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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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Giorgio Israel
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Il mio ricordo di Ricciardetto è diverso 27/10/2011

Spett. Redazione,
ho letto in questa rubrica di lettere cose spiacevoli su Augusto Guerriero detto Ricciardetto, che a mio modesto avviso fu un grande e lucido commentatore di politica estera e interna. Credo che un commento più appropriato e misurato su Guerriero sia stato fatto da Sergio Romano (che quando non scrive su Israele è piuttosto lucido) sul Corriere, anche a proposito di un articolo a sfondo antisemita che Guerriero scrisse nell'anteguerra per non avere noie da un antisemita di potere.
Fu una macchia certamente, ma avendo letto e conservato quasi tutte le annate di Epoca del dopoguerra, posso garantire che non solo Israele, ma anche l'ebraismo (Ricciardetto aveva molti corrispondenti e amici ebrei) trovarono in lui un difensore e sostenitore senza macchia alcuna, e non credo che si trattò di "voltagabbanismo". 
Guerriero esultò ad esempio quando uscì la De nostra aetate e l'accusa di deicidio, contro la quale scriveva spessissimo, cadde. Quanto alle accuse del giornale sardo per crudeltà espresse nei confronti dei sardi, mi piacerebbe avere il riferimento dell'articolo (anno, mese) così potrei cercarlo e riportarlo non per sentito dire.
Certe imprecisioni dell'articolo di Nuoro Oggi del 2000 (ad es.:Quaesivi sed non inveni non è affatto una raccolta di versi, ma un saggio sulla vana ricerca della fede dell' Autore) mi fanno pensare a una più generale approssimazione dell'articolista.
E come si sa, ne uccide più la scaitteria  che la cattiveria... Comunque personalmente devo alle letture giovanili di Montanelli ma ancor più di Augusto Guerriero il mio amore per Israele.
Questo dovevo a difesa personale di un gionalista che comunque non  può difendersi da solo come  saprebbe se fosse ancora in vita. Resto disponibile a inviarvi articoli di Guerriero da Epoca (dal 54 al 78 circa) perché ciò che conta sono i documenti non le chiacchiere: Ciascuno può essere demolito, come diceva un mio indimenticato Preside di Liceo.

Un cordiale saluto alla Redazione e al Prof. Ugo Volli

fabiocang

Il nostro percorso con Ricciardetto è stato simile al suo. Più dell'articolo del giornale sardo, ci ha però convinto il giudizio di Gerbi, uno storico serio, che non avrebbe espresso simili giudizi se si fosse trattato di un solo artìcolo. 
La cosa migliore da fare è una lettura del testo di Gerbi, per vedere sino a che punto Agusto Guerriero meriti quel giudizio.
Lei cita poi Sergio Romano, che non ci pare una fonte attendibile. E' vero che, tolto Israele, Romano si comporta diversamente, ma il percorso di Romano potrebbe avere delle similitudini con quello di Guerriero, anche se all'inverso. Prima di scrivere "Lettera ad un amico ebreo" - un libro da inserire senza tema di smentita, fra le pubblicazioni classiche dell'antisemitismo -  Romano ragionava e scriveva ben diversamente.
Fra gli intellettuali italiani non è un esempio isolato. Il caso di Antonio Gambino, che fu il commentatore esteri dell'Espresso formato lenzuolo, è esemplare. Divenne furiosamente anti-israeliano per vicissitudini, diciamo così, matrimoniali. Non ci faccia dire di più, entreremmo nel pettegolezzo, però è sempre valido quel detto... cherchez la femme.. per capire certi combiamenti di posizioni.
Legga Gerbi, poi ci dica il suo parere,
Un saluto cordiale,
IC redazione


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