Riduci       Ingrandisci
Clicca qui per stampare

 
Zvi Mazel/Michelle Mazel
Diplomazia/Europa e medioriente
<< torna all'indice della rubrica
Le alture del Golan spiegate agli ignoranti 25/03/2019

Le alture del Golan spiegate agli ignoranti
Commento di Michelle Mazel

www.jforum.fr/le-plateau-du-golan-pour-les-nuls.html

Immagine correlata
Le alture del Golan

È nel Deuteronomio che troviamo la prima menzione delle Alture del Golan (4:43); poi la si ritrova nell'elenco delle città rifugio e di quelle dei levitici. Nella sua “Guerra giudaica” Giuseppe Flavio racconta come lui avesse fortificato le città di Bethsaida e Gamla su questo altopiano, nel cuore della regione, allora chiamata Gaulanitide, parte integrante della provincia della Giudea. Dal 1967 Israele ha riportato alla luce centinaia di vestigia di questo passato, tra cui molte sinagoghe. A margine di questo richiamo storico, la dichiarazione di Donald Trump, in cui lui si dice pronto a riconoscere l'annessione delle alture del Golan, ha provocato quella che viene definita "una condanna unanime". Il grande quotidiano francese Le Monde dedica il suo editoriale del 22 marzo alle gravi conseguenze del tweet presidenziale: “ D’ora in poi altre potenze potranno ispirarsi alla decisione di Donald Trump di farsi beffe, a loro volta, del Diritto internazionale in funzione dei rapporti di forza ”. Potenze che non avrebbero potuto farlo prima, come la Cina che occupa il Tibet o la Russia, che si è permessa di annettere senza scrupoli prima la Crimea e poi una parte dell'Ucraina? La Russia, alleata del regime siriano, che l’ha salvato dall'annientamento, dichiara oggi forte e chiaro che non accetterà mai questa decisione unilaterale degli Stati Uniti. C’è da sottolineare poi un aspetto insolito di questo editoriale. In realtà Le Monde respinge i fatti avanzati dal Presidente americano per giustificare la necessità di riconoscere la sovranità israeliana sulle alture del Golan. Secondo l’editoriale “ l'argomento della sicurezza di Israele è stato messo in evidenza da Donald Trump per giustificare il disconoscimento dei confini internazionali tracciati nel caso specifico nel 1923, ben prima della creazione dello Stato ebraico ”. Il 1923 è l’anno del Trattato di Losanna che ratifica la sconfitta dell'impero ottomano, traccia i nuovi confini della Turchia e ripartisce i territori persi da questo Paese tra i vincitori francesi, inglesi e italiani. Vae victis. “Questo è l'ultimo trattato in conseguenza della Prima Guerra Mondiale, dice Wikipedia. Precisa i confini della Turchia nata dall'impero ottomano e organizza spostamenti di popolazioni per assicurare l'omogeneità religiosa all'interno dei suoi nuovi confini. “

Immagine correlata

Un curioso riferimento
Le Monde non trova nulla di sorprendente, quindi, nel fatto che gli eserciti vincitori si spartiscano i resti del nemico sconfitto e santifichino, per così dire, i confini che loro hanno tracciato, oltre a organizzare i trasferimenti di popolazione. Finché si tratta di Francia, Gran Bretagna e Italia, insomma, va benissimo. Perché quando si parla di Israele, non è più così. Per la cronaca, dal 1948 al 1967, città e villaggi israeliani situati al di sotto delle alture del Golan furono incessantemente presi di mira dal lato della Siria; i cecchini colpivano i contadini che lavoravano nei campi e i pescatori sul lago di Tiberiade, facendo centinaia di vittime; nel giugno del 1967 la Siria attaccò lo Stato ebraico senza alcuna provocazione, il che portò alla conquista delle alture del Golan e all'eliminazione della minaccia permanente che pesava sulla Galilea. Israele nonostante ciò ha persino offerto di restituire questo territorio - come gli altri territori conquistati durante le loro controffensive nel Sinai, ed in Giudea-Samaria - in cambio di un trattato di pace e del riconoscimento della sua esistenza. Offerta respinta come sappiamo a Khartoum nel settembre dello stesso anno.

Immagine correlata
Michelle Mazel scrittrice israeliana nata in Francia. Ha vissuto otto anni al Cairo quando il marito era Ambasciatore d’Israele in Egitto. Profonda conoscitrice del Medio Oriente, ha scritto “La Prostituée de Jericho”, “Le Kabyle de Jérusalem” non ancora tradotti in italiano. E' in uscita il nuovo volume della trilogia/spionaggio: “Le Cheikh de Hébron”


Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui