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Angelo Pezzana
Israele/Analisi
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Innamorarsi del nemico può costarti la vita 03/09/2014
 Angelo Pezzana: "Innamorarsi del nemico può costarti la vita"


Angelo Pezzana


Steven Sotloff                                          Daniel Pearl

Fra le inclinazioni pericolose che possono costarti la vita, quella di innamorarsi del nemico è la più insidiosa. Ti impedisce di riconoscere il pericolo, lo nasconde dietro una cortina di buoni sentimenti che caratterizzano il senso di umanità che è proprio della futura vittima, impedisce di capire con chi hai a che fare: persona, ideologia, fede. Il terrorismo islamico le rappresenta tutte e tre in modo esemplare. L’ultima vittima è Steven Satloff, il giornalista americano al quale l’ISIS ha tagliato la testa, mostrando il video della orrenda esecuzione con un macabro rituale mediatico. Steven era ebreo, un giornalista che aveva lavorato per importanti testate americane, il fatto che fosse ebreo non è apparso di grande interesse ai media internazionali, qualcuno l’ha riferito, ma ai più non è sembrata una notizia di rilievo. L’ISIS, abilmente, non l’ha ricordato, puntando l’accusa contro l’America tout court. Invece il suo essere ebreo, come per un altro giornalista, Daniel Pearl, anche lui ebreo, anche lui assassinato in Afghanistan, ha giocato un ruolo importante. Come Pearl, anche Satloff era affascinato dalla cultura ‘altra’ che l’islam rappresenta, aveva vissuto in Yemen, aveva imparato l’arabo e, come qualche giornale ha scritto, ‘amava profondamente il mondo islamico’. Fu così anche per Pearl, mentre il suo giornale e gli amici in America lo imploravano perché rientrasse, aveva scelto di rimanere, anche a rischio della propria vita, perché voleva conoscere le ‘ragioni’ del nemico. Daniel e Steven sono stati uccisi perché avevano creduto che anche quel nemico spietato fosse portatore comunque di una umanità che loro volevano rendere visibile. Erano due ebrei, ma questo, nella ‘logica’ del terrorismo islamico, non è l’unica condizione che motiva rapimento e successiva esecuzione, l’odio per gli ebrei è incluso in un odio più vasto che comprende l’America e l’intero Occidente. Come le guerre contro Israele hanno dimostrato, non è una questione territoriale la motivazione del contendere, ma una diversa ‘civiltà’, la volontà di distruggere i valori di libertà e democrazia per sostituirli con una società del Male – come l’ha definita Domenico Quirico – in un Califfato che governerà un mondo di schiavi, ebrei, cristiani, poco importa, il padrone sarà soltanto l’islam.


Chris Stevens                Vittorio Arrigoni

Un odio globale che ha causato una orribile fine per altre due vittime, anche se in comune avevano soltanto questa auto-distruttiva passione per il nemico. Il primo era l’Ambasciatore americano in Libia, Chris Stevens, anche lui affascinato dal mondo islamico, destinato a Tripoli anche per questa sua indubbia conoscenza e apprezzamento per una società che in qualche modo lo attraeva e che invece ne causò l’orribile morte, due anni fa, avvenuta secondo la ‘tradizione’ locale - toccò anche a Gheddafi - picchiato a morte e poi impalato. L’altra vittima, molto diversa dalle precedenti, è stata Vittorio Arrigoni, fanatico odiatore di Israele e dell’Occidente, volontario a Gaza, dove credeva di aver trovato il regime che più di ogni altro (l’Isis non esisteva ancora) rappresentava il terrorismo applicato contro il ‘nemico sionista’, Israele. Ma, anche lui, non aveva fatto i conti con l’essenza dell’islamismo, che immaginava, invece, come il sistema che più di ogni altro metteva in pratica la sua parola d’ordine: restiamo umani. L’innamoramento del proprio nemico, gli fece sottovalutare che a Gaza nessun comportamento - meno che mai sessuale - poteva esprimersi in modi contrari alla feroce legge islamica. La sua condotta privata, che lui erroneamente aveva creduto di poter esprimere liberamente, lo consegnò nelle mani dei suoi assassini, che lo rapirono per sgozzarlo immediatamente. Stevens e Arrigoni non erano ebrei, ma come Pearl e Satloff non avevano capito la natura del Male che l’islamismo contiene.


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