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Angelo Pezzana
Israele/Analisi
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Hanno rifiutato i controlli. Un suicidio non reagire 01/06/2010

LIBERO - Angelo Pezzana : " Hanno rifiutato i controlli. Un suicidio non reagire"

Il tentativo di rompere l’embargo a Gaza da parte dei gruppi della sinistra pacifista ( ma armata) è fallito nella pratica ma non nelle intenzioni. Avvenuto troppo tardi per uscire sui giornali di ieri, ha però sbancato i siti internet di tutti i quotidiani, le rassegne stampa, i notiziari radio e tv. Su tutti una titolazione pressochè identica, la condanna della "violenza di Israele" contro degli inermi cittadini che si recavano a portare aiuti umanitari. Per Piero Fassino è stato un " atti ingiustificato e gravissimo". Davvero ?  Nessun tentativo è stato fatto per cercare di capire la dinamica che ha causato lo scontro, i manifestanti sono dalla parte della ragione e Israele da quella del torto. Vediamole, allora, le ragioni, che hanno spinto centinaia di persone a cercare il casus belli, sotto l’ala protettrice della bandiera turca, un paese, la Turchia, ormai allineato con la politica iraniana, fino al punto da porsi alla guida di una operazione illegale e dalle conseguenze non solo previste ma cercate perchè volute. Partiamo dalla situazione della Striscia, dove un colpo di Stato ha mandato al potere un movimento terrorista, Hamas, giudicato tale anche dai palestinesi dell’Anp. Come indica il suo statuto, l’obiettivo è la distruzione di Israele, facile a dirsi, ma impossibile a realizzarsi stante la diversa capacità militare. Ecco allora la guerra asimmetrica del terrorrismo, non solo in questi ultimi anni da parte di Hamas, ma a partire dalla metà degli anni ’60 con l’Olp di Arafat, una guerra difficile da sradicare, perchè usa strumenti diversi da qualli impiegati nei conflitti tradizionali. Le armi dei terroristi agiscono in modi più subdoli,  rapiscono e tengono in condizioni disumane un soldato, Gilad Shalit, che da quattro anni è tenuto prigioniero chissà dove, merce di impossibili scambi, ma utilissimo per seminare angoscia nel campo israeliano. L’uso della provocazione, attraverso il lancio dei missili oltre confine, per spingere l’avversario  ad intervenire, e la cui reazione sarà sicuramente giudicata “sproporzionata” dai governi europei. Provocazione che si realizza anche attraverso forme minori, come il boicottaggio dei prodotti agricoli, come è avvenuto la scora settimana anche in Italia, finita poi miseramente per la pronta reazione, positiva perchè inaspettata. Ora è la volta della provocazione “umanitaria”, una parola-chiave che apre tutte le porte, se è umanitaria è sicuramente pacifica, chi oserebbe opporsi. E’ questa l’interpretazione da dare alla discesa in mare della flottiglia battente bandiera turca, partita per portare aiuti ad una popolazione affamata, cosa affatto vera, come abbiamo dimostrato su queste colonne alcuni giorni fa ? Ma anche crendendo vero quello che non è, come è possibile pensare che le motovedette di Israele avessero intenzioni ostili, quando il messaggio ai naviganti era l’invito ad attraccare al vicino porto di Ashdod per verificare che i carichi delle imbarcazioni non contenessero armi ? (il messaggio della marina d'Israele si può vedere e sentire sul sito www.informazionecorretta.com) In quel caso tutto il carico sarebbe poi partito per Gaza via terra, sotto controllo delle forze Onu. Se i pacifisti-armati  fossero stati in buona fede, se cioè avessero avuto l' obiettivo di portare aiuti alla gente di Gaza, e non altre intenzioni, è logico pensare che avrebbero accettato. E invece no, le teste-guida della spedizione avevano altro in mente, volevano costringere Israele a vestire i panni del crudele tutore dell’ordine, pronto a uccidere se il caso, obbligarlo a rovinare la “festa pacifica”, annullando, con la rottura dell’embargo, il diritto di Israele a far fronte ad una entità nemica al proprio confine. In più, provocando lo scontro in acque extra territoriali, hanno fatto di tutto perchè alla fine ci scappasse il morto, meglio se più di uno, per poterli brandire come vessilli a difesa dei loro atti criminali.
E così è andata, Israele era ovvio che non poteva abdicare al proprio diritto di controllare ciò che entra a Gaza, non avrebbe potuto dire prego accomodatevi, già altre navi avevano cercato di forzare il blocco con nella stiva carichi di armi che, attraverso la Siria, arrivavano dall’Iran, già pronte per essere usate contro lo Stato ebraico. Le navi sono state quindi fermate, ma il prezzo che Israele pagherà è esattamente quello che gli odiatori avevano calcolato, la condanna da parte del mondo democratico per l’uccisione di alcune vite umane. Nulla conta il contesto, la provocazione, come si è detto, titoli e immagini sono quelli previsti. Chi crede ancora che si possa combattere il fondamentalismo islamico e il terrorismo che ne è l’espressione compiuta, accusando chi, come Israele, ha il dovere di difendersi, e lo mette in pratica,  sappia che la giornata di ieri sarà ricordata come una delle tappe più significative del tentativo dell’Occidente, libero e democratico, di non arrendersi al destino che lo vuole sconfitto. Tutta l'Europa è Israele, tutto il mondo civile è Israele, nessuno si senta tranquillo perchè la guerra è lontana. E' più vicina di quanto ci hanno insegnato a credere.


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