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Angelo Pezzana
Israele/Analisi
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Gerusalemme, città sacra per tre religioni: ma sarà vero ? 23/12/2009

Da SHALOM n° 11, dicembre 2009, a pag. 19, con il titolo " Gerusalemme, città sacra per tre religioni: ma sarà vero ? " Angelo Pezzana analizza perchè questa definizione non corrisponde per niente alla verità storica.
Ecco il pezzo :

 

Ci fu un tempo nel quale, in Europa, gli stati democratici si chiamavano semplicemente con il nome di sempre, Italia, Francia, Germania (per metà), Gran Bretagna, Olanda, Belgio e altri. Non così per Ungheria, Polonia, Cecoslovacchia, Yugoslavia e altri, i quali furono costretti ad anteporre quella falsa etichetta di Repubblica Popolare Democratica, che scomparve solo dopo la dissoluzione dell’impero comunista. I primi erano democrazie, i secondi dittature, nascoste dal furto legalizzato di un nome che avrebbe dovuto far credere ciò che vero non era. Il mondo all’incontrario, eppure era stato sufficiente l’appropriazione della parola democrazia per convincere milioni di persone ingannate dall’ideologia comunista che quella era la verità, nelle dittature c’era democrazia, lì e non altrove, poco importava che la libertà fosse stata cancellata. Oggi è solo più un ricordo, angoscioso per chi l’ha vissuto, ma appartiene al passato. Mistificazioni da affrontare però non ne mancano, la più grande di tutte è lo status di Gerusalemme, quando leggo o sento dire “la città santa alle tre religioni”, mi chiedo se non ripetiamo questa frase come un mantra che ci si è appiccicato addosso, tanto da non riuscirne più a comprenderne la falsità. In tremila anni e più della sua storia, Gerusalemme è sempre stata il centro della vita politica, religiosa, culturale degli ebrei. Soltanto dalla seconda metà del secolo scorso, dopo la rinascita dello Stato di Israele, le pretese musulmane e cristiane sulla città hanno si sono fatte sentire. Più le prime delle seconde, in verità, di certo le più violente. Eppure, mai nei secoli precedenti, a nessuno stato arabo o musulmano era mai venuto in mente di rivendicare alcunchè, nè nel primo dominio islamico (638-1099), nè in quello successivo ottomano (1516-1917), l’interesse verso Gerusalemme è sempre stato uguale a zero, nulla che distinguesse in modo particoalre la città rispetto ad altri luoghi. Persino dal punto di vista religioso, il Corano non la nomina mai nemmeno una volta. Erez Israel ha vissuto un destino coloniale, sotto vari conquistatori, per quasi duemila anni, prima che il popolo ebraico ritrovasse la capacità di farsi nuovamente Stato, ma in tutto quel tempo l’unica invocazione che si levava almeno una volta l’anno era durante il seder pasquale, mai altrove. Anche le rivendicazioni per un coinvolgimento nell’amministrazione della città da parte del Vaticano si sono fatte pressanti soltanto dopo la proclamazione dello Stato. Prima, l’evento più temuto e maggiormente ostacolato, era proprio quello, il ritorno degli ebrei nella loro terra ancestrale, con la possibilità di vivere senza più dover essere tollerati in quanto “senza patria”. Che Gesù fosse ebreo, e che il cristianesimo sia nato dopo di lui, è un fatto storico/religioso che per millenni è stato tenuto in disparte, quasi a voler segnare profondamente la scomparsa della prima fede a favore della seconda. Ma se il cristianesimo ha partecipato ai cambiamenti che la modernità ha portato negli ultimi tre secoli, accettando “obtorto collo” la separazione fra Stato e Chiesa, questo non si può dire dell’islam, che da quindici secoli vive sottomesso ad una fede che è insieme religione e Stato. E che quindi non riconosce nessun nessun diritto di reciprocità, nei confronti degli ebrei ma anche dei cristiani, catalogati tutti quali “infedeli”. La prova è evidente se si esamina il percorso difficilissimo per arrivare ad un accordo che ponga fine al conflito con i palestinesi. Chi in maniera aperta, chi più velatamente, non c’è Stato musulmano che non lavori per sabotare ogni trattativa possibile. Israele semplicemente non deve esistere, per cui non c’è niente di meglio che sabotarne la legittimità. Gerusalemme si presta egregiamente, si nega le verità storica, si ignorano le prove inconfutabili dell’archeologia, il Monte del Tempio diventa la Spianata delle Moschee, negando che in quel preciso luogo sia mai esistito un tempio ebraico, per non dire della storia del territorio riscritta come avveniva in Unione sovietica quando all’arrivo di un nuovo tiranno veniva modificata l’Enciclopedia nazionale, cancellando le gesta del predecessore. Per arrivare fino al Gesù “palestinese”, per accattivarsi il mondo cristiano in funzione antiebraica, quando quel nome i romani dovevano ancora inventarselo. Spesso funziona, purtroppo, tanto da divenire un “must” della propaganda contro Israele nel nostro paese. Credo sia ora di rivendicare l’ebraicità di Gerusalemme, perchè grazie a questa appartenenza è stato possibile garantire il rispetto di tutte le fedi, cosa impossibile sotto il dominio islamico. Una libertà che va preservata, per garantire innanzi tutto agli stessi cittadini arabi i diritti che una democrazia riconosce alle minoranze, in un paese poi, che non aspetta altro che si faccia avanti una leadership che voglia davvero vivere come un buon vicino, per arrivare ad una soluzione condivisa. E’ questo il sogno che dovrebbero avere i palestinesi. Purtroppo sognano ben altro.

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