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Angelo Pezzana
Israele/Analisi
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Non era pacifista, aiutava i fanatici 17/04/2011

LIBERO - Angelo Pezzana : " Non era pacifista, aiutava i fanatici "


Angelo Pezzana

Il rapimento, seguito dall’uccisione, di Vittorio Arrigoni da parte del gruppo salafita alleato con al Qaeda a Gaza suscita alcune considerazioni, utili per capire quanto il conflitto israelo-palestinese sia visto sui nostri media in modo distorto. L’altro giorno, tutte le prime pagine dei giornali, come i Tg, aprivano sul suo rapimento e sulla minaccia di ucciderlo se Hamas non avesse liberato alcuni prigionieri legati al gruppo salafita che opera clandestinamente nella Striscia. Qualcosa deve essere andato storto, se la decisione di eliminarlo fisicamente č stata presa prima della scadenza annunciata. La cronaca della sua orribile fine č poi uscita ieri su tutti i giornali, e ciascuno a suo modo, ne ha dato una versione secondo le regole che governano la testata, in particolare sulle motivazioni che l’avevano portato a Gaza nel 2008, a Gaza e non in Cisgiordania, dove un pacifista avrebbe dovuto sentirsi pių a suo agio. Arrigoni scelse invece la Striscia perchč lė, e non altrove, pensava fosse possibile realizzare la sconfitta dell’odiato ‘piccolo satana’ che opprimeva i palestinesi. Soltanto Hamas, un movimento dichiarato terrorista dall’Onu e dalla Ue, gli pareva adatto, dopo aver conquistato il potere con un colpo di stato, a realizzare uno Stato palestinese che ha nel proprio statuto la distruzione di Israele. Si dichiarava pacifista, una parola dall’uso elastico, indossata abitualmente da violenti e facinorosi, che hanno come ideale la morte, per questo combattono ed eliminano chi crede invece nella vita. Arrigoni si era trovato bene a Gaza, anche se Hamas aveva preso l’abitudine di ammazzare i palestinesi che stavano dalla parte dell’Anp, buttandoli gių dagli ultimi piani dei palazzi. Perchč a Gaza, stare dalla parte di Abu Mazen, č un crimine che si paga con la vita. Ma Arrigoni non ci badava, se dei palestinesi ammazzavano altri palestinesi, doveva essere sicuramente per il loro bene, per lui contavano solo le iniziative contro l’odiato Israele, e in questo, va riconosciuto, Hamas č il numero uno. Commercio clandestino di armi, navi che tentano di superare il blocco navale per portare nella Striscia arsenali e missili da lanciare sul territorio israeliano, non hanno minimamente danneggiato, nč messo in discussione, quell’aggettivo che Arrigoni portava cucito addosso come una onorificenza: pacifista, ed infatti cosė č stato presentato in questi due giorni sui nostri giornali a chi probabilmente non l’aveva mai sentito nominare prima. Era un pacifista, il che vuol dire che amava la pace, anche se aveva scelto di stare con chi la pace mica la voleva, perchč Hamas vuole distruggere Israele, non farci un accordo. Lui amava il popolo palestinese, e nel nome di questo amore, aveva scelto di stare dalla parte di chi vuole sterminare un altro popolo, degno almeno dello stesso amore, quello israeliano. Ma Arrigoni ha commesso un errore, avendo investito tutta la sua attenzione sul ‘nemico sionista’, non si č accorto, anche perchč le differenze sono minime, ammettiamolo, che accanto al suo adorato Hamas si era sviluppato un altro cancro, almeno pių risoluto del primo per quanto riguarda l’ideologia islamista fanatica. Non si č accorto, Arrigoni, che lui era un infedele per i salafiti, e tanto bastava per considerarlo un nemico. Volendo ricattare Hamas, hanno preso lui, preda facile perchč si sentiva sicuro, credeva di stare con i suoi, l’hanno tortutato e poi ucciso. Tra ieri e ier l’altro siamo stati sommersi da uno tzunami di melassa buonista da togliere il fiato. Povero Arrigoni, anche il nostro cuore, che non batte per i tagliagole di Gaza, č rimasto colpito dalla sua orribile fine, ma ci siamo chiesti in quale paese viviamo. Neanche un mese fa, in Israele, una famiglia, i Fogel, č stata sgozzata nel sonno, padre, madre e tre figli ancora bambini, senza che nessuno nel nostro paese quasi se ne accorgesse, Repubblica non ha nemmeno dato la notizia. Eppure una famiglia sgozzata nella notte, nella propria casa, se raccontato, fatte vedere le immagini, avrebbe destato una impressione enormemente pių forte di quella di Arrigoni, un volontario che svolgeva una sorta di servizio civile in un paese che sta cercando in ogni modo di distruggerne un altro. Invece per i Fogel tutti zitti, neanche un comunicato della CGIL, della Curia, nessuna mobilitazione, nessun Tg ha valutato quella strage degna di pochi secondi sul piccolo schermo, nemmeno il nostro amato presidente della Repubblica ha rilasciato un segnale della propria commozione, come ha fatto invece per il povero Arrigoni, per lui si č mosso tutto il paese, in testa l’UCOII, che č l’organizzazione che rappresenta in Italia i Fratelli musulmani, quelli che stanno per impadronirsi dell’Egitto, ai quali era caro il lavoro che Arrigoni svolgeva a Gaza contro Israele. Perchč era questo il lavoro umanitario che svolgeva, era infatti tra i volonterosi che stavano preparando la prossima Flotilla in partenza, questa volta, dall’Italia, un’altra spedizione ‘pacifica’ come la prima. Diciamola tutta, era un odiatore di Israele che aveva trovato con Hamas il modo migliore per esprimerlo.


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