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Angelo Pezzana
Israele/Analisi
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Si avvicinano le elezioni municipali 17/08/2013

Si avvicinano le elezioni municipali
Lettera da Gerusalemme, di Angelo Pezzana


Moshe Lion                                Nir Barkat

Le elezioni municipali si terranno in Israele il prossimo 22 ottobre, la campagna elettorale è già iniziata, e l’attenzione è soprattutto rivolta a Gerusalemme, che si è riempita di manifesti con la faccia di Moshe Lion, il quale, sorridendo, dice ai passanti ‘sarò il prossimo sindaco ‘, dopo il regno durato 5 anni di Nir Barkat (2008-2013), il golden boy miliardario che ha abbandonato l’high tech per la politica. Moshe Lion non è uno sconosciuto, è stato a capo dell’Autorità per lo Sviluppo di Gerusalemme negli ultimi cinque anni, può quindi dire con credibilità di conoscere i problemi della capitale, anche se le luci della ribalta non l’hanno finora illuminato, anche perché non ne mai stato cittadino, avendo sempre abitato a Givatayim.
Ma politicamente, chi rappresenta Lion ? Dovrebbe essere vicino al movimento sefardita religioso Shas, che però si è quasi completamente disintegrato per lotte interne negli ultimi anni, dopo che l’ex sindaco Uri Lupolianski non aveva lasciato un buon ricordo, la città aveva vissuto anni di profonde divisioni fra laici e religiosi. Barkat venne eletto anche perché proponeva un programma amministrativo che teneva conto dei problemi reali, evitando polemiche ideologiche. La linea di Moshe Lion può apparire plausibilmente laica, ma la sua candidatura nasce dall’incontro di due vecchi amici, l’ex deputato Shas Arye Deri, che dopo un periodo in prigione per malversazioni varie, scontata la pena, è riapparso sulla scena politica, diventando in numero uno di Shas, l’altro è Avigdor Liberman, ex ministro degli esteri, fa ancora parte del governo Netanyahu anche se nelle retrovie, in attesa di sapere quale esito avranno i suoi processi, che però, a differenza di Deri, è sì religioso ma non estremista haredì. Li unisce un legame perché entrambi hanno interesse ad avere un loro uomo a guidare la città, e la scelta di Lion  deve essere sembrata quella giusta, in grado di raccogliere il voto dei religiosi, finora diviso fra due partiti, e anche una parte di quello laico.
Il programma di Moshe Lion è più o meno quello che ogni candidato presenta agli elettori, nuovi posti di lavoro, migliorare i trasporti pubblici, l’organizzazione scolastica, le iniziative culturali e sportive, stimolare gli investimenti… in questo il suo programma non è diverso da quello di Nir Barkat, tranne che per un fattore molto rilevante,  quest’ultimo ha già governato 5 anni, mentre Lion non ha mai nemmeno abitato a Gerusalemme, ne è diventato ora residente per potersi candidare. Barkat può invece citare i risultati della sua passata amministrazione, per sottolineare quanto le promesse fatte cinque anni fa siano state mantenute, prima fra tutte quella di aver fermato l’emigrazione, non solo giovanile, dalla capitale. L’essere stato prima un imprenditore di successo gli ha facilitato il rapporto con il Governo, soprattutto per quanto riguarda i trasporti, sia in città che con la costruzione della nuova linea ferroviaria. Non a caso, cita spesso nelle interviste, lo Stato è più attento ai bisogni di Gerusalemme, lo si deduce dai maggiori investimenti. A chi gli chiede se non teme il voto contrario degli haredim, risponde che lui è il sindaco di tutti, degli haredim, dei sionisti, degli arabi, con tutti ha sempre lavorato con un approccio liberale, da sindaco indipendente, non legato a nessun partito, il fattore che l’ aveva portato al successo nelle precedenti elezioni. Per questo non ha cercato la candidatura nel Likud, pur avendo un buon rapporto con il governo, e non teme neppure che il suo avversario, Moshe Lion, possa, con una mossa politica appoggiata da Avigdor Liberman, presentarsi lui stesso sotto la sigla del Likud.  Barkat ripete a chi glielo chiede di essere un indipendente, un liberale, che si comporterà nel prossimo mandato, esattamente come ha fatto in quello che sta per terminare. Non lo interessano i rapporti politici mischiati all’amministrazione della città. Che gli elettori siano delusi anche in Israele dai partiti non è una novità. Questo farà gioco , è probabile, sulla rielezione di Nir Barkat, il sindaco indipendente.

Angelo Pezzana


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