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Mordechai Kedar
L'Islam dall'interno
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Intervista al Principe ereditario iraniano Reza Pahlevi II 30/07/2018

Intervista al Principe ereditario iraniano Reza Pahlevi II
Analisi di  di Mordechai kedar

(Traduzione dall'ebraico di Rochel Sylvetsky, versione italiana di Yehudit Weisz)https://www.israelnationalnews.com/Articles/Article.aspx/22528

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Reza Pahlevi II


C’è qualcosa di marcio in Iran, che sta -forse- manifestandosi nel momento in cui  gli iraniani saranno pronti a sacrificarsi per trasformare la teocrazia in un regime laico.
Nel 1979 lo Scià dell'Iran, Mahmad Reza Pahlevi, fu deposto e mandato con la sua famiglia in esilio in Egitto, dove morì un anno dopo. I suoi seguaci incoronarono il figlio, il 20enne Reza Pahlevi II, ma il fatto che il giovane principe fosse in esilio privò la mossa di qualsiasi significato politico e pratico. 
Reza II, nato nel 1960, ha ora 58 anni, ha un’esperienza sufficiente, è ancora relativamente giovane e con un lungo periodo di vita attiva davanti a sé. 
Se lo vorrà, molti, sia all’interno che fuori dell’Iran, lo considerano il candidato naturale a succedere al regime degli ayatollah, una volta che questo sarà crollato. 

Certo, molti iraniani ricordano la natura dura e dittatoriale del regime dello Scià, ma dal momento che gli ayatollah al potere sono infinitamente peggiori, ci sono molti iraniani che hanno rivalutato quel passato. Vedono Reza come l'unica persona in grado di trovare un denominatore comune in grado di convincere la maggior parte dell'opposizione in patria e all’estero a impegnarsi insieme per ribellarsi e liberare il Paese dal soffocante dominio teocratico. 

Mahmoud Al-Udi, un giornalista del sito Web Elaph, quotidiano arabo online indipendente, di recente ha incontrato a Parigi  Reza,  e ha pubblicato un'intervista con lui, suddivisa in quattro parti. L'intera intervista verrà riportata qui in 4 puntate, insieme a commenti dei lettori e alle mie osservazioni (queste ultime tra parentesi, MK). Titolo : Reza Pahlevi: "Gli stomaci affamati del popolo iraniano elimineranno il regime iraniano".
Il principe ereditario afferma che solo la laicità può salvare l'Iran dalla disintegrazione politica.  Ha parlato di molte questioni che riguardano il deterioramento della situazione in Iran, definendola di una gravità senza precedenti in ogni settore. 
Non si tratta solo della questione relativa ad un deterioramento delle condizioni di libertà, economia, ecc., interno all’Iran, ma alle gravi conseguenze sull'intera regione che il collasso dell'Iran potrà arrecare. 

Nella prima parte dell'intervista, Pahlevi ha affrontato diverse tematiche, fermamente convinto che la laicità sia l'unica soluzione in grado di preservare la libertà religiosa per tutti gli iraniani e garantire che la religione non venga utilizzata a fini politici. La religione è la ragion d’essere dell’attuale regime ed è lo strumento con cui gli ayatollah trascinano il Paese e l’intera regione circostante alla rovina e al caos. 
Ecco l'intervista (prima puntata)

