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Manfred Gerstenfeld
Israele, ebrei & il mondo
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La Francia sul ring contro Israele 17/07/2018

La Francia sul ring contro Israele
Analisi di Manfred Gerstenfeld

(Traduzione di Angelo Pezzana)

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Francia: Bds contro Israele e via libera al terrorismo islamico

Le relazioni tra Francia e Israele sono state per decenni ambivalenti e complesse. Tra le più rilevanti, quella dell’attuale governo francese, il cui comportamento sembra voler fare un occhio nero a Israele. Il presidente Emmanuel Macron è apparentemente un tipo nuovo di francese. Ha raggiunto la presidenza senza essere passato tra le file di un partito politico esistente. È un politico gentile e intelligente, con un'istruzione eccellente, una prospettiva internazionale, molte idee e buone relazioni pubbliche. Tuttavia, l'analisi deve concentrarsi sui fatti e non sulle parole. Un buon punto di partenza sono le reazioni francesi alla recenti violenze alla frontiera con Gaza. Quando il primo ministro israeliano Netanyahu ha incontrato Macron a Parigi ad aprile, il presidente francese gli ha detto che il trasferimento dell'ambasciata statunitense a Gerusalemme "ha causato la morte di molte persone e non ha fatto avanzare la pace". Con questa dichiarazione chiaramente lontana dai fatti, Macron ha mostrato le sue capacità nel distorcere la verità in poche parole. Ciò che ha provocato la violenza è stata l'iniziativa dell'organizzazione terrorista Hamas di inviare civili al confine insieme alle milizie. Tra gli oltre 115 abitanti di Gaza uccisi da Israele, più della metà erano terroristi. Lo stesso Hamas ha confermato che molti tra quelli uccisi erano proprie milizie. La Francia ha anche sostenuto una risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che chiedeva misure protettive per i palestinesi, ma non ha menzionato Hamas. Il vice ministro israeliano Michael Oren ha risposto con un tweet: "Vergogna per la Francia per averlo sostenuto, il governo francese non può dire che è contro l'antisemitismo e votare per questa risoluzione antisemita". L'ambasciatore francese in Israele Hélène Le Gal ha accusato Oren di non aver neanche letto la risoluzione "insultando la Francia". Ci sono molti altri esempi rivelatori che i diplomatici francesi potrebbero trovare offensivi, senza che questo li renda meno veri. Ad esempio, il presidente francese François Mitterrand era un antisemita a tempi alterni. Una volta paragonò Israele a uno stato nazista. Aveva un passato oscuro e aveva lavorato per il governo di Vichy durante la guerra, ma poi si unì alla resistenza. Durante le violenze di aprile, la Francia ha esortato Israele "a mostrare moderazione" e ha detto a Israele che era "suo dovere proteggere i civili". I loro portavoce sapevano benissimo che Hamas aveva inviato le milizie mischiandole ai civili e che molti manifestanti non avevano intenzioni pacifiche. Un comportamento francese particolarmente ipocrita, se guardiamo ai molti attacchi terroristici mortali compiuti dagli arabi nel loro paese. Il più letale a Parigi nel 2015, provocando 130 morti.

Nel 2016, 86 persone sono state uccise a Nizza. Quando il portavoce dell'IDF, il generale di brigata Ronen Manelis, ha parlato ai parlamentari francesi questo mese, ha ricordato loro che, insieme ad altri paesi, le donazioni francesi hanno aiutato Hamas a costruire strutture terroristiche. Le reazioni francesi alla violenza di Gaza hanno radici profonde nella storia. Nel 2008, David Pryce-Jones ha pubblicato il libro “ Tradimento: Francia, arabi ed ebrei”. Aveva avuto accesso agli archivi del ministero degli Esteri francese, il Quai d'Orsay. Le sue conclusioni possono essere riassunte così: la Francia nella storia moderna ha fatto più danni in Medio Oriente di qualsiasi altro paese. Verso la fine della Presidenza di Sarkozy, un ex membro del suo staff, venne a trovarmi dicendomi che era estremamente difficile per loro controllare i funzionari del ministero degli esteri, nonostante il fatto che il Presidente fosse il responsabile della politica estera. Le reazioni della Francia alla violenza di Gaza mi hanno ricordato una visita a una conferenza tenutasi a Parigi nell'autunno del 1961,il 17 ottobre, poche settimane dopo che alcuni poliziotti avevano assassinato circa 150-200 manifestanti algerini nonviolenti nella capitale. Alcuni cadaveri vennero poi trovati nella Senna. Gli storici l’ hanno definita la repressione più violenta di una manifestazione da parte di uno stato dell'Europa occidentale nella storia contemporanea.

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Maurice Papon

Dopo oltre cinquant'anni di silenzio da parte di tutti i governi, il presidente francese François Hollande ha finalmente riconosciuto la strage nel 2012. L'uomo che aveva ordinato il massacro era il Capo della Polizia di Parigi, Maurice Papon. È stato condannato per crimini contro l'umanità nel 1998, ma non per questo particolare massacro. Papon è stato riconosciuto colpevole di aver partecipato al trasferimento di oltre 1600 ebrei nei campi di concentramento durante la seconda guerra mondiale. A quel tempo era segretario generale della polizia di Bordeaux del governo collaborazionista di Vichy. Gli è stata inflitta una condanna a dieci anni, ma ha scontati solo tre. Nel corso degli anni si è molto discusso riguardo a questo massacro. Macron e quelli che hanno condannato Israele devono essersi sentiti a proprio agio con molti dettagli sugli omicidi di massa da parte della polizia di Parigi. Ci sono altri aspetti che dovrebbero essere presi in considerazione quando si giudicano le dichiarazioni dei francesi contro Israele. Se la Francia è il paese più pericoloso in Europa per gli ebrei, ciò è dovuto principalmente alla grande immigrazione in passato da parte dei paesi musulmani, dove la percentuale di antisemiti è tra le più alte del mondo. Dei quindici ebrei uccisi per ragioni ideologiche in Europa - di cui sono conosciuti i responsabili, tutti musulmani - dodici sono stati assassinati in Francia in sei diversi attacchi. I due attacchi di massa da parte di musulmani nelle sinagoghe nell'Unione Europea sono stati entrambi portati a termine da membri delle comunità islamiche. Eppure i leader ebrei francesi non hanno ancora un progetto generale per il futuro della loro comunità. In termini assoluti ma anche percentuali, la Francia è il paese europeo con il maggior numero di ebrei emigrati in questo secolo.

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Manfred Gerstenfeld è stato insignito del “Lifetime Achievement Award” dal Journal for the Study of Antisemitism, e dall’ International Leadership Award dal Simon Wiesenthal Center. Ha diretto per 12 anni il Jerusalem Center for Public Affairs.


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