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Antonio Donno
Israele/USA
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Le difficoltà elettorali di Donald Trump 27/04/2020
Le difficoltà elettorali di Donald Trump
Analisi di Antonio Donno

A destra: Donald Trump

La diffusione del Covid-19 negli Stati Uniti non favorisce Donald Trump in vista delle elezioni presidenziali del prossimo novembre. Benché, come è ovvio, la responsabilità di quanto sta accadendo sia da attribuire esclusivamente alla Cina, la disoccupazione e tutti i problemi legati alla pandemia stanno creando un clima sociale non favorevole a Trump. Al di là di qualche ritardo nella percezione della gravità del problema e delle iniziali incomprensioni tra Trump e alcuni governatori democratici (Cuomo), è indubitabile che le crisi economiche danneggino chi gestisce in questo momento il potere. Tra l’altro, il benessere diffuso nei quattro anni di presidenza di Trump sembrano essere svaniti nel nulla nel giro di alcune settimane, provocando un malessere sociale acuto proprio per il rovesciamento improvviso della condizione economica di una grande massa di americani. Questa nuova situazione potrebbe ribaltare le prospettive elettorali di Trump e favorire l’avversario democratico, Joe Biden. Occorre, dunque, che il virus sia sconfitto prima dell’estate, in modo che i mesi che precederanno le elezioni di novembre possano garantire una ripresa dell’occupazione e perciò un miglioramento delle condizioni economiche generali. Un nuovo, modesto ottimismo potrebbe risollevare le quotazioni di Trump e riconfermarlo alla Casa Bianca. Attualmente, però, le prospettive non sono rosee per il presidente americano. Tra l’altro, le recenti sconfitte elettorali locali dei rappresentanti repubblicani in alcuni Stati del Midwest – il tradizionale serbatoio di voti per il Grand Old Party – peggiorano le aspettative di Trump e alimentano, al contrario, le speranze di Biden. Potrebbe essere proprio il Covid-19 a riportare al potere il Partito Democratico, evento del tutto imprevedibile fino a poco tempo fa. L’eventuale sconfitta di Trump e l’avvento del Partito Democratico alla Casa Bianca potrebbero avere riflessi negativi nelle relazioni con Israele. Trump ha assicurato il nuovo governo israeliano che approverà l’annessione di una parte dei territori della West Bank con gli insediamenti israeliani prevista per maggio, secondo il piano di pace dello stesso Trump. Sia il partito di Netanyahu, sia quello di Gantz – per quanto quest’ultimo fortemente indebolito dalla scissione della parte più intransigente contraria al governo di unità nazionale con il Likud – concordano sul procedimento di annessione.

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Ma, se i democratici dovessero vincere le elezioni americane, quale sarebbe l’atteggiamento di Biden di fronte al fatto compiuto? I democratici hanno respinto, a suo tempo, il piano di pace di Trump, compreso il problema dell’annessione, e, di conseguenza, si troverebbero ad accettare e confermare, di fatto, la parte più spinosa di quel piano. Questa eventualità rappresenta una seria difficoltà nelle relazioni tra Washington e Gerusalemme. Il settore più di sinistra e più favorevole ai palestinesi del Partito Democratico vorrà una revisione sostanziale del piano di pace di Trump o, addirittura, il suo annullamento, trovandosi, però, di fronte all’annessione già avvenuta da parte di Israele. Biden si troverebbe in serie difficoltà in un partito diviso. Ma tutto questo scenario dovrà essere valutato al momento opportuno. Così, mentre la situazione politica di Israele si va finalmente assestando, dopo una lunga controversia politica senza sbocchi governativi, al contrario quella degli Stati Uniti si complica a causa di eventi del tutto estranei al gioco politico-elettorale. “Make America Great Again”, lo slogan di Trump, è messo in discussione non da un fallimento politico, dal crollo di un progetto di sviluppo economico, da imputarsi all’incapacità del governo repubblicano di gestire il potere, ma da cause extra-politiche provenienti dall’altro estremo dell’Oceano Pacifico. A conclusione di On China, Kissinger così scriveva: “La competizione cruciale tra Stati Uniti e China è probabilmente più di natura economica e sociale che militare”. Né l’una, né l’altra.

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Antonio Donno

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