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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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Giorgio Israel
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Sergio Romano, giudeologo di professione 21-02-05
L’ambasciatore Sergio Romano è uso lamentare l’eccesso di attenzione riservata agli ebrei, a Israele e alla Shoah, il fatto che si parli troppo degli ebrei e israeliani come vittime. Potrebbe utilmente contribuire a sgonfiare questa sovraesposizione mediatica cominciando lui col limitarsi nel parlare di questo soggetto. E invece no. L’ambasciatore Romano ha un’autentica passione per tutto ciò che riguarda Israele e gli ebrei. È un vero israelologo e giudeologo di professione. Beninteso per parlarne male, altrimenti che gusto ci sarebbe? Quando si tratta di parlarne bene, per esempio per menzionare il contributo degli ebrei al decollo della scienza americana, dovuto all’emigrazione per ragioni razziali, allora no: si trattò di una moda sociale e delle persecuzioni razziali non una parola.

Immaginiamo che sia certamente per questo che la nuova direzione del Corriere della Sera gli abbia affidato la rubrica delle lettere: così il Nostro può impazzare a volontà, parlando – anzi, sparlando – di Israele e di ebrei un giorno sì e uno no, nella speranza di poter intensificare il ritmo a livelli quotidiani. Così, tanto per controbilanciare l’eccesso di discorsi sulla Shoah.

L’ultima uscita del Nostro, riguarda Hamas e Hezbollah, di cui discetta con duttilissimo realismo politico – quel realismo politico che probabilmente egli affina nelle consuete esercitazioni serali con il gioco de “Il Piccolo Metternich”. E conclude ammettendo che certo “fra i diritti dell’uomo gloria della nazione francese, e gli Hezbollah c’è un abisso. Ma se l’accusa alla Francia viene dal governo di Gerusalemme, il ministro degli Esteri francese potrebbe replicare che anche Israele, nei territori occupati, non presta grande attenzione ai sacrosanti principi della rivoluzione francese”.

Bravo, caro Metternich nostrano! Hezbollah e Israele sullo stesso piano quanto a diritti dell’uomo… Occorre commentare? No, francamente, non si può fare torto alla ragione e alla verità perdendo una sola parola appresso a simili propositi. Piuttosto, piacerebbe sapere come si sentono al Corriere della Sera constatando che, mentre in un’intervista al loro giornale Furio Colombo chiede di abbandonare i preconcetti nei confronti di Sharon e di Israele, a pagina 33 campeggi una grande macchia nera. Non conveniva affidare a Colombo la rubrica lettere e proporre l'ambasciatore per la direzione de Il Manifesto?

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