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Zvi Mazel/Michelle Mazel
Diplomazia/Europa e medioriente
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Ma come? Sarebbero stati bombardati dei civili al confine con Gaza? 17/11/2017
Ma come? Sarebbero stati bombardati dei civili al confine con Gaza?
Commento di Michelle Mazel


(Traduzione di Yehudit Weisz)

a destra: quando suona la sirena

Avete visto la bambina terrorizzata che si stringe al cuore il suo orsacchiotto e quell'altro piccolino con gli occhi chiusi e le mani sulle orecchie per non sentire le sirene? No?
Allora potreste aver visto l’anziana signora con i capelli bianchi macchiati di sangue, stordita dopo essere stata colpita da schegge mentre stava riposando tranquillamente nella sua casa di riposo. Neppure questo?
E allora vi avrà colpito la scena dei passanti sorpresi da un allarme in mezzo alla strada, che corrono con tutte le loro forze verso il rifugio più vicino. No?
E quella del padre con i suoi due bambini troppo piccoli per correre abbastanza in fretta, chinato su di loro ad abbracciarli sul marciapiede per proteggerli? Nemmeno questo?
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Che dire degli allarmi notturni in cui decine di persone mezzo addormentate, si sono ferite in modo più o meno grave, per precipitarsi verso il rifugio?
Delle donne che hanno partorito prematuramente a causa dello stress?
E di quei cinquantamila alunni, dall'asilo all’ultimo anno di liceo, rinchiusi in casa per tre giorni, con le scuole chiuse per precauzione?
Pensate che si tratti di coloni?
Niente affatto, sono civili che vivono all'interno dei confini israeliani riconosciuti a livello internazionale – ripeto, a livello internazionale, il che vale anche per la Francia.
Eh sì, ci sono anche degli arabi israeliani tra loro! Proprio così, in passato dei villaggi arabi nel Sud di Israele sono stati colpiti dal terrorismo di Gaza.
Più di 450 razzi, mortai e altri missili portatori di morte e nessun giornalista francese ha avuto il coraggio di saltare sul primo aereo per far vivere in diretta ai francesi l'inferno che si era scatenato in città tranquille, nelle comunità agricole e nei kibbutz al confine con Gaza! Quegli stessi intrepidi giornalisti che non hanno esitato a precipitarsi in Siria per dipingere il quadro straziante del triste destino dei militanti del Daesh in una prigione curda, hanno pensato che ciò che stava accadendo molto vicino a loro non sarebbe interessato a nessuno?
Eppure nel cielo c'era questo spettacolo di fuochi d'artificio, la Cupola di Ferro che lanciava i suoi vettori per intercettare i missili, lo scontro nel cielo, la pioggia di detriti incandescenti … Mancano forse le risorse economiche ai principali canali televisivi francesi, in questa fine anno in cui grandi budget saranno dedicati alla magia del Natale e di Capodanno?
Comunque avrebbero potuto usufruire di alcune sequenze dai telegiornali israeliani, giusto?
A proposito, che dire dei corrispondenti e dei freelance dei principali quotidiani francesi di stanza in Israele? All'annuncio del cessate il fuoco, Le Monde ha riassunto ciò che era accaduto con la sua solita mancanza di obiettività: “Un centinaio di incursioni aeree hanno lasciato almeno 34 morti sul suolo palestinese, tra cui almeno 20 “militanti” secondo l'esercito israeliano, ma anche otto membri di una stessa famiglia, tra cui cinque bambini*, uccisi poco prima dell'entrata in vigore del cessate il fuoco. Non sono state riportate vittime in Israele.”
*Sono serviti da scudi umani per il comandante della Jihad islamica Rasmi Abu Malhous.

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Michelle Mazel scrittrice israeliana nata in Francia. Ha vissuto otto anni al Cairo quando il marito era Ambasciatore d’Israele in Egitto. Profonda conoscitrice del Medio Oriente, ha scritto “La Prostituée de Jericho”, “Le Kabyle de Jérusalem” non ancora tradotti in italiano. E' in uscita il nuovo volume della trilogia/spionaggio: “Le Cheikh de Hébron".

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