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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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Giorgio Israel
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Attenzione: Ahmadinejad ha dei seguaci 2005-12-09
Occorre chiedersi se questa seconda sortita – ancor più pesante della prima – del Presidente iraniano Ahmadinejad sia una pura manifestazione di estremismo o non sottenda un calcolo tutt’altro che irrazionale.

Siamo certi che il Presidente iraniano sia assolutamente isolato e non abbia invece lanciato questo secondo siluro nella consapevolezza che esistono in Europa orecchie attente e pronte a recepire il suo discorso?

Alcuni giorni il giornale irlandese The Dubliner, considerato come un organo leader della cultura irlandese ha pubblicato un’intervista al già Ministro del Lavoro Justin Keating in cui questi asserisce: «I sionisti non hanno assolutamente alcun diritto a ciò che essi chiamano Israele, essi hanno costruito il loro stato non a fianco ma sopra il popolo palestinese, e non vi può essere pace fino a che Israele conserverà la sua forma attuale». Keating non si ferma neanche davanti ad affermazioni del genere: «Forse gli ebrei dell’Antico Testamento venivano da quel che ora è Israele? La risposta è no». Al contrario gli ebrei sono un «popolo che ha occupato qualche territorio duemila anni fa per un periodo storico breve, a detrimento di coloro che erano laggiù». Dopo aver rimesso in discussione la dichiarazione Balfour, Keating prosegue affermando che anche la risoluzione dell’ONU del 1947 non dava a Israele il diritto a esistere come stato sovrano. L’intervista si conclude affermando che, per quanto riguarda il contributo ebraico alla civiltà, gli ebrei l’hanno tradito «e questa è una tragedia non soltanto per gli ebrei ma per tutti noi».

Ahmadinejad ha visto bene. Il suo collegamento tra questione ebraica e questione mediorientale non è una scivolata ma un intervento calcolato che fa leva su sentimenti purtroppo diffusi in certi ambienti europei.

Va riconosciuto che l’editoriale di Furio Colombo su L’Unità ha colto questo aprirsi di una “pagina paurosa” con l’emergere alla luce e senza infingimenti del corto circuito tra antisionismo e antisemitismo. L’Unità ci ha fatto soffrire per anni. Se Furio Colombo, da nuovo presidente di Sinistra per Israele ha deciso di parlare in questo modo, non c’è che da rallegrarsi. E sperare che voci come quelle del politico irlandese siano isolate e non serpeggino troppo numerose sotto la facciata delle reazioni ufficiali sdegnate alle dichiarazioni del Presidente iraniano.

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