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Manfred Gerstenfeld
Israele, ebrei & il mondo
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Shoah e la Memoria: l’Italia 21/01/2012

Shoah e la Memoria: l’Italia
Manfred Gerstenfeld intervista Angelo Pezzana

 (Traduzione dal testo francese di Marc Brzustoeski)

                                            Manfred Gerstenfeld,  Angelo Pezzana

 “ Nel gennaio 2012, Riccardo Pacifici, Presidente della Comunità ebraica di Roma, ha dichiarato che, ogni anno, durante la Giornata della Memoria del 27 gennaio, “ siamo testimoni di atti di violenza e provocazione che non intendiamo più tollerare. Risponderemo in modo forte e risoluto “. Pacifici aveva reagito dopo che dei vandali avevano scardinato e rubato le ‘pietre della memoria’, targhe applicate su dei sampietrini installati davanti alla casa romana dove erano state deportate le sorelle Spizzichino “.

Angelo Pezzana è un giornalista italiano, nel marzo 2001 ha fondato il sito internet www.informazionecorretta.com un giornale ondine quotidiano che ha migliaia di abbonati e visitatori, il cui obiettivo principale è fornire una analisi critica quotidiana dei media italiani. E’ anche una fonte essenziale di informazione in Italia sui problemi politici che riguardano Israele e l’antisemitismo.

 Ci dice Pezzana: Il 20 luglio 2000, Il Parlamento italiano ha votato le Legge 211, dal testo molto esplicito: “ La Repubblica italiana riconosce la data del 27 gennaio – nella quale vennero abbattuti i cancelli di Auschwitz – come Giornata della Memoria, in ricordo delle Leggi Razziali, la persecuzione dei cittadini ebrei, dei deportati, imprigionati, o assassinati, come per tutti coloro che, appartenendo a diverse organizzazioni, si sono opposti al progetto di sterminio a rischio della propria vita, per salvare quelle degli altri e per la protezione data ai perseguitati “

 “ Il testo della legge è chiaro. E’ importante il fatto che includa anche la responsabilità dei collaboratori italiani fascisti. Eppure, malgrado le intenzioni del Parlamento italiano fossero eccellenti – voler conservare viva la memoria – si sono verificate conseguenza negative, come ha giustamente rilevato Pacifici. “ La Shoah veniva commemorata già pubblicamente, prima che entrasse in vigore la legge: i giornali pubblicavano testimonianze dei sopravvissuti, le televisioni mandavano in onda film e documentari sull’argomento, che mostravano immagini d’archivio. Nelle scuole venivano letti brani tratti da libri di autori famosi, come Primo Levi. I professori ne discutevano i contenuti con gli allievi, anche alla presenza degli autori invitati per l’occasione.

“ In quegli anni, la Memoria della Shoah era ancora un tema che incuteva rispetto. Coloro che odiavano Israele non osavano manifestarlo in pubblico. Partecipavano persino alle commemorazioni degli ebrei massacrati, nel timore di essere inclusi fra gli antisemiti.

“ L’aver determinato il 27 gennaio quale Giornata della Memoria, ha trasformato il ricordo in un evento nazionale, nel quale ognuno può esprimere le proprie idee, per quanto condannabili possano essere. Questo avviene in modo particolare nelle scuole, in assemblee con centinaia di studenti, alla presenza di professori dell’estrema sinistra, e a volte dell’estrema destra, che intervengono presentando la storia della Shoah in modo tale da portare inevitabilmente la discussione su Israele, creando un legame fra i crimini nazisti e la politica del governo di Israele.

“ I loro interventi sono talmente carichi di odio da impedire di prendere la parola a chi ha delle opinioni diverse dalle loro. Ho partecipato molte volte a questi incontri. L’orrore del passato passa subito in secondo piano, lo scopo principale è diffondere odio contro Israele. La tesi più comune è “ Israele fa ai palestinesi quello che i nazisti hanno fatto agli ebrei “

 “ Non sono episodi isolati. Sono le conseguenze di decenni di propaganda messa in atto dalla sinistra, dai sindacati e dalla Chiesa. Non soltanto quella cattolica, ma anche da quelle protestanti. Sono le chiese ad ospitare spesso dibattiti e riunioni pubbliche, nelle quali intervengono oratori pro-palestinesi. Nel corso di queste riunioni Israele viene giudicato senza che sia previsto un intervento a difesa. Le gente che partecipa a questi incontri non ha, in genere, conoscenza dei fatti, credono a ciò che sentono, poco importa se è vero o è propaganda. Grazie anche alla presenza di sacerdoti, che sono in accordo completo con quanto viene detto.

 “ A un livello intellettuale più alto - le università, per esempio - vengono spesso invitati israeliani anti-sionisti. E’ il modo più vergognoso, ma per questo più efficace, di delegittimare Israele. Shlomo Sand, un professore di storia contemporanea dell’Università di Tel Aviv, ha fatto un tour in Italia lo scorso anno, invitato dopo aver pubblicato “ L’invenzione del popolo ebraico”, un libro tradotto in 22 paesi. E’ la sua tesi, il popolo ebraico non è mai esistito, un argomento utile nella propaganda contro Israele. Sono tecniche sottili, che appaiono quindi ancora più convincenti.

“ Attraverso tutte queste manipolazioni, la Shoah rischia di diventare uno strumento utile da usare contro Israele. Con il pretesto di ricordare la memoria di 6 milioni di ebrei sterminati, in realtà si pongono le basi per arrivare ad un medesimo risultato per quanto riguarda 6 milioni di ebrei vivi. L’intenzione del Parlamento italiano era del tutto diversa, malgrado ciò la ‘Legge 211’ ha fornito un palcoscenico inaspettato a tutti coloro che cercano, con tutti i mezzi possibili e immaginabili, di diffamare l’immagine dello Stato di Israele”.

 Manfred Gerstenfeld è Presidente del Consiglio di Amministrazione del Jerusalem Center for Public Affairs. Collabora con Informazione Corretta.


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