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Manfred Gerstenfeld
Israele, ebrei & il mondo
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Lo Stato di diritto in Europa e gli ebrei 14/11/2018

Lo Stato di diritto in Europa e gli ebrei
Analisi di Manfred Gerstenfeld

(Traduzione di Angelo Pezzana)

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Un aspetto caratteristico della democrazia è lo stato di diritto. Non è facile analizzarne i problemi così complessi in un'area grande come l'Unione Europea (UE). Come scorciatoia utile possiamo tuttavia concentrarci su una piccola comunità che ha molte interazioni con la maggioranza della popolazione e con lo Stato. Gli ebrei, che rappresentano circa lo 0,3% della popolazione dell'UE, in nessun paese raggiungono nemmeno l'1% di tutti i cittadini, sono uno strumento utile per questa analisi. Alcuni processi o la loro assenza ci fanno capire una serie di problemi dello Stato di diritto nei paesi dell'UE, compresa una denuncia contro gli israeliani. Per cominciare c'è la causa in Belgio del 2001 contro il primo ministro israeliano Ariel Sharon e due suoi generali da parte dei famigliari dei palestinesi uccisi nel 1982 dalle milizie libanesi cristiane nei campi di Sabra e Shatila. Questo processo è diventato politico all'estero dopo essere stato già oggetto di indagine in Israele. Il procuratore generale belga non voleva proseguire il processo, ma con una decisione molto insolita la corte d'appello non accettò la sua posizione.

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Il processo contro Sharon e i generali alla fine non ha portato a nulla perché i giudici belgi hanno esteso le accuse anche contro il presidente degli Stati Uniti George Bush Sr. Il governo americano ha quindi minacciato di spostare il quartier generale della NATO da Bruxelles. Per questo il parlamento belga ha successivamente votato per modificare la legge riguardanti la giurisdizione internazionale. Una sentenza che destò scandalo in Germania riguardava tre palestinesi che avevano incendiato la sinagoga di Wuppertal nel 2014. Il tribunale sentenziò che questo atto non era una protesta contro Israele, per cui non poteva essere considerato un atto antisemita. Agli autori vennero sospese le condanne. Nel dicembre 2017, tre assalitori hanno lanciato delle bottiglie Molotov contro una sinagoga nella seconda città più grande della Svezia, Göteborg. All’interno una ventina di persone si sono rifugiate nella cantina durante l'attacco. La corte d'appello svedese annullò il primo grado della sentenza del tribunale, che aveva condannato i tre alla pena di due anni, ma non accettò che uno degli autori, un palestinese nato a Gaza, venisse espulso alla fine della pena, perchè la natura antisemita dell’ attacco l’avrebbe messo in pericolo da una reazione di Israele.

La corte dava priorità alla difesa dell’autore dell’attacco piuttosto che alle sue vittime. Sceglieva di lasciarlo rimanere in Svezia, dove avrebbe potuto commettere altri crimini. Un risultato indiretto delle deficienze dello Stato di diritto nella Svezia ultra liberale fu che la comunità ebraica di Umea fu sciolta a causa delle minacce neonaziste. Niente di simile si è verificato in questo secolo in nessun altro luogo dell'Unione. La terza città più grande della Svezia, Malmö, è considerata da molti esperti la capitale dell'antisemitismo europeo. Gli autori dei molti atti antisemiti fisici e verbali sono per lo più, o quasi tutti, musulmani. Un numero record di denunce relative ai crimini di odio in città nel 2010 e nel 2011 non ha portato a nessuna condanna. Nei Paesi Bassi i fallimenti dello Stato di diritto sono meno estremi. Nel 2017, gli studenti delle scuole israeliane hanno visitato il parlamento olandese. Un membro del consiglio municipale dell’Aja, il musulmano Abdoe Khoulani, ha definito gli studenti "terroristi sionisti in addestramento" e "futuri occupanti e assassini di bambini". Un giudice olandese ha respinto una causa contro di lui, affermando che le sue osservazioni non costituivano incitamento all'odio. Un caso giudiziario nel Regno Unito è descritto dettagliatamente da David Hirsch nel suo libro, Contemporary Left Antisemitism. Il libro racconta la storia dell'attivista accademico ebreo britannico Ronnie Fraser, che ha portato in tribunale il suo sindacato e il college universitario (UCU), sostenendo che nell’Università si era diffusa una cultura antisemita, di cui era rimasto vittima. Nel 2013 Il tribunale (2013) ha deciso che "non c'era stato alcun atto di antisemitismo". Ha respinto le accuse di Fraser negandole: "tecnicismi, argomentazioni legali e ogni importante questione di sostanza e di fatto". Hirsh spiega come diversi testimoni a favore di Fraser non siano stati ascoltati, e nemmeno menzionati nel giudizio della corte.

In Inghilterra, nel 2010, il giudice George Bathurst-Norman, ha influenzato una giuria affinchè assolvesse un gruppo di attivisti che avevano attaccato e danneggiato seriamente una fabbrica che produceva parti di aerei da guerra israeliani. Nel processo per i danni penali il giudice ha paragonato Israele al regime nazista. L'Office of Criminal Complaints in seguito riportò che il giudice venne rimproverato per le sue parole. I problemi in Francia sono di natura diversa. Ci è voluto molto tempo prima che la Francia riconoscesse che l'omicidio di Sarah Halimi da parte del suo vicino musulmano era un crimine dettato dall’ odio antisemita. Ciò era tanto più preoccupante perché nel 2001 si era già verificato un numero molto alto di attacchi antisemiti nel paese, i cui autori erano principalmente immigrati musulmani. Per molto tempo sia la stampa che le autorità pubbliche hanno ignorato quanto accadeva. I suddetti pochi casi dimostrano i gravi fallimenti legali nei confronti degli ebrei in diversi paesi europei. Non sono solo indicativi delle carenze nello Stato di diritto, ma anche del deficit democratico di questi paesi.

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Manfred Gerstenfeld è stato insignito del “Lifetime Achievement Award” dal Journal for the Study of Antisemitism, e dall’ International Leadership Award dal Simon Wiesenthal Center. Ha diretto per 12 anni il Jerusalem Center for Public Affairs.


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