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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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Giorgio Israel
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Un novello Candide 22-12-04
Pubblichiamo, preceduta da una premessa dell'autore, la replica di Giorgio Israel a Gadi Luzzato Voghera, a proposito della polemica sul convegno dell'Anti Defamation League a Roma (si vedano in proposito : "Se la sinistra non vuole lasciare alla destra la battaglia contro il nuovo antisemitismo, non ha che da combatterla", Informazione Corretta 17-12-04; Giorgio Israel, "Sinistra e antisemitismo", Informazione Corretta 18-12-04, "Gadi Luzzato Voghera replica, senza convincere, a Giorgio Israel" Informazione Corretta 21-12-04)



Ecco il testo di Israel:



La polemica fra me e Gadi Luzzatto Voghera non merita di essere trascinata troppo. Così come non è il caso di replicare ai commenti del Riformista al di là di quanto ha fatto assai efficacemente ieri Informazione Corretta. Il Riformista è uno dei giornali più apprezzabili per l'equilibrio sulle questioni concernenti Israele e l'antisemitismo, ma risente della situazione caotica della sinistra: quando si deve stare assieme agli antisionisti militanti è difficile tenere sempre la barra dritta.

Avevo inviato al Riformista una breve controreplica alla risposta di Gadi Luzzatto Voghera ritenendo che alcuni passi di questa sua risposta costituiscano una prova evidente della giustezza delle mie critiche. Il giornale non ha ritenuto di pubblicarla, ritenendo chiusa la questione.

Questa è la mia controreplica, inviata ad Antonio Polito.





Caro Direttore,

per Gadi Luzzatto Voghera il mondo sembra fatto di cose semplici, neutre e anodine. Mi fa pensare a un novello Candide. Enuncia i sei punti che voleva esprimere nel suo articolo e dimentica di aver scritto che "se non ci si vuole fermare a un utilizzo pubblico della lotta all'antisemitismo come bandiera di schieramento politico, sarà forse il caso che anche questo governo si impegni a far seguire ai convegni azioni concrete". Una bordata pesantissima, perché la strumentalizzazione dell'antisemitismo per fini politici è riprovevole e moralmente inaccettabile. Non siamo dei Candide al punto di credere che la politica sia intessuta di soli ideali, ma neppure dei cinici: c'è chi agisce per convinzioni morali o quantomeno non per mero calcolo. Lasciar credere che il convegno della Anti Defamation League sia stato fatto soltanto per procacciar voti a Berlusconi e Fini è una insinuazione gratuita, che, ad esempio, Fassino si è ben guardato dal fare nel suo messaggio. E significa trattare chi vi ha partecipato, nel migliore dei casi, da utile idiota.

Per il nostro Candide, "neocon" è un termine come un altro, che ha una connotazione puramente oggettiva. Dimentica che (soprattutto in politica, ma non solo) il contesto e i destinatari del messaggio sono fondamentali nel determinarne il senso. Un omosessuale può accettare senza problemi di farsi chiamare "frocio" da un amico, ma se viene interpellato così in certi ambienti non è certo per fargli un complimento. Ora, è un fatto che oggi a sinistra "neocon" è un insulto. Con varie gradazioni, d'accordo: non tutti fremono d'ira e di sdegno sentendo questa parola come gli amici dello sceicco Nasrallah, che però sono membri a pieno titolo della Gad. D'accordo, scriverlo sul Riformista non è la stessa cosa che scriverlo sul Manifesto. Ma provi Candide a interpellare in proposito l'elettore quadratico medio della sinistra e vedrà che questo termine ha più o meno la funzione che aveva, ed ha ancora, l'appellativo "fascista".

Tuttavia, a leggere la replica di Luzzatto Voghera sembra che egli appartenga a quella (auspicata) sinistra massimamente aperta al dialogo, che discute di contenuti invece di etichettare e far girotondi, che vede con simpatia che l'antisemitismo sia terreno d'incontro di persone e posizioni politiche assai diverse, e che esclama: "Tutto ciò è bello e legittimo! Dov'è lo scandalo?".

Per un attimo mi sono sentito un fanatico. Forse davvero nel mio subconscio alberga l'idea che tutta la sinistra sia cattiva e antisemita? Allora, scrivere che io volessi farglielo dire non è stata da parte di Luzzatto Voghera una gratuita e spiacevole insinuazione? Ma poi leggo la seguente perla: "se Israel sente come un'offesa l'aggettivo neocon è libero di cambiare frequentazioni".... Eh, no, caro Candide, qui lei ciurla nel manico. Prima parla con candido ardore di "terreno d'incontro" di posizioni diverse e poi mi dice che, se non voglio essere chiamato neocon, debbo cambiare frequentazioni - per esempio, non sarei dovuto andare al convegno della Anti Defamation League.

Allora, sa che le dico? Ma sì, mi chiami pure neocon. Anzi, chiami me e le mie "frequentazioni" teocon, sioncon, adiellecon, sharoncon, tsahalcon e murocon, e magari ci faccia sopra un bel girotondo cantato. Vedrà che divertimento.

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