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Deborah Fait
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Mohammad Zoabi: un arabo israeliano come vorremmo ce ne fossero tanti 18/06/2014

Mohammad Zoabi: un arabo israeliano come vorremmo ce ne fossero tanti
Commento di Deborah Fait

Muhammad Zoabi (screen capture: YouTube)
Mohammad Zoabi

( Il video con le dichiarazioni di Mohammad Zoabi, cui fa riferimento il commento di Deborah Fait, può essere visto nell'archivio video di Informazione Corretta, cliccando sul seguente link :

   http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=&sez=270&id=53850 )

Ormai tutta Israele ne parla con ammirazione e anche una sorta di gratitudine quasi che  questo ragazzino arabo israeliano, sedici anni,  come sedicenni sono i tre ragazzini rapiti dai terroristi palestinisti, possa esorcizzare la paura di Israele, il terrore  che  Eyal, Gilad e Naftali possano vivere lo stesso destino di Gilad Shalit, sepolti vivi in qualche buco sotterraneo per anni. O peggio.
Mohammad Zoabi, musulmano, vive a Nazareth che è anche la città , quartier generale della più tristemente famosa cugina, grande odiatrice di Israele, Haneen  Zoabi, la filoterrorista della Mavi Marmara, che ha avuto parole di fuoco per il cuginetto definendolo “Piccolo idiota”.
Ma vediamo cosa ha detto Mohammad, si è dichiarato sionista, ha parlato del suo amore per Israele, stato ebraico e democratico, dove spera di vivere per sempre, ha accusato l’ANP di essere “il primo terrorista”, ha ordinato ai rapitori di restituire subito i “nostri ragazzi”.  “Vi conviene rimandarli a casa subito “, ha detto, con un espressione talmente severa e minacciosa su quel volto da adolescente che mi è venuta voglia di abbracciarlo.
Nel video che ha mandato su Youtube si intravede alle sue spalle una bandiera di Israele a conferma dei suoi sentimenti verso questo Paese, il mio Paese, il suo Paese. 
“In Israele viviamo la libertà, la libertà è la nostra vita, nessuno ce la può togliere” e ancora “Israele è la speranza in questa Regione”
La Speranza,  Hatikva. La speranza che questo giovane uomo sia da esempio ad altri ragazzi arabi che ancora non si sono fatti lavare il cervello dalla propaganda palestinista.  Nel suo ambiente, anche nella sua stessa famiglia,  gli danno del traditore, lo chiamano “L’ebreo” per insultarlo e lui non capisce come si possa insultare un Popolo che dalla tragedia della Shoah “ha creato una delle Nazioni più intelligenti e più forti del mondo”.
Adesso Mohammad se la vede brutta, la sua vita è in pericolo, riceve minacce di morte e tre membri della sua famiglia, già arrestati dalla Polizia,  hanno tentato di rapirlo per farlo probabilmente scomparire nel modo usuale tra gli arabi: è un traditore e i traditori devono morire.


Haneen Zoabi

Haneen Zoabi, la cugina,  nel frattempo, per ripristinare l’onore della famiglia, del suo partito antisemita Balad, ha dichiarato che i rapitori dei nostri tre ragazzi non sono terroristi e che il responsabile è solo Israele,  Stato sionista e il suo premier Bibi Netanyahu. Un cittadino israeliano l’ha denunciata per le sue dichiarazioni, spero  vada sotto processo e che finalmente qualcuno riesca a buttarla fuori dalla Knesset come tutta Israele aveva sperato dopo l’episodio della Mavi Marmara, la nave carica di armi, terroristi e loro simpatizzanti bloccata dalla Marina israeliana, nel 2010 , mentre stava navigando verso Gaza. All’epoca, grazie alla grande democrazia di questo Paese, è riuscita a cavarsela, speriamo che questa volta anche la Corte Suprema la consideri persona non grata,  indegna di far parte del Parlamento  dello Stato di Israele.
Non posso nascondere la soddisfazione al pensiero della rabbia che prova  questa fanatica odiatrice di ebrei dopo le dichiarazioni del cugino e, se il buongiorno si vede dal mattino, questo ragazzo farà strada perchè ne ha la personalità  e, se non si farà scoraggiare, se qualcuno non lo metterà a tacere,  diventerà una  guida importante e carismatica per altri  giovani intelligenti e coraggiosi come lui.
Spero proprio che Mohammad Zoabi, possa, una volta cresciuto, diventare un leader di giustizia e coraggio, fedeltà a Israele per buona parte della comunità araba di israele e che sia da esempio ( a loro vergogna) per i “pacifisti” israeliani che, fuori dalla realtà, anzichè gridare Viva Israele, come fa lui, danno il loro spudorato sostegno al nemico.


Deborah Fait


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