Elaph: lei condivide la dichiarazione dell'ex presidente iraniano Mahmoud Khatami di alcuni giorni fa, quando ha affermato che l'Iran ha regredito di almeno un secolo in termini di democrazia e giustizia? 
Principe Reza: "Penso che le conseguenze del modo in cui il regime attuale pensa e agisce, siano molto più pericolose. La cosa più gravea è che questo regime sta portando alla rovina l'Iran e la regione circostante, e voglio sottolineare che la gravità della situazione è ben al di là del fallimento amministrativo o della corruzione. L'intera infrastruttura è ormai distrutta. In passato siamo stati un modello di pluralismo di successo, con molteplici gruppi etnici e una grande varietà di religioni, che riuscivano a vivere in pace e in armonia sociale; ora invece l'ideologia sciita (etnica) che l’attuale regime utilizza per governare, che è fonte del degrado interno, viene esportata in Paesi vicini come l'Arabia Saudita e gli Stati del Golfo Persico. E’ da qui che sono iniziati nella regione i conflitti, forieri di terrorismo, tra sunniti e sciiti. In passato, non avvevamo mai dovuto assistere a guerre etniche. Questo regime considera una colpa l’essere laici. Noi vogliamo che prevalga la separazione tra chiesa e Stato, perché la società laica non accetta l’ideologia settaria, vuole essere libera. 
Elaph: Lei dice che la laicità è la soluzione. Potrebbe spiegarlo in modo più chiaro? 
Principe Reza: "Sì, è la soluzione perché l'Iran potrà così avere il pluralismo etnico e religioso per le sue numerose distinte comunità. Abbiamo bisogno di uno stato che garantisca la capacità della popolazione di vivere insieme, indipendentemente da qualunque setta o religione. Non c'è nulla di nuovo, l'Iran una volta aveva una società che si proponeva uguaglianza, democrazia e libertà". Elaph: Cosa è successo da quando l'Iran è progressivamente passato da un modello di convivenza al suo stato attuale? 
Principe Reza: " Il sistema di valori basato sull'uguaglianza e la coesistenza è esistito in Iran fino alla rivoluzione guidata dai mullah, che portarono il settarismo e l'ignoranza, e ora siamo molto vicini all'Europa pre-rinascimentale, quando erano i leader religiosi a prendere le decisioni, costituivano il governo e detenevano tutto il potere nelle loro mani. Se si dovesse fare un sondaggio tra gli iraniani, i risultati mostrerebbero che la gente vuole libertà e uguaglianza, che sogna una costituzione che conceda loro questi valori e realizzi le aspirazioni della gioventù iraniana. Abbiamo un gran numero di giovani che si ribellano, che non possono più sopportare di vivere sotto l'attuale regime ". (Il principe ereditario ricorda un evento importante a cui hanno partecipato Khomeini e altri leader arabi, guidati dal defunto presidente egiziano Anwar al Sadat e dal defunto re Hassan II del Marocco. “ Khomeini affermò che lui e il suo regime rappresentavano l'Islam autentico, ma Il presidente Sadat e il re Hassan II avevano replicato: "Pensi che non siamo veri musulmani? E se tu, Khomeini, rappresenti il ​​lato giusto e autentico dell'Islam, allora chi rappresentiamo noi ? )“ Elaph: Perché ritiene che il secolarismo è veramente la strada migliore? Ed è davvero solo una questione di tempo? 
Principe Reza : "Il regime iraniano crede che il laicismo sia contrario all'Islam, senza capire che non si oppone alla religione in quanto tale, semplicemente garantisce la libertà. Io chiedo a Khatami come uomo religioso: " Lei conosce i 12 Imam (che guidavano gli sciiti del 7-9 ° secolo). Perché furono solo due di loro a governare? Vuole governare in nome della rivoluzione islamica o in nome dell'islam sciita? La dichiarazione di Khatami è una velata ammissione che il regime si basa su un errore, che ora siamo di fronte all'ammissione del fallimento della convivenza. Penso che molto presto saremo in grado di attuare la separazione tra religione e stato, in modo che la popolazione sia liberata dalla oppressione. Dal mio punto di vista, la popolazione ha raggiunto un alto livello di sviluppo e partecipazione, per cui è solo una questione di tempo (fino a quando si arriverà ad un governo laico). Questa situazione è direttamente collegata alla cultura iraniana, una cultura con buone ragioni di essere un orgoglio della nazione ". 

Riassumendo, il principe ereditario Reza Pahlevi II aggiunge: " Alla fine della giornata, quando il tuo stomaco è vuoto, c'è una carenza di prodotti da acquistare e una sensazione pervasiva che non c'è un vero cambiamento all'orizzonte, la gente rimpiange la libertà e ed è ben consapevole che la libertà ha le sue condizioni. Ho piena fiducia nei cittadini iraniani che accetteranno la responsabilità di rispettare quei limiti. Se guarda l’Iran, scoprirà che può progredire grazie alle sue risorse umane e naturali e anche grazie ai variegati talenti della sua gente. Sì, c'è una certa dose di buona volontà, ma non dobbiamo rimanere come siamo ora. La situazione attuale deprime il popolo iraniano e i nostri vicini sono sicuramente influenzati dal livello di questa frustrazione nel nostro paese. (Fine della 1a puntata)

Commenti dei lettori: "Un iracheno che odia i traditori " scrive sotto la dicitura " Il Medio Oriente soddisfatto ", "Il popolo del Medio Oriente ha portato al mondo ogni tipo di cultura, tutte le religioni monoteiste". In aggiunta a questo bagaglio culturale, l'area ha vasti giacimenti naturali (petrolio e gas) che erano destinati a cambiare  le condizioni di vita dell'intera popolazione mediorientale e renderla tra le più ricche del mondo intero. Da dove proviene allora tutta la povertà, arretratezza, distruzione e quell'odio maledetto che dà fuoco a ciascuno dei nostri Paesi? Non è il momento che le persone sane che vivono in questi Stati si uniscano, si definiscano "Associazione degli Stati mediorientali" e diano origine a un'iniziativa - non ufficiale - che porti a un incontro fra tutti e che tenga lontano le coscienze religiose, etniche e settarie - e si concentri sull'uomo, su come proteggerne l’ onore, fornirgli una vita decente, su come diffondere amore, pace e cooperazione per il bene di tutte le nazioni del Medio Oriente ?". 

Un altro lettore commenta sarcasticamente le parole del primo: "... Lontano dalla coscienza religiosa, etnica e settaria ? .. Gli arabi sono capaci di vivere con gli altri? I massacri di cristiani nel 1933, di ebrei nel 1948, di sciiti contro kurdi solo pochi mesi fa e il terribile colpo all'onore curdo a Kirkuk ...?

( continua )


Mordechai Kedar è lettore di arabo e islam all' Università di Bar Ilan a Tel Aviv. Nella stessa università è direttore del Centro Sudi (in formazione) su Medio Oriente e Islam. E' studioso di ideologia, politica e movimenti islamici dei paesi arabi, Siria in particolare, e analista dei media arabi.
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