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Manfred Gerstenfeld
Israele, ebrei & il mondo
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Perché la Francia merita le critiche di Israele 25/08/2018

Perché la Francia merita le critiche di Israele
Analisi di Manfred Gerstenfeld

(Traduzione di Angelo Pezzana)

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Manuel Valls, un amico

In Israele ci chiediamo spesso se non finiamo per scrivere per dei lettori che già condividono le nostre opinioni. Succede però di ricevere l’attenzione dei nemici di Israele. Qualche tempo fa ho scritto che la reazione francese alla recente violenza ai confini di Gaza era in linea con la lunga tradizione di ostilità di quel paese verso lo Stato degli ebrei. Avevo fatto notare che la Francia aveva votato a favore di una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che chiedeva misure a protezione dei palestinesi ma non menzionava Hamas, all’origine degli attacchi. Il vice ministro israeliano Michal Oren lo ha riassunto in un tweet: "Vergogna per la Francia per averlo sostenuto, il governo francese non può dire che è contrario all'antisemitismo e votare poi questa risoluzione antisemita". Ho anche citato David Pryce-Jones che nel 2008 ha pubblicato il libro “Tradimento: Francia, Gli arabi e gli ebrei”. Le sue conclusioni possono essere riassunte così: la Francia nella storia moderna ha fatto più danni in Medio Oriente di qualsiasi altro paese. Nei mio articolo concludevo: "citando frequentemente le menzogne ipocrite francesi su Israele è improbabile che lo fermi, ma potrebbe renderle meno utilizzabili". Non avrei potuto aspettarmi così presto la prova di questa mia conclusione. Qualcuno ha inoltrato il mio articolo a un alto funzionario francese. La reazione è stata tutt'altro che indifferente. Ha scritto: "Siamo seri. Non è una analisi, è una opinione personale. A Gaza, la Francia aveva la stessa posizione degli altri 190 paesi. Accusare tutti di antisemitismo è inverosimile, è stata scelta la Francia come capro espiatorio della comunità internazionale. Riflette la posizione di Israele che solo gli Stati Uniti sostengono. È un diritto di chi l’ha scritto, ma è anche il mio dire che in realtà si fa una danno a Israele alimentandone la politica di vittimizzazione, per coprire la continuazione di un processo di annessione della Cisgiordania; una tragedia per entrambe le parti ". La continua tendenza francese a delegittimare Israele è accompagnata da una mancanza di autocritica. Ci sono molte ragioni storiche per cui gli israeliani scelgono la Francia, la sua ipocrisia e le altre sue ostili interpretazioni. La Francia ha permesso l’ingresso di immigrati antisemiti dal Nord Africa dove i pregiudizi contro gli ebrei sono tra i più alti del mondo. Oggi, con almeno il 10% della popolazione musulmana, la Francia è il paese con il numero più alto di omicidi di ebrei dell'Europa occidentale per ragioni ideologiche verificatosi in questo secolo. Tutti, 12 in totale, sono stati perpetrati da musulmani. La percentuale di ebrei che lasciano la Francia, perché non vedono alcun futuro nel paese, è più alta che negli altri paesi dell'Europa occidentale. Ci sono molti altri buoni motivi per imputare alla Francia la mancanza di chiarezza. L'arroganza dei diplomatici francesi spesso non conosce limiti. L'ambasciatrice francese in Israele, Hélène Le Gal, commenta regolarmente le azioni di Israele, cosa che non dovrebbe fare. Il mese scorso ha commentato la violenza alle frontiere di Gaza: "Ci sono proteste estremamente violente in Francia ... eppure nessuno viene ucciso". Questa affermazione contiene un doppio standard di valutazione per due motivi. Nelle dimostrazioni francesi i terroristi non invocano il genocidio quando sparano. Inoltre, non va dimenticato quando la polizia francese nel 1961 sparò uccidendo circa 200 algerini che manifestavano pacificamente a Parigi. Solo per questo motivo le osservazioni dell'ambasciatore francese in Israele non dovrebbero essere fatte per almeno altri decenni. Non va neppure dimenticato quando nel 2004 Yasser Arafat venne trasportato da Israele a Parigi, dove morì in un ospedale. La Francia gli conferì gli onori militari. All'epoca si sapeva già che Arafat - dopo che aveva ricevuto il premio Nobel per la Pace – firmava ancora personalmente i documenti che autorizzavano i finanziamenti ai palestinesi che ammazzavano gli ebrei in Israele. Questi documenti sono stati trovati dopo che la sede dell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina a Gerusalemme, l'Orient House, è stata chiusa da Israele nel 2001. L'attuale ambasciatore francese negli Stati Uniti, Gérard Araud, che all'epoca era ambasciatore in Israele, osservò che c'era una nevrosi antifrancese. La nevrosi è un tipo di disturbo mentale, non riguarda coloro che hanno denunciato l'estremo comportamento scorretto di un governo francese che rende onore a un assassino di massa. Questi israeliani hanno dimostrato soltanto molto buon senso. Per riassumere: l'estrema critica francese a Israele, combinata con l'incapacità del paese di assicurare il futuro degli ebrei sul piano interno, deriva da una mentalità deviata. La reazione al mio articolo dell'alto ufficiale francese era comunque un segnale molto promettente. L'irritazione può aiutare a incoraggiare la riflessione.

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Manfred Gerstenfeld è stato insignito del “Lifetime Achievement Award” dal Journal for the Study of Antisemitism, e dall’ International Leadership Award dal Simon Wiesenthal Center. Ha diretto per 12 anni il Jerusalem Center for Public Affairs


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