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Zvi Mazel/Michelle Mazel
Diplomazia/Europa e medioriente
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Bereshit: questo è solo l’inizio 13/04/2019
Bereshit: questo è solo l’inizio
Commento di Michelle Mazel

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(Traduzione di Yehudit Weisz)

www.jforum.fr/beresheet-ce-nest-quun-commencement.html

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E’ stato un sogno meraviglioso. Giovedì sera, tutto Israele ha condiviso la stessa speranza. Il Presidente Rivlin aveva invitato nella sua residenza una folla di giovani appassionati di scienze; il Primo Ministro si era recato al Centro Spaziale di Yehud per seguire con gli ingegneri gli ultimi minuti di questa grande avventura. 
Ahimè ... Ci sono voluti soltanto pochi secondi, gli ultimi di questo lungo periplo di sei settimane, perché il sogno si schiantasse con la coraggiosa piccola sonda. 

Eppure, con quale grandezza d'animo il Presidente e il Primo Ministro, parlando a nome di tutto il popolo, si sono congratulati con gli ingegneri per quella che rimarrà negli annali dello spazio come un'impresa incredibile. 
Gli israeliani sono riusciti a lanciare una navicella del peso di soli 600 kg, che assomigliava più ad un giocattolo costruito da un bambino di dieci anni con il suo Meccano che alle pesanti sonde lunari statunitensi, l’hanno messa in orbita e poi lanciata alla conquista della luna. 
Questo primo tentativo non ha avuto successo, ma Bereshit ha raggiunto la luna e i suoi frammenti riposeranno lassù per sempre. Scienziati di tutto il mondo hanno seguito i suoi ultimi istanti in diretta, sia sulla BBC sia sulla CNN. Tutti si sono congratulati per il coraggio dell'impresa; tutti hanno sottolineato che anche grandi potenze come gli Stati Uniti e la Russia hanno subìto drammatici insuccessi durante la loro conquista dello spazio. 
Ecco perché è ancora più penoso vedere in alcuni media, un branco di commentatori gargarizzarsi con il “fallimento” della piccola sonda lunare israeliana. 
E soprattutto quelli che cominciano con prendersi gioco del suo nome Bereshit, che pronunciato in inglese potrebbe far ridere coloro che non sono in grado di leggere la Bibbia nel testo originale ebraico. Perché è così, con buona pace di tutti loro, è con questa parola che ha inizio il libro dei libri, riverito dalle tre grandi religioni monoteiste, dal giudaismo all'Islam attraverso il cristianesimo. 

Bereshit, è innanzitutto “in principio”, e quale altro nome sarebbe più propizio a questo debutto della grande avventura spaziale di Israele? E il sarcasmo? Quel che ha fatto un piccolo Paese come Israele, l’hanno mai tentato la Germania e la Francia, rispettivamente la quinta e la sesta potenza mondiale? 
Cosa pensare di questa Unione Europea così pronta a dare lezioni? 
E che dire dei commenti del mondo arabo e della sua esultanza per la sconfitta subita da Israele? Tuttavia è costato un mondo di ricchezze favolose ... Il costo dell’operazione Bereshit, un centinaio di milioni di dollari, è quanto ha pagato Mohammed bin Salman, il principe ereditario dell'Arabia Saudita, per comprarsi un’imbarcazione da diporto e un quadro di Leonardo da Vinci; a questo possiamo aggiungere i 300 milioni dedicati all'acquisto di un elegante castello in Francia. 
Sono ancora solo pochi mesi di sussidi concessi dal Qatar alla Striscia di Gaza. Non è invece una bella lezione di umiltà su cui meditare per gli uni e per gli altri? Il popolo ebraico impiegò quarant'anni per attraversare il deserto e raggiungere la terra promessa. Scommettiamo che ci vorrà molto meno tempo per i suoi discendenti di oggi a raggiungere la luna.

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Michelle Mazel scrittrice israeliana nata in Francia. Ha vissuto otto anni al Cairo quando il marito era Ambasciatore d’Israele in Egitto. Profonda conoscitrice del Medio Oriente, ha scritto “La Prostituée de Jericho”, “Le Kabyle de Jérusalem” non ancora tradotti in italiano. E' in uscita il nuovo volume della trilogia/spionaggio: “Le Cheikh de Hébron


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