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Grillini: un pericolo per l'Italia. E copiano anche male 08/02/2018
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 08/02/2018, a pag. 1, con il titolo "Chi ha il coraggio di dire che il M5s è un pericolo per l’Italia?", l'appello di Claudio Cerasa; dalla STAMPA, a pag. 1, con il titolo "Bella copia", il commento di Mattia Feltri.

Ecco gli articoli:

IL FOGLIO - Claudio Cerasa: "Chi ha il coraggio di dire che il M5s è un pericolo per l’Italia?"

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Claudio Cerasa

La nostra classe dirigente non può più permettersi di essere neutrale. Appello Apoche settimane dalle elezioni presidenziali francesi, dunque circa un anno fa, la stragrande maggioranza degli imprenditori, della classe dirigente, degli intellettuali, degli editorialisti e dei direttori dei giornali della Francia scelse di utilizzare ogni mezzo a disposizione per spiegare che cosa avrebbe rischiato il proprio paese sottovalutando la minaccia di un partito antisistema come il Front national. A poche settimane dalle elezioni politiche tedesche, circa sei mesi fa, la stragrande maggioranza degli imprenditori, della classe dirigente, degli intellettuali, degli editorialisti e dei direttori dei giornali tedeschi scelse di utilizzare ogni mezzo a disposizione per spiegare che cosa avrebbe rischiato il proprio paese sottovalutando la minaccia di un partito antisistema come Alternative für Deutschland. A poche settimane dalle elezioni politiche italiane, la stragrande maggioranza degli imprenditori, della classe dirigente, degli intellettuali, degli editorialisti e dei direttori dei giornali ha scelto invece di non utilizzare alcun mezzo per spiegare che cosa rischierebbe il nostro paese a sottovalutare la minaccia di un partito antisistema come il Movimento 5 stelle. Mancano 24 giorni alle elezioni, ma allo stato attuale possiamo dire che la maggioranza dell’establishment italiano sembra avere fatto una precisa scelta: considerare il partito di Luigi Di Maio un partito come tutti gli altri, e i leader politici tutti indistintamente dei populisti. Tutti uguali, tutti pericolosi, tutti cialtroni, tutti impresentabili, tutti invotabili. C’è solo un piccolo problema: non è così. Non è così perché in questa campagna elettorale c’è un partito che rappresenta un pericolo per la nostra economia, per la nostra democrazia, per la nostra Costituzione, per il nostro stato di diritto, persino per la nostra salute. Un partito che sogna di disincentivare il lavoro attraverso il reddito di cittadinanza. Un partito che sogna di smantellare il nostro welfare attraverso l’abolizione di leggi che hanno salvato l’Italia. Un partito che sogna di abolire la democrazia rappresentativa trasformando i parlamentari in sudditi di una srl privata. Un partito che sogna di calpestare la Costituzione promettendo leggi, come quella sulla prescrizione, fatte per non assicurare la ragionevole durata di un processo. Un partito che sogna di abolire in Parlamento il voto segreto facendo propria una legge che un altro partito italiano, avete capito quale, portò già in Parlamento il 19 gennaio 1939. Un partito che prova ogni giorno a sopprimere il dissenso attraverso lo strumento della gogna. Un partito che traccia i voti dei suoi iscritti creando sistemi di votazione che rendono “possibile controllare e ricostruire le preferenze espresse dai votanti a causa della mancanza di anonimato”. Un partito che da una parte dice ‘non vi preoccupate, non siamo antieuropeisti’, mentre dall’altra continua a tenere in vita, con tanto di tesoretto economico, un “Comitato Promotore per l’Indizione del Referendum sull’euro”. Un partito che in un momento in cui l’export italiano corre come un treno sogna di seguire il modello dei dazi alla Trump perché anche nel nostro paese, sostiene Manlio Di Stefano, responsabile esteri del M5s, “ci vorrebbe un po’ di sano protezionismo”. Un partito che gioca con la salute dei nostri figli lasciando intendere che sui vaccini è bene che ognuno faccia come crede, senza ricordarsi che fare come si crede significa mettere in pericolo i più deboli, cioè chi i vaccini non li può fare. Chiaro? Chiaro. A poche settimane dalla campagna elettorale, a parte qualche eroico caso isolato – Angelo Panebianco ed Eugenio Scalfari, che rappresentando però più le proprie idee che quelle dei giornali su cui scrivono – nessun pezzo da novanta della classe dirigente italiana è ancora sceso in campo per dire in modo esplicito che il Movimento 5 stelle è un pericolo per l’economia, per la democrazia, oltre che ovviamente per la grammatica. Non sappiamo se da qui alle elezioni qualcuno lo farà. Ma da queste colonne ci permettiamo di ricordare una cosa semplice: mai come oggi essere neutrali significa avere già deciso da che parte stare.

LA STAMPA - Mattia Feltri: "Bella copia"

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Mattia Feltri

Salta fuori, da un’accurata inchiesta del «Post» di Luca Sofri, che buona parte del programma elettorale dei Cinque Stelle è copiato. Prima di farne uno scandalo, che non se ne può più di scandali e soprattutto di scandalizzati, bisognerebbe considerare l’ipotesi che copiare non è una colpa così grave. Certo, meglio non copiare. E se si copia, meglio citare. Però, per esempio, uno dei più celebri capolavori dei Radiohead (Exit Music, 1997) è spudoratamente copiato da un Preludio non notissimo di Chopin (Op.28 n.4 in Mi minore). Ma perlomeno il copiato era Chopin e il risultato finale della canzone è migliore dell’originale, in omaggio alle teorie olistiche per cui due più due può fare cinque: ed è questo il caso. Non si sarà altrettanto generosi con Marianna Madia che copiò alcuni passaggi della tesi di dottorato da prestigiose pubblicazioni di economia del lavoro, ma temiamo, per puro pregiudizio, che qui le teorie olistiche traballino pericolosamente. E affondano negli abissi nel caso dei Cinque Stelle. I quali hanno copiato brani da studi della Bocconi, d’accordo, e dall’economista Jean-Paul Fitoussi, perfetto, hanno copiato pure da Legambiente pagine del loro ecologismo, e passi, ma poi hanno copiato da interrogazioni parlamentari del Pd e da pagine di Wikipedia, e qui non ci siamo. Lo si sa dai tempi della scuola che, se proprio si deve, meglio copiare da quelli bravi. Per dire: se avessero copiato da Bismarck non si tratterebbe di un programma aggiornatissimo, ma vuoi mettere il figurone?

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