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Manfred Gerstenfeld
Israele, ebrei & il mondo
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Uno studio interessante ma fuorviante sull'antisemitismo tedesco 30/06/2018

Uno studio interessante ma fuorviante sull'antisemitismo tedesco
 Analisi di Manfred Gerstenfeld

(Traduzione di Angelo Pezzana)

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propaganda contro Israele dei musulmani in Germania

 In Germania, ogni studio realistico sull'antisemitismo dovrebbe riportare i dati che rivelano come gli immigrati dai paesi musulmani hanno comportamenti e commettono atti di antisemitismo in misura più alta dei nativi tedeschi. 
Questo è in linea con quanto accade nel mondo, dove l’antisemitismo di gran lunga il più estremo – genocidio compreso – si trova in alcune parti del mondo musulmano.

L’Istituto Allensbach ha pubblicato uno studio i cui risultati possono essere letti attraverso il sito online del quotidiano, Frankfurter Allgemeine Zeitung (FAZ). Contiene dati interessanti, ma non affronta il problema chiave menzionato prima e quindi è uno studio fuorviante. Uno dei grafici dello studio mostra che tra i sostenitori del partito di estrema destra AfD, il 55% ritiene che gli ebrei abbiano "troppa influenza nel mondo". Per quanto riguarda gli altri cinque partiti rappresentati nel parlamento tedesco, questa cifra varia tra il 16% e il 20%. Tuttavia, gli antisemiti di destra non spiegano il fatto che alcuni scolari ebrei sono gravemente molestati da bambini musulmani. Le minacce di un compagno di classe musulmano contro una ragazza ebrea in una classe media di Berlino sono un esempio calzante. Ha detto che dovrebbe essere uccisa perché non crede in Allah.  L’attacco con bombe a una sinagoga a Wuppertal nel 2014 è stato opera di tre palestinesi. Il tribunale disse che non era antisemitismo, ma un atto di protesta contro Israele. Ha condannato i tre a una semplice pena pecuniaria, poi sospesa. 

Ci sono stereotipi diffusi tra i nativi tedeschi su musulmani ed ebrei. Gli ebrei sono visti dal 66% degli intervistati come "persone di successo", dal 22% come "maneggiatori di denaro", dal 20% come "politicamente estremisti" e dal 14% "come attaccati al potere". Per i musulmani i numeri sono: il 18% "successo negli affari", il 12% "interessati ai soldi", il 46% "politicamente estremisti" e il 25% "attaccati al potere". 
Più importanti degli stereotipi sono le violenze e gli atti criminali. Se tutte le istituzioni ebraiche sono difese da guardie armate, è principalmente dovuto alle minacce che provengono da parti della comunità musulmana immigrata. 
Il presidente del Consiglio centrale degli ebrei in Germania, Josef Schuster, consiglia di non indossare la kippà in pubblico. Il motivo principale è che può provocare l'odio dei musulmani e tradursi in atti violenti. 

Un caso recente riguarda un arabo israeliano, Adam Armush  che non ci voleva credere, così indossò volutamente una kippà in pubblico nel quartiere PrenzauerBerg di Berlino. Lui e il suo compagno sono stati attaccati da tre giovani, uno dei quali parlava arabo. Armush ha filmato l'attacco, consegnandolo poi  alla polizia. Dichiarò di averlo diffuso in tutta la Germania e poi  in tutto il mondo  "per vedere quanto sia pericoloso oggi per un ebreo girare per le strade di Berlino". 

La percentuale di tedeschi che vogliono chiudere con il ricordo del passato nazista è diminuita dal 66% nel 1986 al 45% nel 2018. La percentuale di coloro che la pensano all’opposto è passata dal 24% al 32% % nello stesso periodo. La FAZ ha scritto che l'antisemitismo è diminuito in Germania. Questo può essere il caso per quanto riguarda gli atteggiamenti e gli stereotipi, ma è rilevante il numero di atti antisemiti: lo scorso anno scorso ha avuto una media di circa quattro al giorno. Il governo non ha nominato un ‘Commissario per l'antisemitismo’ per gli atteggiamenti della popolazione tedesca, ma a causa dell'elevato numero di atti antisemiti. 

Lo studio ha anche  posto questa domanda: " se l'antisemitismo e l'ostilità nei confronti degli ebrei oggi rappresentano un serio problema; per questo chiediamo il tuo punto di vista sugli incidenti" 
Ma il fulcro di questa domanda è radicalmente sbagliato, perchè dovrebbe essere diretta verso la popolazione ebraica e non ai non ebrei tedeschi che traggono le loro informazioni dai media. Il 23% degli intervistati ha risposto che l'antisemitismo era un problema serio. Il 58% ha mantenuto l'antisemitismo nell’ambito degli incidenti avvenuti. Quando venne posta la stessa domanda sull'attacco specifico a Adam Armush e al suo compagno, le cifre cambiarono notevolmente. Solo il 27% degli intervistati ha dichiarato che si è trattato di un incidente casuale, mentre il 44% ha affermato che l'attacco era una conseguenza del diffuso antisemitismo tra gli arabi in Germania. 

Per quanto riguarda l'atteggiamento nei confronti degli ebrei assassinati durante la Shoah, il 52% degli intervistati considera le cosiddette "pietre d'inciampo" come un modo appropriato per ricordare le vittime ebree dell'era nazista mentre il 15% è contrario.  Un'altra domanda è stata se la Germania ha una responsabilità speciale nei confronti di Israele. Il 31% è d’accordo, il 41% no. Più erano giovani gli intervistati, minore era il numero di coloro che ritenevano responsabile la Germania verso Israele. Nella fascia d'età 16-29 anni era solo del 22%. 

Osservando le risposte a questo studio, si può affermare che la demonizzazione degli ebrei in Germania sotto il regime nazista è stata parzialmente sostituita dalla demonizzazione di Israele. Uno studio dell'Università di Bielefeld del 2014 ha rilevato che il 40% dei tedeschi pensa che Israele conduca una guerra di sterminio contro i palestinesi. Anche una indagine del 2015 della Fondazione Bertelsmann ha rilevato che il 41% dei tedeschi pensa che "Israele agisca nei confronti dei palestinesi come i nazisti hanno agito nei confronti degli ebrei". 

La valutazione fuorviante del sondaggio di Allensbach aiuta coloro che sostengono che l'islamofobia è in Germania un problema più grave dell'antisemitismo. Il modo in cui è strutturato lo studio nasconde una questione fondamentale: i tedeschi della generazione dei nostri nonni hanno ucciso 6 milioni di ebrei; rimangono in piedi molti pregiudizi legati a quel passato, in gran parte mutati in odio anti-israeliano. La Germania è l'ultimo paese che avrebbe dovuto lasciare entrare senza alcun controllo masse di immigrati antisemiti nel paese.

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Manfred Gerstenfeld è stato insignito del “Lifetime Achievement Award” dal Journal for the Study of Antisemitism, e dall’ International Leadership Award dal Simon Wiesenthal Center. Ha diretto per 12 anni il Jerusalem Center for Public Affairs.


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