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Angelo Pezzana
Israele/Analisi
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Marocco: una Costituzione moderna senza 'inverno arabo' 06/07/2011

INFORMAZIONE CORRETTA - Angelo Pezzana : " Marocco: una Costituzione moderna senza 'inverno arabo' "


Angelo Pezzana

Sullo stesso argomento, invitiamo a leggere il commento di Angelo Pezzana del 03/07/2011 cliccando sul link sottostante

http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=&sez=40&id=40414

Rabat - L’unico paese che non è stato investito dalla cosidetta ‘primavera  araba’ è il Marocco, niente stragi, niente morti nelle piazze, un paese di  38 milioni di abitanti, guidato da un re, Mohamed VI, la cui dinastia, gli alauiti, regna dal 1666.  Un monarca giovane, se non ancora saggio sicuramente realista e ben consigliato, che ha capito come mettere al sicuro il proprio paese dal pericolo del fondmantalismo islamico . Interessa a qualcuno nel mondo occidentale ? Si direbbe di no, dal momento che la maggior parte dei media non ha ritenuto informare i propri  i propri lettori dei grandi cambiamenti che avvengono qui .E’ stata approvata il 1° luglio, con un referendum,  la nuova Costituzione, con una affluenza al voto del 73%, un dato rilevante, visto che l’astensionismo alla ultime elezioni  politiche del 2007 era stato del 63 % ! Come è stata  possibile  una sottovalutazione cosi’ rilevante ?

Senza considerare che il Marocco è stato il paese che nella regione ha messo sotto controllo le attività terroristiche più di qualunque altro, attraverso un’ azione diretta a verificare le attività politiche nei suoi vari aspetti, con particolare attenzione alle prediche del venerdi’ degli imam nelle moschee ( ce ne sono 50.000 su tutto il territorio) , che da anni ormai devono essere approvate da una vera e propria commissione di censura . Inutile invocare la libertà di espressione, se ci si vuole difendere dal fondamentalismo, persino  in un paese arabo-musulmano, anche le moschee non fanno eccezione, visto l’uso che ne viene fatto per scopi non religiosi.

Insomma, il Marocco ha dato in questi giorni una lezione che potremmo definire di grande coraggio, perchè tale è il passaggio di una monarchia da assoluta a costituzionale. Il che non significa che il Marocco sia già una democrazia, ma l’avvio c’è stato, ed è serio. Non sufficiente pero’ da destare l’interesse, o almeno la curiosità, dei media occidentali.  E’ vero che qui tutti giornali marocchini si sono distinti per l’uniformità quasi totale nell’allinearsi, indicando ai loro lettori di votare si al referendum voluto dal re, ma questo è più che comprensibile. In paragone con gli altri stati musulmani  della regione il Marocco è l’unico ad avere sviluppato una società nella quale la classe media avrebbe solo da temere  per il proprio benessere dall’arrivo di un regime fondamentalista. Per ora, la voce dei muezzin, i marocchini la ascoltano si’ cinque volte al giorno, ma solo registrata e diffusa giorno e notte dalle  moschee, ma il testo consiste in un invito alla preghiera. Comincia con un Allah Akhbar, con un suono molto autoritario, ma tutto finisce li’. E li’ rimarrà , perchè la Costituzione approvata l’altro giorno è un altro passo avanti verso una maggiore laicità delle istituzioni.

In Marocco i giovani sono quasi il 30% della popolazione. Come ha dimostrato un recente sondaggio, il 90%  legge in francese, il 59% rifiuta l’autorità dei genitori in fatto di matrimonio, pur essendo in maggioranza  (66%) favorevoli  al velo e ancora il 21% alla poligamioa. Il 40%  ha rapportri sessuli  fra i 14 e i 16 anni. Studiano e si interessano di politica, non a caso è tra i giovani che il movimento ‘’20 febbraio’’, che aveva invitato a boicottare il referendum, ha raccolto maggiori adesioni, non sufficienti pero’ a modificarne il successo,anzi, incidendo molto poco, anche a livello percentuale. Per finire, i giovani passano 10 ore la settimana su internet, usato privatamente dal 78%.

Come si  vede dai numeri, un paese che tutto si aspetta dal futuro tranne che l’arrivo di un regime fondamentalista.  Gli Usa l’hanno capito, per questo gli aiuti finanziari sono abbondanti, sotto la guida dell’ambasciatore Samuel Kaplan.

Poche le critiche, dunque. Le riforme promesse, se attuate, daranno stabilità al paese, che sarà in grado di comprendere e accogliere  anche i pareri più diversi. Al re ci si potrà rivolgere non più soltanto con il tradizionale consenso, ma anche con una espressione del tutto nuova, maestà, con il rispetto dovuto, non sono d’accordo .


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