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Angelo Pezzana
Israele/Analisi
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Se Prodi piace al mondo arabo qualche motivo c'é 13/04/2006

Che il mondo arabo avesse un debole per Romano Prodi non era una novità, quindi nessuna sorpresa se il risultato elettorale è stato accolto con soddisfazione nel mondo musulmano. “E’ una svolta”, hanno esultato in coro TV e giornali arabi alla notizia che il professore aveva preso il posto del cavaliere. Di motivi per gioire ne hanno purtroppo parecchi. Era stato Berlusconi, tornato al governo nel 2001, a cambiare profondamente la nostra politica estera, appiattita da decenni sotto una impostazione filoaraba e terzomondista. Così voleva il cattocomunismo imperante, che alla democrazia occidentale  privilegiava i rapporti con gli stati che la democrazia tenevano in pochissimo conto. Merito, mai sottolineato abbastanza, della Farnesina a guida Berlusconi-Fini l’aver ristabilito i rapporti con Israele, così come più volte e con forza hanno confermato i rappresentanti dello Stato ebraico. Lo stesso dicasi con Washington, il grande satana odiato da tutti i regimi e  movimenti terroristi, l’intesa è stata perfetta. Come non gioire quindi se il cavaliere se ne va e al suo posto arriva il non dimenticato “europeo” Prodi, sotto la cui guida l’Unione europea guardò sempre benignamente agli stati canaglia mentre con Israele sfoderava il massimo della severità. Ricordiamo come se fosse oggi il referendum sul “paese che più di ogni altro minaccia la pace nel mondo”, impostato in modo tale che la risposta non poteva essere altra se non Israele. E il rapporto sull’antisemitismo in Europa dell'Università di Berlino, che sarebbe rimasto nascosto in un cassetto di un qualche ufficio prodiano se per un caso fortunato non l’avesse trovato un eurodeputato francese, mettendo il professore in serio imbarazzo per la sua “dimenticanza”. Qualche parola meritano anche gli eletti nell’Unione, visto che il conto che presenteranno sarà più che salato, data la percentuale a due cifre che possono vantare i vari rifondaroli comunisti, più quelli italiani, con l’aggiunta di verdi con Di Pietro per buon peso senza contare il correntone DS. Siederanno in parlamento i disobbedienti alla Caruso, il leader del Leoncavallo Farina, il vice OLP in Italia, il palestinese Alì Rashid, il gentiluomo che in una trasmissione aveva definito Fiamma Nirenstein “ giornalista israeliana che vive con i coloni “, esponendola a possibili ritorsioni da parte di fanatici che infatti l’avevano subito minacciata. Balle, ovviamente, Fiamma è una giornalista italiana che vive a Gerusalemme,ma come tutte le bugie anche quella di Rashid ha messo in pericolo una vita. Adesso questi signori, con un bel contorno di altri di non minore peso, formano un numero tale da condizionare la politica del prossimo governo, che non potrà non accontentarli altrimenti perderà la faccia e,cosa molto più importante, i loro voti.

Come la metterà mortadella con la “serietà” tanto decantata ? Dalla sua avrà la consolazione che non ci saranno più scioperi, niente più cortei di protesta, stop con le occupazioni, i più esagitati sono arrivati alla fatidica poltrona e non sentono nostalgia per altre sicuramente meno comode. Ma tutto questo non gli basterà quando si renderà conto che non potrà più promettere tutto e il contrario di tutto come ha fatto in campagna elettorale. Dovrà anche fare i nomi. Chi sarà il ministro degli esteri ? Ci andrà D’Alema ? Diliberto ? Usciremo subito dall’Iraq, anche se gli iracheni ci supplicano di non abbandonarli ? Quale risposta verrà data all’Iran di Ahmadinejad che canta vittoria per avere finalmente operative le centrali nucleari ? Andrà  Diliberto a stringerli la mano come fece con Nasrallah, il capo dei terroristi Hetzbollah in Libano ? Hamas sarà ancora considerato, come ritengono UE e USA, un gruppo terrorista oppure Ali Rashid ( o qualcun altro, c’è solo l’imbarazzo della scelta) si incaricherà di intrattenere cordiali rapporti ?  Agli arabi Romano piace, titolavano i giornali ieri. Ci credo.


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