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Giorgio Israel
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Israele non deve difendersi solo da Iran, Hamas, Hezbollah, ma anche dai nemici interni 23/06/2010

Israele non deve difendersi solo da Iran, Hamas, Hezbollah, ma anche dai nemici interni


Giorgio Israel

Ha ragione Informazione Corretta. La situazione è cambiata. Israele è più solo, non può accontentarsi di sapere che comunque sarà compreso dagli USA. Con Obama la situazione è radicalmente cambiata e Israele deve saper condurre da solo, e bene, la guerra mediatica.

Forse la situazione è ancor più grave. Perché a questa solitudine, all’isolamento internazionale, alla minaccia iraniana, si aggiunge un altro fronte interno inedito. Non mi riferisco alla minoranza arabo-israeliana, che costituisce comunque un problema pesante, ma alla minoranza ultraortodossa che, come ha osservato Abraham Burg, ha dichiarato definitivamente la sua autonomia rispetto allo Stato. Non voler far stare nella stessa scuola i propri figli assieme a figli di famiglie sefardite, ortodosse ma non abbastanza ortodosse, è – c’è poco da girarci attorno – un atto di indecente razzismo. E se centomila persone scendono in piazza per difendere una simile follìa c’è da rabbrividire. Queste persone non soltanto evitano il servizio militare, non soltanto godono di privilegi economici, ma disprezzano le istituzioni che garantiscono il loro benessere e rifiutano il contatto con le persone che garantiscono con personale sacrificio la loro sicurezza. Nella loro incoscienza pensano che forse starebbero meglio sotto la dominazione di Hamas, anziché sotto uno stato di Israele la cui costituzione considerano un sacrilegio.

Difatti, il problema è che si tratta di una minoranza antisionista. Ancora una volta, emerge come il sionismo rappresenti l’ala aperta, liberale, moderna e tollerante dell’ebraismo.

Ma con tanti fronti interni come potrà Israele superare le sfide terribili che ha di fronte?


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