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Zvi Mazel/Michelle Mazel
Diplomazia/Europa e medioriente
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Il cinismo dei russi 09/02/2020
Il cinismo dei russi
Commento di Michelle Mazel

(Traduzione di Yehudit Weisz)


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Bashar al Assad, Vladimir Putin

All'indomani di un attacco aereo contro delle milizie filo-iraniane nei sobborghi di Damasco, “L'esercito russo”, afferma Le Figaro del 7 febbraio, “venerdì ha accusato Israele di aver usato un Airbus-320 con 172 passeggeri a bordo, come scudo per sfuggire ad un contrattacco siriano ai bombardamenti”. Questa informazione avrebbe meritato maggiori dettagli. 
L'aereo, che collegava Teheran a Damasco, è stato dirottato dalla torre di controllo di quest’ultimo aeroporto per evitare di essere preso di mira dalle difese antiaeree siriane. Le autorità di Damasco potrebbero aver temuto un incidente simile a quello accaduto a Teheran meno di un mese fa, quando gli iraniani avevano lanciato due missili contro un aereo civile ucraino che avevano scambiato per un missile americano. Con più fortuna, l'Airbus 320 è riuscito ad atterrare in sicurezza a Khmeimim, il grande aeroporto militare russo situato non lontano dalla città di Latakia. Sebbene situata in territorio siriano, questa base è di solito accessibile solo al personale russo. Occorre specificare che la Russia se ne serve per il supporto logistico che fornisce al regime di Damasco.  Stranamente quello stesso giorno, degli aerei militari russi erano decollati da questa base per andare a bombardare la provincia siriana di Idlib, uccidendo 17 persone, tra uomini, donne e bambini, tutti civili siriani. Non era stata la prima uscita dall'aeronautica russa, visto che da mesi sta bombardando a tappeto zone altamente popolate. Le vittime sono centinaia. Sembrerebbe quindi che la preoccupazione russa per la sicurezza dei passeggeri non si estenda agli sfortunati siriani considerati, diciamo così, un po’ ribelli.  Ci permetteremmo noi di menzionare il destino dei 298 passeggeri e membri dell'equipaggio del Boeing 777 della Malaysia Airlines abbattuto nello spazio aereo dell'Ucraina, da un missile russo sparato dalla Russia il 17 luglio del 2014? Forte del suo status di membro permanente del Consiglio di Sicurezza, la Russia non si preoccupa affatto delle critiche.  Ma il cinismo del Cremlino si manifesta in molti altri modi. L'abbiamo visto di recente con la storia della giovane ragazza israeliana, arrestata quando, di ritorno da Delhi, era in transito all'aeroporto di Mosca in attesa di prendere l'aereo per Tel Aviv. Il suo crimine? C’erano nove grammi di cannabis nella sua borsa. La sua condanna? Sette anni e mezzo di reclusione, sentenza confermata in appello. Le richieste di grazia inviate dal Primo Ministro israeliano e dallo stesso Presidente Rivlin sono rimaste senza risposta.  Era chiaro fin da subito, che la giovane donna era solo una pedina e che i russi volevano in cambio un'intera serie di concessioni. Alla fine le hanno ottenute. La commemorazione a Gerusalemme del 75 ° anniversario della liberazione di Auschwitz ha permesso alla Russia di esibire una nuova dimostrazione di cinismo. Mosca aveva inviato allo Yad Vashem un "documentario" sull'evento che i dirigenti del memoriale non avevano ritenuto necessario controllare. Fu solo dopo la sua trasmissione che si resero conto che falsificava la storia per glorificare la condotta della Russia durante la guerra e sollevare accuse gratuite contro la Polonia.  Il comunicato stampa pubblicato dallo Yad Vashem menziona "documenti tendenziosi" ma non arriva al punto di accusare esplicitamente Mosca.  A cosa serve in effetti.

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Michelle Mazel scrittrice israeliana nata in Francia. Ha vissuto otto anni al Cairo quando il marito era Ambasciatore d’Israele in Egitto. Profonda conoscitrice del Medio Oriente, ha scritto “La Prostituée de Jericho”, “Le Kabyle de Jérusalem” non ancora tradotti in italiano. E' in uscita il nuovo volume della trilogia/spionaggio: “Le Cheikh de Hébron".


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