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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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Giorgio Israel
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Saeb Erekat, ma non doveva negoziare la pace ? 21/12/2010

All'Onu  non c’è decenza, c’è soltanto una deliberata volontà guerrafondaia

In una recente intervista al Guardian, il “negoziatore” palestinese Saeb Erekat ha dichiarato che la stima dei rifugiati palestinesi dispersi nel mondo ammonta ora a sette (7) milioni e che costoro debbono poter tornare nelle città e nei villaggi di origine e inoltre hanno diritto a indennità. Ha aggiunto che «in ogni accordo di pace con Israele questi rifugiati debbono potersi reinstallare in Israele».

È perfettamente superfluo insistere sul fatto che una simile prospettiva – l’ingresso di 7 milioni di persone – oltre a essere tecnicamente irrealistica, esprime la volontà pura e semplice di distruggere Israele.

È più interessante notare che, da quando mondo è mondo, esistono rifugiati, nomadi e dispersi per il mondo e che a nessuno è mai venuto in mente di sanare completamente simili situazioni, pena la creazione di squilibri ancor più gravi. Si calcola che soltanto dopo la Seconda guerra mondiale vi sia stata una ventina di milioni di rifugiati, che si tradurrebbero oggi in qualcosa come un centinaio di milioni di persone da reinstallare nei luoghi di origine: è una prospettiva capace di suscitare una nuova guerra mondiale.

Gli ebrei sono uno dei popoli che nel corso dei secoli ha prodotto più rifugiati di qualsiasi altro, quantomeno in rapporto allo loro entità numerica, eppure non hanno mai avanzato richieste di ritorno, salvo quella in Palestina, del resto parziale, su territori disabitati o regolarmente acquistati, e in una forma perfettamente gestibile con la creazione di due stati indipendenti come prefigurato dall’ONU nel 1947 e come rifiutato dai paesi arabi confinanti che hanno creato deliberatamente alcune centinaia di migliaia di profughi.

Se il “negoziatore” avesse voluto fare un discorso minimamente decente, avrebbe dovuto offrire simultaneamente agli ebrei espulsi dai paesi arabi e islamici, e ai loro discendenti, il diritto a rientrare nei luoghi di origine, a riottenere le case e ad avere un’indennità. Ma qui non c’è decenza, c’è soltanto una deliberata volontà guerrafondaia. Altro che pace.

 Giorgio Israel


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