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Manfred Gerstenfeld
Israele, ebrei & il mondo
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A proposito dell’anti-israelismo tedesco 12/01/2018

A proposito dell’anti-israelismo tedesco
Analisi di Manfred Gerstenfeld

(Traduzione di Angelo Pezzana)

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Una manifestazione antisemita e anti-Israele in Germania

Gli effetti dell’anti-israelismo in Germania sono stati fin troppo sottovalutati negli ultimi anni. La Germania non è come gli altri stati europei, il passato nazista non è rintracciabile soltanto nei marginali gruppi neo-nazisti, alcuni elementi dell’odio classico contro gli ebrei sono tuttora presenti nella popolazione, mutato nella demonizzazione di Israele. Le statistiche lo confermano da più di un decennio. Nel 2004, in un sondaggio si è chiesto ai tedeschi se erano d’accordo con l’affermazione che “Israele sta conducendo una guerra di sterminio contro i palestinesi”. Il 68% ha risposto sì. La stessa domanda venne posta anche in questo modo: “ Ciò che lo stato di Israele fa ai palestinesi non è differente di fatto da quello che i nazisti fecero agli ebrei durante il Terzo Reich”.

Il 51% fu d’accordo. Queste percentuali dimostrano quanto l’essere contro Israele sia diffuso a tutti i livelli della società tedesca. Durante la 2a Guerra Mondiale i tedeschi hanno ucciso in tre campi di sterminio due milioni di persone. Se Israele avesse voluto sterminare i palestinesi, quanti ce ne sarebbero oggi? Invece il loro numero è aumentato. Da dove provengono in Germania queste opinioni piene di odio su Israele? Un ruolo parziale lo svolge probabilmente il passato nazista; c’è un bisogno psicologico nell’accusare Israele degli stessi crimini commessi durante il Reich dalle generazioni precedenti. Aiuta ad alleviare il senso storico di colpa insieme alla responsabilità del presente.

Lo psicologo clinico tedesco, ma nato in Israele, Nathan Durst spiega: se tutti sono responsabili, nessuno è colpevole. Il settimanale tedesco Stern ha intervistato nel dicembre 1017 Juliane Wetzel, del Centro di Ricerca sull’antisemitismo della Technical University di Berlino, che ha dichiarato “ Anche all’interno della società tedesca, ci sono voci antisemite che si presentano nella forma di critiche contro Israele. Nella manifestazione di solidarietà verso Israele a Berlino nel 2013 i partecipanti appartenevano quasi tutti alle comunità ebraiche. Gli ebrei in Germania si sentono minacciati dai rappresentanti di alcune minoranze, sentendosi anche abbandonati dalla maggioranza”. Wetzel concludeva “ bruciare bandiere è tipico delle organizzazioni musulmane. Anche edifici vengono dati alle fiamme, le facciate ricoperte di scritte e anche attacchi alle persone oltre che verbali. La dissacrazione dei cimiteri è invece un atto tipico dell’estrema destra”.

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Sigmar Gabriel

Uno studio dei servizi di sicurezza tedeschi dello stato federale di Hessen ha controllato i locali siti internet tedeschi. Ecco la conclusione: “ I crimini di antisemitismo vengono di solito attribuiti agli estremisti di destra se non ci sono altre informazioni disponibili. Lo studio evidenziava come l’antisemitismo fra i musulmani, sia per quantità che per qualità, era ancora più forte di quello tradizionale della estrema destra. Il Ministro degli Interni di Hessen Peter Beuth (unione cristiano democratica) ha dichiarato: “dobbiamo bloccare una immigrazione antisemita” In Germania la “politica del benvenuto”ai rifugiati, in gran parte da Iraq e Siria, ha procurato un afflusso di anti-israeliani, molti dei quali sono nello stesso tempo antisemiti. La Fondazione Hanns-Seidel, vicina al Partito cristiano bavarese CSU, ha intrapreso uno studio tra i rifugiati, rivelando che più della metà di quelli musulmani ritengono che gli ebrei nel mondo hanno “troppa influenza”. Una indagine condotta di recente da Gunthr Jikeli dell’American Jewish Committee sui rifugiati in Germania dalla Siria e dall’Iraq, ha rilevato che “posizioni e stereotipi antisemiti sono presenti largamente in tutte le interviste, anche quando le risposte enfatizzano il ‘rispetto per l’ebraismo o l’importanza di una pacifica coesistenza fra musulmani, cristiani ed ebrei. In quasi tutte le risposte degli intervistati arabi l’immagine di Israele è fortemente negativa, così come il diritto di Israele ad esistere” Alcune voci autorevoli ci levano oggi in Germania affinchè venga nominato un “Commissario per l’Antisemitismo”, richiesta sostenuta dal Ministro degli Interni Thomas de Maizière.

Un passo in avanti ma lontano dalle essere sufficiente. Il governo tedesco dovrebbe intraprendere uno studio approfondito su chi contribuisce a diffondere una immagine negativa di Israele in Germania. Interrogare i cittadini con i sondaggi è solo una aspetto della soluzione del problema. Potrebbe aiutare l' identificazione chi collabora alla demonizzazione di Israele, risultato della disinformazione prodotta dai media tedeschi e dai politici che incitano all’odio contro lo stato ebraico. Uno di questi è il socialdemocratico ministro degli esteri Sigmar Gabriel, che ripetutamente definisce Israele ‘stato di apartheid’. Da analizzare anche altre iniziative, che promuovono il movimento BDS (boicottaggio, disinvestimento, sanzioni) contro Israele, diffuso anche in molte chiese. Stepham Harbarth, vice presidente del gruppo CDU/CSU nel Bundestag – il parlamento tedesco – ha dichiarato alla Die Welt: “ Dobbiamo affrontare con decisione l’antisemitismo degli immigrati con provenienza dai paesi arabi e dall’Africa”. Avrebbe detto molto meglio se avesse citato il loro anti-israelismo, che è un pericolo persino ancora maggiore. Il governo tedesco ha ignorato da troppo tempo il tema dell’odio verso Israele. È quindi improbabile che ci saranno sufficienti forze al suo interno per eliminarlo. Serviranno forti pressioni esterne.

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Manfred Gerstenfeld è stato insignito del “Lifetime Achievement Award” dal Journal for the Study of Antisemitism, e dall’ International Leadership Award dal Simon Wiesenthal Center. Ha diretto per 12 anni il Jerusalem Center for Public Affairs.
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