ma anche dei loro indegni ammiratori. Quest’anno però hanno toccato il fondo. A Magenta durante le ricorrenze del Giorno della Memoria avrà inizio, esattamente il 26 gennaio, una mostra che viene presentata in questi termini sulla locandina:

Lunedì 26 gennaio nei locali della Libreria “Il Segnalibro” via Roma 87/a “IL SOGNO DELLA LIBERTA’” mostra tematica dedicata alla Shoah di ieri e di oggi - esposizione di disegni dei bambini del campo profughi di Jenin in Palestina

Penso che a questo punto non ci sia più niente da scrivere, lo schifo e la rabbia mi soffocano e posso solo fare a tutti voi che leggete un appello: scrivete, protestate, vi prego. Una simile disgustosa offesa al milione e mezzo di bambini ebrei morti ammazzati non può passare nel silenzio e nell’indifferenza generale. I bambini di Jenin? Dove sono i bambini di Jenin? Sono nelle loro case, quelli di ieri e quelli di oggi, sono a casa con i loro genitori, sono vivi. Nessuno è stato gettato in una fossa comune, nessuno è stato ammazzato in una camera a gas, nessuno è stato gettato in un forno crematorio, nessuno è stato gettato fuori da un carro merci da una madre disperata che sperava così di salvarlo, nessuno è morto di fame e di sete, nessuno, a 9 anni, si è nascosto nei boschi, solo col suo terrore, per salvarsi dalle belve naziste, nessuno è stato strappato dalle braccia della mamma per essere infilzato in una baionetta, nessuno è stato sbranato dai cani! Nessuno nessuno nessuno dei bambini arabi di Jenin ha mai vissuto niente di simile, vivono e giocano, mangiano e bevono, per loro fortuna, a differenza dei bambini ebrei d’Europa che non hanno mai potuto diventare grandi.

Jenin campo profughi? Jenin è una città piena di palazzi, non è un accampamento di tende, Jenin è la città da cui partivano i terroristi nei 5 anni della seconda intifada, la città di Zakharyia Zubeidi, un terrorista assassino che ha aiutato le organizzazioni di filonazisti a mettere in giro la storia dei “poveri bambini “ di Jenin e ne ha fatto oggetto di propaganda. Un'indegna, mostruosa propaganda, il caval di battaglia da quando sono stati inventati i supposti palestinesi !

Qui di seguito riporto gli estremi della libreria e del comune di Magenta. Vi prego scrivete!

Email del comune di Magenta: urp@comunedimagenta.it
e anche segreteria del sindaco: vania.scotti@comunedimagenta.it oppure Carla.Turati, stesso sito.

Tel 029735345 e 029735350.
Email e telefono della libreria Il Segnalibro:
Libreria: libreria@ilsegnalibromagenta.it
Tel 0297297623.

Grazie a tutti!


Deborah Fait
Gerusalemme, Capitale di Israele, unica e indivisibile.


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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