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Benjamin Weinthal
Europa Germania
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L'etichettatura europea dei prodotti israeliani: ieri dal nazismo, oggi dal partito dei verdi 16/11/2019
L'etichettatura europea dei prodotti israeliani: ieri dal nazismo, oggi dal partito dei verdi
Commento di Benjamin Weinthal
(tratto dal Jerusalem Pos)t

(Traduzione di Anna Della Vida)


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La Corte suprema dell'UE ha selezionato i prodotti israeliani provenienti da territori contesi, etichettandoli con un marchio discriminatorio. Ciò che non è stato ricordato è l’origine della proposta, presentata nel 2012 dal Partito neonazista NPD e l’anno successivo dai Verdi.
Ciò che è stato omesso dalla sentenza discriminatoria dell'Unione Europea è che il partito neonazista tedesco e il Partito dei Verdi  hanno richiesto un'etichettatura dei prodotti israeliani di provenienza Cisgiordania, Golan Heights e territori di Gerusalemme est già nel 2012 per il partito nazista NPD e per i Verdi nel 2013.
La EUGH [acronimo tedesco della Corte europea] ha giudicato che i prodotti provenienti dagli insediamenti israeliani devono essere riconoscibili. E’ un diritto dei consumatori essere informati,ha twittato la deputata del Partito Verde Renate Künast. Una volta classificò come una cospirazione antisemita un'organizzazione tedesca contro l’antisemitismo come una "agenzia del Mossad" che per difendere Israele cercava di bloccare il programma nucleare dell'Iran.
"Loro [i tedeschi] hanno molta esperienza in fatto di etichettatura”, ha detto al Jerusalem Post Efraim Zuroff, storico cacciatore di nazisti del Centro Simon Wiesenthal, definendo la sentenza dell'UE "pura ipocrisia" perché "ricorda i tempi bui della Germania" con il boicottaggio nazista di prodotti e attività ebraiche.
L’avvocato berlinese Nathan Gelbart, e attivista pro-israele, ha risposto a Künast su Twitter, scrivendo "Ciao Renate. Che mi dici del diritto di conoscere i prodotti provenienti dal Sahara occidentale occupato sul serio, o dalla Cipro del Nord anch’esso occupato? E che cosa è stato incollato sui prodotti degli agricoltori arabi della Cisgiordania?. "
Künast non ha risposto alle numerose domande di questo giornale, mentre i Verdi e il NPD hanno dato manforte alla guerra europea contro l'economia israeliana.
Primi i neonazisti: nel 2009, Jürgen Rieger, un negazionista della Shoah e poi vice presidente del Partito democratico nazionale neonazista tedesco, aveva invitato i tedeschi a boicottare Israele. Nel 2012, il partito NPD ha presentato un'iniziativa legislativa nel Parlamento dello Stato tedesco del Meclemburgo-Pomerania occidentale per contrassegnare i prodotti israeliani. La mozione NPD all'epoca richiedeva l'etichettatura dei "prodotti palestinesi e israeliani" con una "chiara denominazione di origine". .
Solo cinque mesi dopo, nel 2013, il Partito dei Verdi presentò nel Parlamento federale una mozione che rispecchiava in gran parte la proposta di legge sponsorizzata dai neonazisti l'anno precedente.
Il giornalista Henryk M. Broder, che da decenni analizza l’antisemitismo del Partito Verde, ha scritto un articolo intitolato "Due anime, un pensiero" sul settimanale Die Weltwoche, rendendo pubbliche le iniziative antisemite che avvengono nel Bundestag, che dimostrano come neonazisti e verdi sono sostanzialmente “identici, entrambi usano le tecniche del regime nazista contro i negozi e le imprese ebraiche, a partire dal 1 ° aprile 1933, lo slogan: “I tedeschi si difendono, non comprare dagli ebrei! ”
Ecco i deputati che nel 2013 hanno sottoscritto l’etichettatura: Kerstin Müller, Marieluise Beck, Agnes Brugger, Viola von Cramon-Taubadel, Thilo Hoppe, Uwe Kekeritz, Katja Keul , Ute Koczy, Tom Koenigs, Omid Nouripour, Lisa Paus, Claudia Roth, Manuel Sarrazin e Dr. Frithjof Schmidt.
La seria questione dell'antisemitismo all'interno del Partito Verde è riemersa il mese scorso in connessione con la parlamentare Claudia Roth, che aveva già sottoscritto l’etichettatura dei prodotti israeliani nel 2013.
E’ stata accusata dal quotidiano Bild-il più venduto in Germania- per aver reso l'antisemitismo "socialmente rispettabile" a causa del suo incontro con un negazionista della Shoah iraniano.
Roth ha rifiutato di rispondere alle domande dei giornalisti.
Una caratteristica sorprendente della profonda ossessione del Partito Verde nel colpire i prodotti ebraici con sanzioni legali è che il partito, come il tribunale di primo grado dell'UE, ignora le oltre 100 altre controversie territoriali nel mondo. In parole povere, il Partito Verde non cerca alcuna guerra economica contro i prodotti turchi, ad esempio per l’occupazione illegale della parte settentrionale di Cipro.
Volker Beck, un ex parlamentare tedesco del Partito Verde che era nel Bundestag nel 2013 - considerato sempre come pro-Israele - ha rifiutato di rispondere a molte domande della stampa sul sostegno energico del suo partito per danneggiare l'economia israeliana.
Il Jerusaalem Post gli ha chiesto invano se aveva cercato di bloccare la misura anti-israeliana del Partito Verde e se considerasse la decisione del suo partito di etichettare i prodotti ebraici come antisemita.
Vale anche la pena ricordare come l'attuale ambasciatrice tedesca negli Stati Uniti, Emily Haber, ha difeso l’ etichettatura antisemita dei prodotti israeliani nel Bundestag nel 2013, quando era segretaria di stato.
Punire l’eonomia israeliani ha il sostegno di tutti i principali partiti del Bundestag tedesco.
Il ministero degli Esteri -a guida del Partito socialdemocratico- e il Partito dell'Unione Democratica Cristiana della cancelliera Angela Merkel sono volonterosi sostenitori dell'etichettatura dei prodotti israeliani.
La giornalista israeliana Caroline Glick -ex editorialista del Jerusalem Post,oggi scrive su Israel Hayom- ha indagato le radici naziste del Partito Verde. Rivelatore l'esempio di August Haussleiter, co-fondatore dei Verdi nel 1979, che ebbe un ruolo importante nello sviluppo del partito. Haussleiter era stato attivo nel Putsch di Monaco di Baviera di Hitler nel 1923 e lodò la Wehrmacht tedesca nel 1942. Baldur Springmann, un ex membro della SA, l'organizzazione paramilitare iniziale del partito nazista, ha anche svolto un ruolo critico nella nascente fase del Partito verde tedesco, che poi abbandonò  nel 1980.

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